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Chi è il killer della sparatoria di Frosinone. La confessione. Il video shock della sparatoria

Il procuratore: "Tranquillizzo la città di Frosinone: l'assassino è stato preso. Le indagini non sono affatto concluse ma sono soltanto all'inizio"

Stefano Loffredodi Stefano Loffredo   
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Ci sarebbe una donna contesa all'origine della sparatoria mortale avvenuta ieri sera intorno alle 19.30 nello Shake Bar di Frosinone tra due gruppi di albanesi e costata la vita a un 27enne. Il killer fermato dalla polizia sarebbe Mikea Zaka, albanese di 23 anni che ora è accusato di omicidio e triplice tentato omicidio. Nella notte è stato condotto in Questura dove è stato sentito dal capo della Squadra Mobile, Flavio Genovesi. Il giovane, messo alle strette, ha confessato. Ed è stato arrestato.

La ricostruzione dal video

A fornirla è stato l'esame delle immagini registrate dalla telecamere interne al locale e le ammissioni fatte dal 23enne arrestato nella notte dalla polizia con l'accusa di omicidio e triplice tentato omicidio. Ai poliziotti del questore Domenico Condello, il 23enne ha raccontato che lui si trovava al bar con alcuni amici e che poco prima delle 19.30 è arrivato un gruppo di quattro connazionali con i quali si è subito accesa una discussione. Ad estrarre la pistola e a fare fuoco uccidendo non è stato quindi un componente del commando arrivato nel bar, ma uno del gruppo che già si trovava al suo interno. Una versione che avrebbe trovato pieno riscontro dall'esame delle immagini.

Il bilancio

La vittima di 27 anni e gli altri feriti, di cui uno in gravissime condizioni all'Umberto I e uno al San Camillo, sono i componenti del gruppo arrivato nello Shake. Agli agenti, il 23enne ha detto che la pistola non era la sua ma di uno del gruppo entrato nel locale ed al quale lui sarebbe riuscito a strappare di mano l'arma. Ma è una versione alla quale la polizia non crede e sulla quale sono in corso approfondimenti.

La confessione 

"Ero al bar con i miei amici quando si è avvicinata una Y10. Ho visto subito Ervin e suo fratello Kasen che venivano verso di me con fare minaccioso", ha raccontato secondo quanto riporta il Corriere della Sera ""Con Kasen c’era una vecchia ruggine per motivi sentimentali per via di una ragazza". A questo si sarebbero aggiunti anche motivi di egemonia sul territorio per il mercato della prostituzione e dello spaccio. 

"Quando i quattro si sono avvicinati al nostro tavolo – ha proseguito Milka – ci hanno subito aggredito a parole e ne è seguita una rissa. A quel punto ho preso la pistola e ho sparato. Ma per difendermi". E a terra è rimasto Ervin, 27 anni, che è morto dopo venti minuti di agonia. Poi ha aggiunto che la pistola l’ha gettata dal ponte di via Verdi. Verso le 3 Mikea Zaka (che non ha precedenti, ma è molto noto in questura) è stato accompagnato in carcere ma, prima di uscire dalla Questura, si è detto profondamente pentito di quello che ha fatto. 

Il procuratore

"Tranquillizzo la città di Frosinone: l'assassino è stato preso. Le indagini non sono affatto concluse ma sono soltanto all'inizio per ricostruire cosa ci sia dietro a questo gravissimo fatto di sangue che ha coinvolto due gruppi criminali": lo ha detto il procuratore della Repubblica di Frosinone Antonio Guerriero, uscendo dalla prefettura di Frosinone dove questa mattina si è riunito il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica.

Indagini complesse

Nel corso del Comitato è emerso che le indagini sono state complesse al punto che solo poco prima della riunione si è avuta la certezza sul nome della vittima: Caseni Kasmi e non Ervin Kasmi come si era ritenuto fino a quel momento e che invece è rimasto ferito. "Non siamo di fronte ad un'emergenza criminale ma attueremo una energia azione di contrasto" ha assicurato il prefetto Ernesto Liguori. Il sindaco Riccardo Mastrangeli ha evidenziato "la tempestività delle forze dell'ordine e l'efficacia della rete di videosorveglianza attiva sul territorio comunale".

 

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