Strage di Nuoro, uccide moglie e figlia poi si suicida. Per i due feriti gravi è in corso l'accertamento per morte cerebrale
Città sotto shock ed eventi annullati. Probabile lutto cittadino nel giorno dei funerali. Primo esame medico-legale ma autopsia sabato Il figlio e il vicino lottano tra la vita e la morte
Per Francesco Gleboni, 10 anni, e Paolo Sanna 69, è in corso l'accertamento per morte cerebrale all'ospedale San Francesco di Nuoro. Salirebbe così a cinque il bilancio delle vittime della strage compiuta da Roberto Gleboni, l'operaio forestale padre di Francesco, che dopo aver ucciso la moglie Maria Giuseppina Massetti di 43 anni e la figlia Martina di 23, ha rivolto l'arma contro altri due suoi figli, di 14 e 10 anni, colpendo a morte anche quest'ultimo. Mentre usciva di casa nel pianerottolo l'omicida si è trovato faccia a faccia con Sanna, di 69 anni e inquilino del terzo piano. Il pensionato è stato centrato alla testa.
Autopsia sui corpi delle prime tre vittime verrà effettuata sabato
Sono stati portati via dalla casa di via Ichnusa a Nuoro i corpi di Giuseppina Massetti, 43 anni e di Martina, 24, rispettivamente moglie e figlia di Gleboni. Un primo esame esterno dei tre corpi è stato eseguito dal medico legale Roberto Demontis. L'autopsia sui corpi delle tre vittime verrà effettuata molto probabilmente sabato mattina nel cimitero comunale di Nuoro. Le indagini sono coordinate dai pm di Nuoro Riccardo Belfiori e Sandra Piccicuto che lavorano con il personale della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri e con i rispettivi reparti specializzati per i rilievi scientifici.
Le vittime
L'operaio forestale di 52 anni è morto suicida a casa di sua madre in via Gonario Pinna, subito dopo aver ucciso moglie e figlia, sparato agli altri due figli e a un vicino di casa nella sua abitazione di Monte Gurtei e ferito la madre Maria Esterina Riccardi. Il più piccolo dei tre figli della coppia, di 10 anni e il vicino di casa Paolo Sanna di 69 anni, hanno lottato per la vita e la morte nel reparto di Rianimazione dell'ospedale San Francesco di Nuoro. Per loro sono però in corso gli accertamenti per probabile morte cerebrale. Mentre non sono gravi le condizioni del figlio 14enne, unico sopravvissuto della famiglia Gleboni e che è stato colpito di striscio dal colpo di arma da fuoco. Così come non rischia la vita la madre dell'omicida colpita alla testa dalla semiautomatica 7.65 che l'uomo impugnava prima che si togliesse la vita: la donna se la caverà con 30 giorni di prognosi.
La dinamica
La strage familiare si è svolta in due diverse abitazioni. La prima, nell'appartamento in via Gonario Pinna dove l'omicida padrone di casa dopo un dissidio familiare ha ucciso a colpi di pistola la moglie e una figlia, ferito altri due figli, e poi anche un vicino di casa. L'uomo poi si è recato a casa dell'anziana madre, in via Ichnusa, ferendola alla testa e suicidandosi dopo. I feriti sono stati tutti trasportati dalle ambulanze del 118 all'ospedale San Francesco di Nuoro. Nessuna denuncia o segnalazione di violenze in ambito familiare. Gli inquirenti sono al lavoro per trovare il movente che ha scatenato la furia omicida di Roberto Gleboni, operaio forestale di 52 anni, incensurato. Sul posto i sostituti procuratori della Repubblica Riccardo Belfiori e Sandra Piccicuto, con il personale della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri con i rispettivi Reparti specializzati per i rilievi scientifici.
Città sotto shock ed eventi annullati
Sgomento e dolore: questi sono i sentimenti che si respirano a Nuoro nel giorno della strage familiare. Il comune barbaricino, oggi retto da un commissario, probabilmente deciderà di proclamare il lutto cittadino nel giorno dei funerali delle vittime, ma in città sono già diverse le istituzioni che hanno deciso di annullare eventi in programma in questi giorni. Sardegna Ricerche ha deciso di rimandare a data da destinarsi gli eventi previsti per il 26 e 27 settembre in occasione della notte europea dei ricercatori. Anche l'Istituto Superiore Regionale Etnografico comunicano che le proiezioni del 26 e 27 settembre sono state rinviate a data da definirsi, in accordo con i registi e gli autori dei documentari, L'Isre fa sapere che "si stringe al cordoglio di tutte le persone colpite da questa immane tragedia".