Caccia all'assassino di Sharon, sapeva abitudini e orari: spunta la premeditazione. Al vaglio telecamere e celle telefoniche
Da un lato le telecamere, dall'altro le celle telefoniche. Sono i due fronti su cui si stanno concentrando le indagini dei carabinieri di Bergamo e Zogno per risalire all'autore dell'omicidio di Sharon Verzeni, la barista di 33 anni uccisa a coltellate lunedì notte, poco prima dell'1, mentre camminava in via Castegnate a Terno d'Isola, dove abitava.
Nel tratto di strada in cui è stata accoltellata, davanti a una villetta al civico 32, non ci sono telecamere: i carabinieri stanno pertanto acquisendo ed estrapolando le riprese di quelle comunali e dei privati della zona. L'assassino si è mosso con attenzione, tenendo probabilmente conto dell'assenza di telecamere: deve però aver raggiunto il punto dell'agguato, a piedi o forse lasciando un'auto poco lontano. Per questo risulta difficile pensare possa essersi trattato di un agguato casuale. La zona è piuttosto abitata e dunque i cellulari collegati alle varie celle telefoniche sono migliaia. Saranno però esclusi quelli connessi a sistemi wi-fi privati dell'area.
L'autopsia
Il sostituto procuratore Emanuele Marchisio ha incaricato il medico legale Matteo Marchesi: l'esame esterno della vittima ha rivelato 6 coltellate, mentre l'autopsia dovrà verificare se ce ne siano altre, quale di esse è stata letale e poi in quale ordine sono state inferte e se la donna abbia cercato di difendersi dal suo aggressore. Si cercano, inoltre, eventuali tracce lasciate dall'assassino sul corpo e sui vestiti di Sharon.
Omicidio premeditato?
Benché gli inquirenti stiano indagando a trecentosessanta gradi e non escludano, al momento, alcuna pista, pare ormai evidente che l'omicidio di Sharon Verzeni non sia stato casuale, ma mirato per colpire proprio la trentatreenne, uccisa con sei coltellate poco dopo la mezzanotte di lunedì a Terno d'Isola, nella Bergamasca. La donna aveva addosso ancora il cellulare e aveva lasciato a casa il portafogli, dunque difficilmente potrebbe essere rimasta vittima di una rapina finita male. Chi l'ha uccisa probabilmente sapeva di quelle passeggiate a tarda ora che faceva anche per perdere peso, come le aveva consigliato un dietologo: così l'ha probabilmente aspettata tendendole un agguato.
La dinamica dell'agguato
Sembra che il killer l'abbia sorpresa alle spalle, ferendola con tre coltellate alla schiena, forse senza che Sharon si sia resa conto, almeno inizialmente, di essere aggredita o abbia avuto il tempo di vedere chi la stava colpendo. E dopo che si è girata, l'assassino l'ha colpita di nuovo per tre volte, dunque con particolare ferocia e senza esitazioni: una coltellata l'ha raggiunta al torace e altre due all'addome (ulteriori dettagli si avranno dall'autopsia). A quel punto Sharon ha tentato di chiedere aiuto, chiamando lei stessa il 112, ma senza riferire chi l'avesse aggredita: "Aiuto, mi hanno accoltellato", ha detto all'operatore. Poi è stata soccorsa da due persone di passaggio e da una residente di via Castegnate, ma è morta al pronto soccorso dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Troppo profonde - come le hanno definite gli inquirenti - le ferite riportate.
Si indaga nella vita privata
I carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Bergamo e della compagnia di Zogno, coordinati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio, stanno scandagliando la vita privata della donna, estetista che era ora impiegata in una pasticceria di Brembate, vagliando il contesto famigliare e di amicizie al momento senza trovare ombre. "Era una ragazza tranquilla" ha raccontato il padre Bruno, rientrato dalle vacanze con la famiglia appena saputo cosa è successo. Il compagno, Sergio Ruocco, elettricista dalla vita irreprensibile, era nella loro casa, distante meno di 700 metri dal punto di via Castegnate dove la trentatreenne è stata aggredita mortalmente. Di solito la accompagnava, ma la sera dell'aggressione era stanco, ha spiegato il padre di Sharon, che lo ha definito "un ragazzo stupendo", ed è andato a dormire. Sono stati i carabinieri a svegliarlo e a sentirlo a lungo.