"Documenti ad un ufficiale russo": chi è l'ufficiale della Marina arrestato per spionaggio
L'uomo avrebbe fotografato documenti militari classificati dal monitor del computer e li avrebbe scaricati in una ‘pennetta’ poi consegnata a un ufficiale delle forze armate russe. Sulla vicenda è intervenuto il sindacato dei militari

E’ Walter Biot l'ufficiale della Marina arrestato per spionaggio ieri dai Carabinieri del Ros. L’ufficiale è in servizio presso lo Stato maggiore della Difesa. Il capitano di fregata è stato trasferito in carcere ed è accusato di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, spionaggio politico-militare, spionaggio di notizie di cui è stata vietata la divulgazione. Biot è effettivo al III Reparto dello Stato Maggiore della Difesa, l'ente incaricato tra le altre cose di gestire le relazioni internazionali sulla base delle attribuzioni conferite al Capo di Stato Maggiore nel contesto del quadro normativo di riferimento.
Di cosa si occupava Biot
Tra le delicate mansioni svolte nel reparto in cui lavorava Biot (che negli scorsi anni aveva lavorato anche nello staff dell'Ufficio Relazioni Esterne di Smd) anche il coordinamento in ambito Stato Maggiore e per gli aspetti di competenza dei rapporti con organi esterni all'Amministrazione Difesa (compresa quindi la gestione di dossier classificati che riguardano comandi alleati, Nato e le ambasciate straniere) per armonizzare in un'unica visione politico-militare le esigenze e i programmi della Difesa.
Arresto in flagranza
L'intervento è avvenuto in occasione di un incontro clandestino tra i due, che sono stati sorpresi mentre l'ufficiale italiano cedeva all'altro dei documenti 'classificati' in cambio di soldi. La cifra oggetto di scambio ammonterebbe a 5mila euro ed è sta subito sequestrata. Il capitano di fregata è stato trasferito in carcere ed è accusato di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, spionaggio politico-militare, spionaggio di notizie di cui è stata vietata la divulgazione.
Ceduti documenti Nato
I documenti oggetto dello scambio erano esclusivamente di natura militare. Biot avrebbe fotografato documenti militari classificati dal monitor del computer e li avrebbe scaricati in una ‘pennetta’ poi consegnata a un ufficiale delle forze armate russe. La sim, che è stata sequestrata, verrà ora analizzata dagli investigatori. Biot avrebbe ceduto documenti di natura militare in cambio di 5mila euro. Secondo quanto si apprende, i 5mila euro ricevuti in cambio dall’ufficiale russo erano all’interno di scatole.
Espulsione dei 2 funzionari russi
La Farnesina rende noto che il Segretario generale del ministero degli Affari esteri, Elisabetta Belloni, ha convocato al ministero - su istruzioni del Ministro Luigi Di Maio - l’Ambasciatore della Federazione Russa presso la Repubblica Italiana, Sergey Razov. Su Facebook il ministro degli Esteri ha poi scritto: "Abbiamo trasmesso al diplomatico russo la ferma protesta del governo italiano e notificato l'immediata espulsione dei due funzionari russi coinvolti in questa gravissima vicenda. Ringrazio la nostra intelligence e tutti gli apparati dello Stato che ogni giorno lavorano per la sicurezza del nostro Paese".
Deputato russo: "Risponderemo alle espulsioni"
Mosca dovrà rispondere in modo simmetrico alla decisione di Roma di espellere due diplomatici russi dall'Italia: lo ha detto il vice presidente della Commissione della Duma per gli Affari internazionali, Alexiei Cepa, ripreso dall'agenzia Interfax. "Naturalmente saremo costretti a rispondere in modo analogo. Vi sarà una risposta simmetrica", ha detto Cepa a Interfax
L'ambasciata: "Verifichiamo"
"Confermiamo il fermo il 30 marzo a Roma di un funzionario dell'ufficio dell'Addetto Militare. Si verificano le circostanze dell'accaduto. Per adesso riteniamo inopportuno commentare i contenuti dell'accaduto. In ogni caso ci auguriamo che quello che è successo non si rifletta sui rapporti bilaterali tra la Russia e l'Italia". Lo riferisce in una nota l'ambasciata russa a Roma.
Lollobrigida: "Draghi riferisca"
"Desidero rivolgere i miei complimenti ai Carabinieri del Ros e ai nostri Servizi Segreti per la brillante operazione che oggi ha portato al fermo di due militari, un italiano e un russo, con l'accusa di spionaggio. Il presidente del Consiglio Draghi venga immediatamente in Aula a riferire su un episodio gravissimo e su cui bisogna fare subito piena luce". Lo afferma il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.
Il commento di Luca Marco Comellini
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindacato dei militari, che punta il dito sulle modalità di assunzione di questo tipo di personale. "La notizia dell'arresto di un ufficiale superiore della Marina Militare, accusato di aver ceduto a un militare della Federazione Russa notizie classificate in cambio di denaro, seppure inquietante, in attesa di ulteriori dettagli dalla Procura di Roma, impone al Governo una immediata riflessione sull'opportunità di avviare una revisione sul metodo di reclutamento e impiego del personale militare destinato a particolari incarichi e quindi alla trattazione di documentazione classificata", ha commentato Luca Marco Comellini, segretario del Sindacato dei Militari. Come si è appreso da fonti di stampa le indagini sono dirette dalla Procura Ordinaria di Roma e ciò sicuramente solleverà il problema della competenza. "Infatti, alla Procura Militare di Roma competente l'accertamento i fatti previsti come reato dal Codice penale militare di pace che, in base al carattere, alla tipologia delle informazioni e alla modalità di divulgazione, prevede la reclusione militare con pene anche non inferiori a 20 anni", ha detto il sindacalista.
Che infine ha messo il dito su quella che lui considera una piaga del sistema. "Una delle criticità che immediatamente emerge dalla semplice lettura delle norme in argomento sembra essere l'ampia discrezionalità che consente ai vertici politici e militari della Difesa di delegare l’esercizio dei compiti e delle funzioni in materia di protezione e tutela delle informazioni classificate, a diffusione esclusiva o coperte da segreto di Stato ad un funzionario o ufficiale di propria fiducia", ha concluso Comellini.