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[La polemica] Sesso a scuola e violenza nel liceo della Roma bene, giovani soldati di Gomorra a Napoli. I giovani sono nudi

Il vuoto, l’assenza di valori, di modelli culturali, persino di ideologie, hanno denudato le nuove generazioni, esponendole indifese alla spontaneità di riproduzione di modelli negativi, in assenza di una capacità critica inibitoria

Guido Ruotolodi Guido Ruotolo   
[La polemica] Sesso a scuola e violenza nel liceo della Roma bene, giovani soldati di Gomorra a...

Ha le prime pagine dei giornali ormai da alcuni giorni la gioventù (1.500 studenti) del liceo Virgilio di Roma. Mass media e istituzioni insistono nel rappresentare un modello di ragazzi libertini e violenti. Accusati di fare sesso, di occupare la scuola senza motivazioni, di far esplodere fuochi pirotecnici nel cortile. Di spacciare, di drogarsi.

Un buco nero in via Giulia, alle spalle di piazza Farnese e Campo dei fiori. Quella voragine dovrebbe chiamare in causa tutti noi genitori, famiglie, istituzioni. Diciamo pure la cultura del Paese. C’è qualcosa che non va, che non funziona. Il vuoto, l’assenza di valori, di modelli culturali, persino di ideologie, hanno denudato le nuove generazioni, esponendole indifese alla spontaneità di riproduzione di modelli negativi, in assenza di una capacità critica inibitoria.

Sky ha mandato in onda venerdī sera la prima puntata della terza serie di Gomorra . Scene delle serie precedenti e dialoghi per riannodare i fili di una trama noir. Una storia tutta al nero, senza eroi positivi, senza il conflitto tra bene e male, tra Stato e Antistato. Giovani mandati al macello. Pistole e mitra ostentati come falli, dimostrazione di virilità assassina. Insomma, scene violente, sparatorie, proclami di vendette, strategie militari. I giovani viaggiano solo su scooteroni senza casco. Sono barbe e capelli rasati tutti allo stesso modo.

Scampia

La nostra infanzia era invece popolata da scene di guerre per sottomettere popoli e culture. Little big Horn, il generale Custer, le invasioni spagnole in America Latina per sottomettere i nativi.

Gomorra va in onda in televisione mentre nelle stesse ore a Napoli, nel cuore della notte che vorrebbe vivere una movida che non c’è più ma è solo il set del film sulla paura, nel centro bene della città, la «stesa» si è trasformata in una sparatoria a bersagli mobili. Vittime e carnefici tra i 16 e 14 anni. Alle tre di notte, e potevano esserci vittime innocenti o bersagli senza vita.

La “stesa” è un corteo di scooteroni che attraversa strade, quartieri e piazze sparando all’impazzata. Sembra un gioco, ė l’avvertimento di un clan di giovani del «sistema» (così si chiama la moderna camorra) della loro forza, del loro progetto di dominio. Virgilio, Gomorra, la “stesa” napoletana. Povera gioventù moderna. Dovremo tutti guardarci allo specchio e non nascondere le nostre responsabilità e prendercela con loro.

Scampia è il set di Gomorra. È stata la più grande piazza di spaccio dell’Italia del sud. Oggi non è più come prima. Qui c’è un luogo magico che tutti dovrebbero visitare per trovare risposte che oggi non sanno dare ai ragazzi del Virgilio, a Gomorra o alle periferie della disperazione e della violenza. In passato è stato un istituto professionale. Abbandonato, è diventato un luogo del dolore e della morte. Migliaia di ragazzi hanno consumato eroina e cocaina. Alcuni di loro sono anche morti per overdose. Quando hanno pulito i locali di questa ex scuola, hanno riempito di siringhe 42 cassonetti mobili di rifiuti.

Ciro Corona dovrebbe ricevere dal Capo dello Stato una medaglia al valore civile. Lui è il simbolo del riscatto, della possibilità di cambiare il percorso di morte in vita. Di ridare speranza.

Era già buio, sabato pomeriggio quando Ciro ci ha accolti nella ex scuola oggi luogo virtuoso di ricostruzione di una identità, di una umanità pacificata, che sogna e spera. Che lavora e che ha la forza di cambiare se stessa e quindi il proprio mondo.

Libri accatastati, perché tra un mese si inaugurerà una libreria con 4.500 volumi offerti dalla SIAE. C’è la palestra dove tre mattine a settimane una settantina di donne di Scampia fanno pilates. Ci sono lavoratori artigianali dove una decina di detenuti in semilibertà vengono a ricostruire una vita “normale”, per quando saranno liberi. E poi ci sono i locali dove un gruppo di migranti minori vive, partecipa a corsi di formazione professionale.

A raccontare, a descrivere le attività messe in piedi da Ciro Corona si perde l’emozione che si prova respirando L’aria di questo centro virtuoso, i colori di Scampia, gli sguardi dei ragazzi migranti. Le parole di speranza di Ciro Corona.

Forse venendo a Scampia troveremo risposte ai perché del disagio giovanile, dei ragazzi del  Virgilio di Roma, dei soldati di Gomorra, dei giovani disperati delle nostre tante, troppe periferie.

 

Guido Ruotolodi Guido Ruotolo   
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