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L'esecuzione a Roma legata alla “guerra delle grucce” di Prato. Chi era Zhang Dayong braccio di un boss della mafia cinese

Le due vittime sono due cittadini cinesi che abitavano nel palazzo dove sono stati uccisi. Gli inquirenti stanno indagando sul passato della coppia, la donna avrebbe un precedente per gioco d'azzardo

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Csarabinieri
Foto Ansa

Il duplice omicidio avvenuto lunedì a Roma, in cui sono stati uccisi Zhang Dayong, 53 anni, e la moglie Gong Xiaoqing, 38 anni, sarebbe collegato alla guerra della criminalità organizzata cinese per il controllo del settore logistico nell’ambito dell’abbigliamento, con epicentro a Prato. È questa l’ipotesi investigativa formulata dagli inquirenti toscani, che indagano su una delle più violente escalation mafiose degli ultimi anni. Potrebbe quindi trattarsi un regolamento di conti all'interno della mafia cinese. Proprio per questro le indagini sono seguita dalla direzione distrettuale antimafia. 

Il contesto: la “guerra delle grucce” e la mafia cinese in Italia

Negli ultimi due-tre anni, Prato è diventata teatro di una lotta interna tra cartelli cinesi rivali per il monopolio della logistica nella distribuzione dell’abbigliamento. Questa faida, nota come “guerra delle grucce”, ha visto un’impennata di atti violenti, aggressioni, attentati incendiari e tentati omicidi, non solo in Toscana, ma anche a Madrid e Parigi. Secondo gli investigatori, il duplice omicidio a Roma si inserisce in questo scenario criminale, rappresentando una vendetta o una rappresaglia all'interno degli equilibri mafiosi, ora messi in discussione.

Chi era Zhang Dayong, alias “Asheng”

L’uomo assassinato nella Capitale non era uno sconosciuto alle forze dell’ordine. Conosciuto con il soprannome di Asheng, Zhang Dayong era stato uno dei principali indagati nell’inchiesta “China Truck” del 2018, condotta dalla DDA di Firenze. L’indagine aveva messo in luce l’esistenza, a Prato, di organizzazioni criminali cinesi ramificate in tutta Europa, con legami diretti con le triadi in patria. Zhang era considerato un collaboratore fidato del boss Zhang Naizhong, figura chiave del sistema mafioso cinese in Italia. L’organizzazione, dal 2024, sembra essere sotto attacco diretto, con gli equilibri interni che appaiono sempre più instabili.

Escalation di violenza: gli ultimi episodi

Negli ultimi mesi, la cronaca ha riportato numerosi episodi riconducibili alla guerra tra clan: aggressioni armate a Prato, spesso mirate a imprenditori cinesi, incendi dolosi a magazzini e capannoni nel distretto tessile toscano; faide replicate anche all’estero, in particolare in Spagna e Francia. L’omicidio di Zhang e della moglie sarebbe solo l’ultimo tassello di un conflitto ormai fuori controllo, con assetti mafiosi consolidati per anni che stanno saltando.

Difficoltà investigative

Uno degli ostacoli principali per gli investigatori è rappresentato dalla ricostruzione degli schieramenti attualmente in lotta. Le alleanze tra clan cinesi sono spesso fluide, con passaggi di fedeltà legati a logiche economiche o familiari, rendendo complessa l’individuazione di responsabili e mandanti.

E' stata una esecuzione

I due i Zhang Dayong di 53 anni e Gong Xiaoqing di 38, stavano rientrando a casa in bici quando il killer li stava aspettando all'interno del palazzo dove vivevano in via Prenestina per poi freddarli fuori dal portone con alcuni colpi alla testa. E' quanto emerge dall'indagine della Procura di Roma che coordina l'attività dei carabinieri. In base al racconto di alcuni testimoni l'uomo, che indossava un cappuccio, aveva citofonato ad alcuni condomini per farsi aprire ed era salito al piano dove abitavano i due alcuni minuti prima del delitto.  Dagli accertamenti dei carabinieri, è risultato che l'appartamento in cui vivevano era affittato ad una terza persona che verrà sentita. All'interno della casa sono stati trovati i loro passaporti. 

Esclusa rapina

Non è chiaro se il sospettato, che ha utilizzato una pistola di piccolo calibro, si sia allontanato dopo l'omicidio in moto o a piedi. Gli inquirenti stanno indagando sul passato della coppia, la donna avrebbe un precedente per gioco d'azzardo. Al momento le piste più accreditate sono quelle del movente sentimentale o di un debito di denaro, esclusa invece la rapina alla luce del fatto che sul luogo dell'agguato sono stati trovati i cellulari che la borsa della donna. I telefoni, ora sequestrati come l'appartamento, verranno analizzati. Le telecamere presenti nel condominio non avrebbero offerto elementi utili in quanto risultate non funzionanti. Il pm titolare del fascicolo Stefano Opilio, che in nottata ha effettuato un sopralluogo, ha disposto l'autopsia.

 

 

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