Speleologa bloccata sottoterra, soccorso alpino: "Fuori in 3/4 ore. Tratto da 12 ore fatto più velocemente con la barella"
Ottavia Piana è intrappolata nella grotta Abisso Bueno Fonteno. Il personale sanitario del Soccorso Alpino e Speleologico, sta costantemente monitorando le sue condizioni che sono stabili
"Entro circa 3/4 ore la barella con l'infortunata potrebbe essere fuori dalla grotta. L'ultimo tratto è stato percorso più velocemente del previsto, grazie ai tratti disostruiti in precedenza e per la valutazione dei sanitari di evitare soste prolungate. Lo stesso tratto, lo scorso anno durante l'intervento, era stato percorso in circa 12 ore". Lo rende noto stasera il Soccorso alpino in merito alle operazioni di recupero di Ottavia Piana, la speleologa bloccata a seguito di una caduta nell'Abisso Bueno Fonteno da sabato pomeriggio e il cui recupero è in corso ininterrottamente da sabato notte. "Si tratta di una stima soggetta alle condizioni sanitarie dell'infortunata", precisa il Soccorso alpino.
La situazione e le condizioni di Ottavia
Proprio i soccorritori hanno dovuto installare una linea telefonica con il filo per poter dialogare con il personale sanitario e del Soccorso alpino che si trova con Ottavia Piana, le cui condizioni sono stazionarie. La scorsa notte è stata fatta riposare, visto che non dormiva praticamente da sabato. "Si è conclusa la parte più difficile del percorso, quella con gli ambienti più stretti ed è stato ultimato quindi il lavoro dei disostruttori. Ottavia parla, collabora e racconta delle sue esplorazioni nell'abisso Bueno Fonteno", hanno riferito oggi i soccorritori. È chiaro che già in condizioni normali il tragitto per uscire dalla grotta richiederebbe circa quatto ore. Con la barella e con la trentaduenne ferita i tempi sono però molto più diluiti e le squadre del Soccorso alpino si stanno dando via via il cambio.
All'esterno della grotta, i vigili del fuoco del Nucleo speleo alpino fluviale del comando di Bergamo hanno provveduto, in collaborazione con lo stesso Soccorso alpino, a bonificare l'area boschiva dalla quale, una volta riportata fuori dall'abisso, potrebbe essere issata con un verricello la barella con Ottavia Piana, per essere poi trasferita con l'elisoccorso in ospedale. La squadra ha anche messo in sicurezza il percorso impervio di accesso alla grotta e che potrebbe essere utilizzato per il trasporto della speleologa, qualora non fosse possibile effettuare il soccorso in elicottero con il verricello. Tutto dipenderà anche dall'orario di uscita, al termine delle operazioni.
A lavoro 5 squadre di soccorso
Fino a questo momento sono stati impegnati 126 tecnici del Soccorso alpino e speleologico che hanno formato 5 squadre di soccorso: alcune dedicate al trasporto della barella, altre ad anticiparne il passaggio provvedendo a disostruire dei tratti che successivamente potrebbero risultare problematici - anche con l'utilizzo di piccole cariche esplosive. L'ingresso della sesta squadra è previsto per questa sera, quello della settima nella giornata di domani.
Dove si trova e cos'è l'Abisso Bueno Fonteno
L’Abisso Bueno Fonteno si trova sulla costa bergamasca del Lago d'Iseo, in Lombardia. Considerata una delle aree carsiche più estese d'Italia si sviluppa sotto dodici comuni della provincia di Bergamo e si estende per circa di 19 chilometri (almeno quelli censiti e mappati finora), con una profondità di circa 500 metri, all'interno della quale la luce è completamente assente e ci sono livelli umidità molto elevati. Il sistema è stato rinvenuto relativamente poco tempo fa, per questo ci sono ancora delle aree non completamente esplorate. La sua scoperta è avvenuta quasi casualmente: nel 2006 gli speleologi del Progetto Sebino si imbattono in un masso che impedisce loro di proseguire lungo un cunicolo ai bordi della Valle di Fonteno. Avvertono che da lì arriva un'aria gelida, il segnale – spiegano sul loro sito – che si trovano davanti all'ingresso di un abisso. "Abisso" è infatti un termine tecnico che indica un tratto di grotta a sviluppo verticale profondo almeno 100 metri.
Tra i volontari c'è soccorritore Alfredino
Tra i soccorritori che stanno portando fuori dalla grotta 'Abisso Bueno Fonteno' la speleologa Ottavia Piana c'è anche Tullio Bernabei, speleologo che nel 1980 fu tra i primi a calarsi nel pozzo artesiano di Vermicino nel tentativo, purtroppo vano, di recuperare il piccolo Alfredino Rampi, caduto nella cavità. "La difficoltà sta nel tempo e nella resistenza al dolore - racconta al Tg3 Lombardia prima di entrare nella grotta per raggiungere gli altri soccorritori -: documenteremo la risalita da un pozzo di 50 metri di altezza, dove la barella verrà issata con l'accompagnatore. Sarà un passaggio delicato ma non pericoloso perché fatto seguendo precise procedure chiare e sperimentate".