[L’analisi] La valigetta piena di soldi, ecco la nuova trappola per i candidati alle elezioni
Fanpage si appresterebbe a mandare in onda addirittura la consegna di una valigetta a Iacolare che avrebbe dovuto contenere le mazzette ma che in realtà era vuota. Il secondo filone d’inchiesta riguarda lo smaltimento delle ecoballe e coinvolge il figlio del governatore De Luca, il suo commercialista, l’ex candidato a sindaco di Angri, Francesco Colletta. Tre video, con gli incontri tra De Luca junior, il commercialista e l’agente provocatore, l’ex camorrista.
Il tappo sta per saltare. Un fragile sistema di potere sta per sbriciolarsi. Siamo in campagna elettorale, e la tragedia che si sta consumando sotto l’ombra del Vesuvio avrà terribili ripercussioni non solo sull’esito del voto. È tempo di vigilia di nuovi sconquassi giudiziari. E il gioco di prendersela con la magistratura o con Fanpage è destinato a essere sopraffatto dalla presa d’atto di una terribile verità di corruzione ambientale.
Già volano gli stracci, al terzo giorno della inchiesta giudiziaria della Procura di Napoli nata per iniziativa di un giornale Online, Fanpage, che violando la giurisprudenza in vigore, attraverso dei “provocatori” (un ex camorrista che si occupava del business dei rifiuti), ha stuzzicato politici, affaristi, funzionari pubblici che sono caduti nella trappola del miraggio di tangenti in cambio di traffici di rifiuti da interrare e fare scomparire.
Il presidente del Consiglio in pectore dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, accusa i protagonisti di questa storia di essere degli «assassini». Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, scende in campo per difendere suo figlio Roberto, indagato per corruzione, e paventa un complotto per fermare l’opera riformatrice avviata alla Regione: «Usano i camorristi per ricattarci». Mentre l’avvocato dell’assessore al bilancio del comune di Salerno, Roberto De Luca, lascia intendere che i video messi in rete da Fanpage offrono «una visione distorta rispetto ai video integrali».
E il tasto della manipolazione, quasi del complotto, da parte di Fanpage viene battuto anche da altri protagonisti di questo scandalo. In realtà sia fonti di Fanpage che degli investigatori confermano un aspetto importantissimo: l’autorità giudiziaria ha acquisito i materiali video e sonori integrali. Non solo, ma i periti fonici hanno già confermato che gli strumenti utilizzati da Fanpage consegnano i nastri integrali, non tagliati, non manipolati.
Insomma, quello mandato in onda è materiale “pulito” solo dal punto di vista giornalistico. Una conferma che la linea difensiva di De Luca come del consigliere della Sma Di Domenico, la società partecipata della Regione Campania che si occupa dello smaltimento dei fanghi, è molto debole.
Dunque questo inchiesta che ė solo all’inizio, Per dirla con un investigatore, «è come un diesel che marcia lentamente per arrivare all’obiettivo».
Tra la fine e l’inizio dell’anno, il direttore di Fanpage, Francesco Piccinini, si è presentato in Procura raccontando quanto la sua poco ortodossa inchiesta - avviata a ottobre - stava documentando. E il fascicolo è stato aperto dalla Procura distrettuale antimafia perché si ipotizzava inizialmente come una operazione sotto copertura per colpire una organizzazione che si occupava di traffici di rifiuti.
Vicenda Sma, l’offerta ai consiglieri e funzionari corrotti della partecipata della Regione a mettere in piedi un appalto per lo smaltimento di fanghi In cambio di mazzette. Questo è solo il primo dei filoni della inchiesta Fanpage. Tra i protagonisti c’è il candidato alla Camera di Fratelli d’Italia, Luciano Passariello. E anche il presidente della Sma, Biagio Iacolare. Già consigliere provinciale del centrodestra, Iacolare è stato nominato dal governatore De Luca (Pd).
Fanpage si appresterebbe a mandare in onda addirittura la consegna di una valigetta a Iacolare che avrebbe dovuto contenere le mazzette ma che in realtà era vuota.
Il secondo filone d’inchiesta riguarda lo smaltimento delle ecoballe e coinvolge il figlio del governatore De Luca, il suo commercialista, l’ex candidato a sindaco di Angri, Francesco Colletta. Tre video, con gli incontri tra De Luca junior, il commercialista e l’agente provocatore, l’ex camorrista.
Frammenti di discorsi da approfondire, che non sono già, per capirci, prove di una corruzione. Semmai, si chiedono in Procura, quello che già colpisce è perché si discute di ecoballe da smaltire con un assessore comunale al bilancio?. Perché è il figlio del governatore della Campania?
Siamo solo agli inizi della inchiesta. Decreti di perquisizione, comunicazione agli interessati che sono indagati. Materiali sequestrati da visionare. Testimonianze e interrogatori.
Per un attento analista politico napoletano, non può sfuggire che quello chiamato in causa è un sistema di potere che ha traslocato dal centrodestra al centrosinistra, al governatore De Luca.