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La Sapienza, studenti in sciopero della fame e incatenati: "Via la rettrice". Tornano liberi entrambi gli arrestati dopo gli scontri di ieri

Una ragazza di 26 anni e uno di 20, fermati ieri, sono stati liberati. Fuori dal Tribunale il sit in dei collettivi. Poi la conferenza stampa al Rettorato e la richiesta alla rettrice: "Si dimetta"

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Tornano gli scontri e le tensioni all'Università La Sapienza di Roma dove da giorni era attesa la riunione del Cda e del Senato accademico sulla questione degli accordi di ricerca con Israele. Due gli arrestati dopo il tentativo di irruzione prima al Senato accademico e poi al commissariato, sotto al quale si erano radunati dei manifestanti: uno è stato fermato dopo aver danneggiato un'auto della polizia, una ragazza avrebbe aggredito un dirigente della polizia durante il tentativo di irruzione nel commissariato. Intanto sono tornati liberi i due arrestati. Si tratta di una giovane di 26 anni accusata di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni e di un ventenne cittadino libico, accusato di danneggiamento aggravato per essere salito su un mezzo della polizia. Il giudice ha fissato il processo al prossimo 23 maggio. Si registrano però feriti tra le forze dell'ordine: in tutto sarebbero 27, secondo la questura 25 sono poliziotti e due sono carabinieri.

Studenti in sciopero della fame e incatenati

Da oggi ragazze e i ragazzi dei collettivi che da tre giorni sono in presidio con le tende all'interno dell'università La Sapienza  si sono incatenati e sono in sciopero della fame. "Il nostro Paese non è ancora disposto ad adoperarsi per costruire le condizioni per la pace, ma non c'è più tempo - si legge in un appello scritto dagli studenti - Siamo incatenati e in sciopero della fame davanti al rettorato della Sapienza perché è dal cuore della più grande università d'Europa che ottenere un passo indietro da chi è complice di un genocidio, può produrre un importante cambiamento".

La studentessa incatenata: "La rettrice si dimetta"

Una studentessa e uno studente sono incatenati davanti al rettorato, mentre colleghi e colleghe, accampati con le tende, hanno inziato lo sciopero della fame. "Saremo in sciopero della fame fino a quando la rettrice Antonella Polimeni non ascolterà le nostre richieste", dice Francesca di Cambiare Rotta che condivide questa forma di protesta insieme a Leonardo della stessa organizzazione. "Continuiamo a chiedere lo stop agli accordi. E forse a questo punto la mossa giusta sarebbe anche dimettersi - aggiunge - i docenti ieri hanno presentato delle criticità e nessuno ha dato ascolto a quello che è stato detto". Per Francesca si tratta di un "problema di democrazia interna". "Per noi appare logico che lei si dimetta perché non rappresenta le volontà della comunità studentesca", conclude. La rettrice, Antonella Polimeni, è accusata di non volere un vero confronto con gli studenti e di non essersi dimessa dalla fondazione Med'Or che appartiene alla industria bellica di Stato, Leonardo.

"Chiediamo ufficialmente alla rettrice Antonella Polimeni di venire a rendere conto delle sue decisioni", hanno ribadito le ragazze e i ragazzi dei collettivi in conferenza stampa davanti al rettorato, dopo gli scontri di ieri. "Restiamo incatenati e in sciopero, contemporaneamente al presidio permanente delle tende al pratone - proseguono - Non è accettabile che la rettrice del più grande ateneo d'Europa fugga dal dialogo con la sua comunità". E rilanciano l'appuntamento per domani, "alle 18 sul pratone, per una grande assemblea pubblica aperta anche alla città che chiede un confronto con la rettrice e tutta la governance d'ateneo. Polimeni è ora di ascoltarci". "Sono mesi che ci mobilitiamo per la Palestina e se le forze dell'ordine arrivano a manganellare gli studenti significa che la nostra università non è più uno spazio democratico", aggiungono.

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