Con il Suv sulle scale di Trinità dei monti: rinviato a giudizio. In arrivo un ddl contro chi imbratta i beni culturali
Il 38enne arabo rischia fino a 5 anni di carcere, il comune di Roma parte civile: il danno quantificato fu di 50mila euro. Ma una norma colpirà anche gli atti dimostrativi come quelli di Ultima Generazione
Giù per scalinata di Trinità dei monti con un Suv Maserati preso a noleggio. Era notte fonda, ma le telecamere apposte dalla polizia hanno documentato tutto: un uomo di nazionalità araba di 38 anni è stato rinviato a giudizio con un carnet di imputazioni che gli fanno rischiare da 2 a 5 anni di carcere. Nello spcifico i reati contestati sono distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici. Il processo inizierà nel gennaio del 2025 e vede il comune di Roma parte civile a seguito della quantificazione del danno in 50mila euro.
Ma il caso del turista poco rispettoso dei beni storici romani non rimarrà isolato. Almeno così è nelle intenzioni del governo che - come già anticipato ieri - intende sollevare l'asticella della punibilità per chi imbratta o danneggia il patrimonio storico, archeologico e paesaggistico del Paese. Un ddl è pronto e prevede l'inasprimento delle sanzioni in casi come questo, intendendo colpire anche chi imbratta un edificio pubblico a titolo dimostrativo, come per esempio è avvenuto al palazzo della Signoria di Firenze da parte degli ambientalisti di Ultima Generazione.
In Cdm la norma contro il deturpamento dei beni culturali
Il Cdm di oggi avrà al suo ordine del giorno anche il disegno di legge, proposto dal ministero della Cultura, con "disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici" e intorduce pene detentive fino a 5 anni per chi mette in atto atti vandalici contro contro chiese, palazzi storici o siti archeologici.

Negli atti vandalici a cui ci si riferisce si intende far rientrare anche il danneggiamento realizzato con vernici lavabili - come nel caso di Firenze - o con liquido al carbone vegetale, come avvenuto il primo aprile in piazza di Spagna nella Fontana della Barcaccia del Bernini, realizzata nella prima metà del Milleseicento per volontà di papa Urbano VIII, sempre ad opera del gruppo ambientalista che intende così richiamare l'attenzione sul surriscadamento globale.