La statua di un cane dell’ex deputato che richiama migliaia di turisti
"Ciccio" è stato per sedici anni il compagno di vita di Michele Scandroglio. L'ex deputato del Pdl ha deciso di donare la statua al Comune di Rapallo
Per chi passa da piazza delle Nazioni, a Rapallo, che è un po’ il centro del centro visto che in pochissimi metri ci sono la sede del Comune, la stazione ferroviaria e il capolinea delle corriere, è impossibile non notare continui piccoli assembramenti di famiglie, bimbi, giovani e anziani, senza soluzione di continuità di età, sesso, provenienze, abbigliamenti diversissimi fra loro, che girano attorno a una statua.
La particolarità è che la statua non è la rappresentazione equestre di qualche sabaudo, né un busto di uno degli storici personaggi passati da Rapallo, a partire da Ezra Pound, a cui peraltro sono intitolati dei giardinetti poco lontano. No, stavolta, la statua è quella di un cane, per la precisione Ciccio, che è stato per sedici anni il compagno di vita di Michele Scandroglio, ex deputato del Pdl, nella sedicesima legislatura per la precisione, che ha deciso di donare la statua al Comune di Rapallo ovviamente non tanto e non solo per ricordare Ciccio, che pure è il modello della statua, ma per simboleggiare il rapporto fra le persone e gli animali d’affezione: “Ho voluto lanciare un segnale per chiedere un’attenzione diversa da parte di tutti. I cani sono una gioia infinita per chi li ha a casa, donano un amore straordinario”. E infatti Scandroglio ha fatto apporre sul piedistallo una frase di Ghandi: “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali’.
In poco più di un anno, la statua di Ciccio è diventata una delle attrazioni turistiche più visitate di Rapallo e in fondo di tutto il Tigullio, che pure può contare su veri e propri gioielli come Portofino, Paraggi o Santa Margherita Ligure. Più Ciccio, ora. Insomma, uno scenario naturale e turistico meraviglioso, che richiama vip e turisti da tutto il mondo e che ora ha in più questa attrazione che nasce per lanciare un messaggio sociale sui diritti degli animali d’affezione, più che turistico. E che però si porta dietro anche questo elemento, tanto da essere indicato sulle guide e sui siti particolarmente amati dai cinofili e richiamare centinaia e centinaia di persone, come fosse un pellegrinaggio laico per rendere omaggio a questo cane senza razza o particolare pedigree. E forse per questo tanto amato dai visitatori della piazza di Rapallo.
Scandroglio, che in politica è stato anche molto rude, quando parla di Ciccio, che tecnicamente era il cane di suo figlio Giuseppe, si trasforma in una sorta di cornetto algida, duro con un cuore di panna, sfoderando un istinto poetico precedentemente insospettabile e quando si muove ha al seguito una sorta di splendido zoo: un cagnone di nome Storm, una cagnolina rumorissima e simpaticissima, Sardina, e un gatto, Gattone. E la convivenza fra tutti loro, a tutti gli effetti una famiglia allargata con Michele e Giuseppe, è praticamente una sit-com.
In tutto questo, il testo che ha scritto in ricordo di Ciccio racconta di come negozianti romani e rapallesi considerassero il cane uno di famiglia, ma soprattutto sfodera una serie di citazioni altissime, a partire per l’appunto di quella di Ghandi. Ormai preso dallo slancio umanistico, Scandroglio si lascia alle spalle ogni durezza programmatica, per lasciarsi andare a un ulteriore serie di frasi che raccontano perfettamente la simbiosi fra lui e la sua famiglia di animali d’affezione che gli offrono l’occasione di viaggiare attraverso secoli di arte e letteratura, scienza e poesia, a partire dal più multitasking dei geni, Leonardo Da Vinci: “Verrà un tempo in cui considereremo l’uccisione di un animale allo stesso modo con cui consideriamo oggi quella di un uomo”.
Una volta presa la rincorsa dialettica nulla è precluso all’ex deputato berlusconiano, nemmeno la filosofia tedesca di Arthur Schopenhauer, che diceva: “L’amore per gli animali è intimamente associato con la bontà di carattere, e si può tranquillamente affermare che chi è crudele con gli animali non può essere un uomo buono”. Poi, addirittura, Scandroglio valica l’Oceano, come un emigrante che dalle sue terre, Tigullio e Fontanabuona, parte alla scoperta delle scrittrici di colore che hanno fatto il movimento femminista a stelle e strisce, come Alice Walker, autrice del “Colore viola”: “Gli animali del mondo esistono per ragioni tutte loro. Non furono fatti per gli umani, esattamente come i neri per i bianchi o le donne per gli uomini”.
Ma c’è spazio anche per un umorista come Will Rogers, l’uomo a cui è stata dedicata la Route 66, che dice: “Se in Paradiso non ci sono cani, allora quando morirò voglio andare dove vanno loro”. Scandroglio continua le citazioni con la follia straordinaria e bellissima di Vincent Van Gogh: “Se non hai un cane – almeno uno – non c’è necessariamente qualcosa di sbagliato in te, ma ci può essere qualcosa di sbagliato nella tua vita”. E infine: “Ciao immenso Ciccio! Grazie per ogni sguardo, per ogni cosa. Ci vediamo presto”. E questo è lo stesso Scandroglio. Insomma, in qualche modo questa statua è l’occasione per riflettere sui rapporti fra il mondo umano e quello animale e in qualche modo vuole essere la rivendicazione dei diritti degli animali d’affezione, come se in qualche modo il legislatore fosse chiamato a normare anche una sorta di dichiarazione universale per cani, gatti e non solo.
In questo quadro, la Regione Liguria con l’assessore Simona Ferro, il Comune di Genova con Francesca Corso hanno istituito apposite deleghe per i diritti degli animali, un tempo assolutamente impensabili nell’attribuzione degli assessorati e invece ora decisive, tanto da essere presenti ad esempio nel programma elettorale del nuovo presidente della Regione Marco Bucci e da essere stati al centro forse del più duro scambio della campagna elettorale con il segretario provinciale del Pd Simone D’Angelo, che è un po’ come Sardina: abbaia moltissimo, ma poi è un buono. E poi c’è lo stesso Comune di Rapallo con l’ex sindaco Carlo Bagnasco e Elisabetta Ricci, che gli è succeduta, che hanno ricevuto di buon grado il dono della statua, a tutti gli effetti una delle maggiori attrazioni della città, forse la maggiore, con gente che scende dal treno e chiede: “Mi sa dire dov’è la statua del cane?”.