[Esclusiva] L'intercettazione in hotel che inguaia l'ex presidente del "Sole 24 Ore" Benedini. La procura sospetta una tangente per favorire la camorra
Le carte dell’inchiesta sul legame tra clan e corruzione che tiene insieme un personaggio di spicco dell’economia lombarda e una speculazione immobiliare voluta dal clan Mallardo. Ma il Gip nell'autorizzare un sequestro di 250 mila euro a Benedini e all'ex sindaco di Giuliano nega l'aggravante mafiosa: "Tre pentiti accusano ma non ci sono altri elementi"
L'ex presidente del Sole 24 Ore, Benito Benedini, pagava tangenti per favorire la camorra. Lo sostiene la procura distrettuale antimafia di Napoli che gli ha appena sequestrato 250 mila euro, dopo averlo inscritto nel registro degli indagati con l'accusa di corruzione con l'aggravante del favoreggiamento esterno ad associazione mafiosa. Benedini avrebbe ammesso davanti agli inquirenti napoletani di essere il gestore di fatto di una società che a sua volta - secondo i pm - sarebbe collusa con il clan Mallardo. Scopo dell'affare era quello di dare corso ad una speculazione immobiliare nel territorio di Giuliano, in Campania. A intascare la tangente da 250 mila euro sarebbe stato l'allora sindaco del paese campano ed ex consigliere regionale, Giovanni Pianese.
L'intercettazione captata nell'hotel Vesuvio a Napoli
La prova regina, secondo la procura, è un'intercettazione ambientale captata all'interno dell'hotel Vesuvio a Napoli proprio tra Benedini e Pianese, durante un incontro avvenuto nel febbraio 2011. Un dialogo cruciale che è agli atti dell'inchiesta e che Tiscali.it è in grado di documentare. Eccolo. Benedini: "Ho risolto il problema, che la riguarda. Siccome ho fatto un affare ultimamente di cui una parte ho ancora, contanti che non sono rintracciabili... proprio... allora io posso disporli a chi vuole lei, come fossero i suoi. 250 mila di cui lei ne può fare... naturalmente con la dovuta cautela...". Risponde Pianese: "Va bene, è chiaro". Benedini: "Conti su questo, ok perfetto". A questo punto sembra battere le mani per indicare che il discorso è chiuso. "Oltrettutto - prosegue Benedini - sono tranquillissimi. Arrivano, poi lei...". Pianese: "La ringrazio per la disponibilità".
La lottizzazione di un'area del Comune di Giugliano
Al centro delle indagini l'approvazione del piano di lottizzazione di una vasta area del Comune di Giugliano, nella zona di Lago Patria, denominata "ex Terre di Ferlaino", ed oggetto di un progetto presentato dalla società Progetto Grano S.p.A., che di fatto sarebbe stata gestita da Benito Benedini. "In particolare, nell'ambito di più vaste indagini condotte dal Gico della Guardia di Finanza di Napoli sul clan Mallardo, veniva approfondita la procedura finalizzata a consentire la lottizzazione di questa vasta area insistente del territorio di Giugliano, e convenzionalmente denominata ex "Terre di Ferlaino" precisano i finanzieri.
"Pianese assicurava a Benedini diverse attività"
"Pianese - sostengono i pm - assicurava a Benedini diverse attività. Sollecitava una richiesta di accelerazione da parte dello stesso Benedini al Comune di Giugliano per l'approvazione del piano, assicurava l'approvazione della delibera definitiva, assicurava i| suo ausilio ai tecnici di Benedini per la predisposizione delle contro-deduzioni da assoggettare a delibera di Giunta Comunale, assicurava il monitoraggio della procedura sulle infrastrutture. Benedini (soprannominato il “principe dell’inchiostro” per aver guidato le attività europee dell’Inmont come vice presidente) è stato presidente di Cabefin SpA e del cda del Sole 24 Ore (dall’aprile 2013). Già presidente della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro (dal 2007 al 2013), di Federchimica (da giugno 1993 a giugno 1997) e di Assolombarda (da giugno 1997 a giugno 2001). Oggi ha 82 anni, Benedini ed è uomo di fiducia del governatore lombardo Roberto Maroni. Resta un tutti un interrogativo: cosa lega un personaggio di spicco dell’economia lombarda come Benedini al clan Mallardo?
Il gip nega l'aggravante mafiosa: "Tre pentiti accusano ma non ci sono altri elementi"
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli nell'accogliere la richiesta di sequestro della Procura alleggerisce la posizione di Pianese e Benedini negando l'esistenza del favoreggiamento alla camorra. Come si evince dall'estratto del documento.