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Sull’Europa Francesco sogna in grande e la convalescenza al Gemelli consolida la ripresa

Mentre i suoi critici agognano un futuro conclave il pontefice rilancia su pace e fraternità

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
(Ansa)
(Ansa)

L’ospedale comincia a stare stretto a papa Francesco che ha accolto l’invito a trascorrere la prima convalescenza al Gemelli, in obbedienza ai medici che lo tengono in cura, non rinunciando tuttavia al suo impegno per la pace, la fraternità, la custodia del creato. Non è un caso che Francesco ha rinunciato con qualche difficoltà alla recita pubblica dell’Angelus domenicale e il Vaticano ha diffuso una nota per informare che il papa sarebbe stato in rete con quanti nel mondo avessero voluto unirsi spiritualmente alla sua recita personale della preghiera mariana. Frattanto tra ieri e oggi sono stati diffusi dalla Santa Sede due notevoli documenti di Francesco: sulla fraternità e sull’Europa che lui spera capace di sognare per stare al passo con i sogni dei giovani in un continente che ha perso lo slancio ideale delle origini e pertanto fatica a superare la delusione diffusa della gente. Ieri e oggi in Piazza san Pietro si svolge la prima edizione del Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana dal titolo Not Alone (Non da solo), promosso e organizzato dalla Fondazione Vaticana Fratelli tutti, in collaborazione con la Basilica di San Pietro, il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e il Dicastero per la Comunicazione.

“La fraternità non ha bisogno di teorie, ma di gesti concreti e di scelte condivise che la rendano cultura di pace – afferma il papa in un discorso già preparato prima del ricovero, letto ai partecipanti dal cardinale Mauro Gambetti presidente della Fondazione Fratelli tutti -. La domanda da porci non è dunque che cosa la società e il mondo possono darmi, ma che cosa posso dare io ai miei fratelli e alle mie sorelle” afferma Francesco mutuando l’espressione da uno dei discorsi più celebri di John Kennedy. Esemplificando: “Tornando a casa, pensiamo a quale gesto concreto di fraternità fare: riconciliarci in famiglia, con gli amici o con i vicini, pregare per chi ci ha ferito, riconoscere e aiutare chi è nel bisogno, portare una parola di pace a scuola, in università o nella vita sociale, ungere di prossimità qualcuno che si sente solo”. E con ampio respiro “sentiamoci chiamati ad applicare il balsamo della tenerezza all’interno delle relazioni che si sono incancrenite, tra le persone come tra i popoli. Non stanchiamoci di gridare “no alla guerra”, in nome di Dio o nel nome di ogni uomo e di ogni donna che aspira alla pace…La fraternità è bene fragile e prezioso. I fratelli sono l’ancora di verità nel mare in tempesta dei conflitti che seminano menzogna. Evocare i fratelli è ricordare a chi sta combattendo, e a tutti noi, che il sentimento di fraternità che ci unisce è più forte dell’odio e della violenza, anzi accomuna tutti nello stesso dolore. È da qui che si parte e si riparte, dal senso del “sentire insieme”, scintilla che può riaccendere la luce per fermare la notte dei conflitti”.  Quando gli uomini e le società scelgono la fraternità anche le politiche – sostiene Francesco - cambiano: “la persona torna a prevalere sul profitto, la casa che tutti abitiamo sull’ambiente da sfruttare per i propri interessi, il lavoro viene pagato con il giusto salario, l’accoglienza diventa ricchezza, la vita speranza, la giustizia apre alla riparazione e la memoria del male procurato viene risanata nell’incontro tra vittime e rei”. Un cambio di passo che il papa ritiene necessario specialmente per l’Europa.

Nel messaggio ai membri del Gruppo del Partito Popolare Europeo del Parlamento Europeo, i firmato e datato oggi dal Gemelli, Francesco incoraggia a superare l’immagine burocratica dell’Europa per avviare un’Europa unita, giusta, solidale all’altezza dei sogni dei giovani di oggi più sensibili all’europeismo. Non sogni qualsiasi, ma grandi sogni: “la visione di un’Europa che tenga insieme unità e diversità. Questo è fondamentale”. Dandole un’anima. “A me piace dire che ci vogliono dei “sogni”. Ci vogliono valori alti, e una visione politica alta. Non intendo con ciò sminuire l’importanza della gestione ordinaria, della buona amministrazione normale, anzi, se è buona questa è già moltissimo. Ma non basta, non basta a sostenere un’Europa che si trova a far fronte alle grandi sfide globali del XXI secolo. Per affrontare tali sfide come Europa unita, ci vuole un’ispirazione alta e forte…La scommessa originaria, che può essere anche la scommessa attuale, è di puntare non solo a un’organizzazione che tuteli gli interessi delle nazioni europee, ma a un’unione dove tutti possano vivere una vita «a misura d’uomo, fraterna e giusta».  Perché “un progetto di Europa oggi non può che essere un progetto di respiro mondiale” che persegua con buone politiche sfide come quella delle migrazioni, o quella della cura del pianeta”. Queste sfide ribadisce Francesco “mi pare che si possano affrontare solo a partire da questo grande principio ispiratore: la fraternità umana”.

Il segretario di Stato Pietro Parolin ha confermato che il papa viene informato ogni giorno anche degli sviluppi della missione di pace verso l’Ucraina e verso la Russia. L’inviato del Papa per la missione di pace in Ucraina, il cardinale Matteo Zuppi, potrebbe – sostiene Parolin - incontrare il Patriarca di Mosca Kirill. “Dagli elementi che ho in mano, -afferma Parolin - credo che potrebbe essere prevista”. A margine del meeting internazionale sulla fraternità che si svolge in Vaticano con trenta Nobel, il segretario di Stato ha riferito di aver parlato con il cardinale Zuppi sull’esito della visita in Ucraina.  “C’è stato l’incontro con Zelensky, che non era scontato. E’ stato ricevuto e ha avuto modo di approfondire i concetti che il presidente aveva già espresso al Papa e cioè di un piano di pace che vorrebbero ricevesse il consenso più ampio da parte della Comunità internazionale e certamente in questo potrà associarsi anche la Santa Sede. Adesso si vedrà in che maniera, soprattutto per quello che ricorda gli aspetti umanitari”.

Sulla tappa di Mosca Parolin e Zuppi ora ne dovranno parlare col Papa “e vedere i suoi orientamenti ma credo non ci sarebbero difficoltà per incontrare Kirill. Dagli elementi che ho in mano credo che potrebbe essere prevista”.  In questi giorni di ricovero del papa in ospedale non potevano mancare le classiche agitazioni su eventuale conclave per la successione. Ma è stato lo stesso primario Alfieri che lo ha operato e lo tiene in cura a spiegare che il papa non soffre di problemi cardiaci e anche che uscirà irrobustito in salute da questa convalescenza. Inoltre ha “la testa di un sessantenne”. I cospiratori nell’ombra che sperano in un conclave a breve dovranno attendere parecchio.

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