La Lombardia chiede di riaprire il 4 maggio. Orari diversi uffici-industrie. Le regole della fase 2
Inviata lettera al governo per il via libera alle attività produttive nel rispetto delle "Quattro D": distanza, dispositivi, digitalizzazione, diagnosi
Orari differenziati d'ingresso e d'uscita per uffici pubblici, industrie e aziende. Sarebbe questa una dell'ipotesi a cui starebbe lavorando il governo in vista del 4 maggio che sia. L'ipotesi sarebbe strettamente collegata ad un altro dei nodi centrali sui quali starebbe lavorando anche la task force guidata da Vittorio Colao: la riorganizzazione dei trasporti pubblici. Prevedere ingressi e uscite 'scaglionate' consentirebbe infatti di alleggerire la pressione sui trasporti, che saranno comunque soggetti a regole. "Non possiamo più immaginare che milioni di persone si muovano tra le 7.30 e le 8.30 del mattino" ha spiegato il ministro Paola De Micheli, ipotizzando che i mezzi di trasporto (compresi navi e aerei) non potranno essere riempiti oltre "il 60%" per mantenere il distanziamento tra i passeggeri.
La differenza pubblici e privati
La differenziazione per orari - ma anche regole più precise sulla sanificazione degli ambienti - dovrebbe diventare operativa per gli uffici pubblici alla ripartenza mentre per imprese ed industrie dovrà probabilmente esserci un aggiornamento del protocollo firmato dal governo con sindacati ed industrie. Su questo però, sempre secondo quanto si apprende, si starebbe già lavorando e sarebbe già stato chiesto ad alcune grandi imprese se sarebbero in grado di garantire una nuova organizzazione del lavoro e della produzione con la differenziazione degli orari.
Lombardia chiede ripresa il 4 maggio
"La Lombardia guarda avanti e progetta la 'nuova normalità' all'insegna della prevenzione, della cura e della programmazione. Dal 4 maggio, la Regione - si legge in una nota - chiederà al Governo di dare il via libera alle attività produttive nel rispetto delle 'Quattro D': Distanza (un metro di sicurezza tra le persone), Dispositivi (ovvero obbligo di mascherina per tutti), Digitalizzazione (obbligo di smart working per le attività che lo possono prevedere) e Diagnosi (dal 21 aprile inizieranno i test sierologici grazie agli studi in collaborazione con il San Matteo di Pavia)
Le altre norme per la socialità
Sarà obbligatorio l'uso dei termoscanner in tutti i negozi e gli uffici, insieme a mascherine, guanti e liquidi igienizzanti per le mani. Ma anche la catalogazione dei numeri di telefono che le questure e i commissariati dovranno mettere a disposizione delle Asl per ricostruire, volta per volta, i contatti avuti dalle persone infette, in modo da poterle rintracciare e sottoporle ai tamponi. Lo spiega un accordo siglato lo scorso 10 aprile in previsione dell'allentamento delle misure di distanziamento sociale, che dovrebbe avvenire a partire dal prossimo 4 maggio, sempreché la curva dei contagi si mantenga discendente.
Le regole di protezione
Le norme sono state spiegate dal viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, come riporta il Corriere della sera, per il quale "negozi, uffici, aziende devono prevedere regole di protezione e soprattutto devono poter contare su medici che siano in grado di guidarli qualora ce ne fosse bisogno. Per questo bisogna attrezzare le Asl con specialisti al servizio dei lavoratori". Il direttore della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che ricopre anche la carica di commissario all'emergenza, ha ottenuto dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, la possibilità di mettere in contatto le Asl con gli archivi perché possano ricostruire la rete degli spostamenti e dei contatti con la persona positiva.
Termoscanner e archivio numeri telefono
L'obiettivo è dunque evitare che si creino nuovi focolai e che l'epidemia possa diffondersi ancora, con buona pace della privacy a cui tutti dovranno rinunciare ove il principio è che questa sia meno importante della salute collettiva. Tutto ciò facendo salva la possibilità di scaricare l'apposita App che, quando sarà attiva, direttamente metterà in connessione gli spostamenti e le persone con le quali si è entrati in contatto, anche quelle che non si conoscono.
Così il termoscanner con il quale entreremo in confidenza molto presto è già utilizzato in molti ipermercati. "Si tratta di un accorgimento indispensabile - dice Sileri -, la temperatura alta è uno dei sintomi caratteristici di questa malattia e dunque bisogna prevederlo ovunque. Così come bisogna imporre l’uso dei dispositivi di protezione personale e privilegiare le consegne a domicilio". A questa misura si aggiungeranno anche i test sierologici, spiega il Corriere, che già vengono effettuati in alcune regioni italiane, come il Veneto, attraverso cui è possibile capire chi abbia contratto il virus anche in forma leggera. E' chiaro che su questa misura in particolare bisognerà aspettare che il comitato scientifico si esprima.