In sciopero dopo la morte di Ali, protesta dei rider per le condizioni di lavoro: Glovo riconosce un aumento
Jamat è morto proprio mentre, in quelle stesse ore, la moglie in Pakistan stava mettendo al mondo la sua seconda figlia. Il sindaco di Padova, Sergio Giordani: “Una tragedia che rende ancora più evidente quanto sia necessario impegnarsi per le tutele e i diritti sul luogo di lavoro, mettendo al primo posto la sicurezza"
Hanno incrociato le braccia per due giorni i rider di Padova, dopo la morte di un loro collega - Ali Jamat, ucciso da un'auto mentre faceva l'ultima consegna - ed alla fine hanno fatto valere i loro diritti. Glovo, la piattaforma delle consegne per la quale lavorano, ha accettato le loro richieste, grazie anche all'intervento del sindacato.
La tragica vicenda
Alì Jamat era un rider pakistano deceduto in ospedale a Padova dopo tre settimane di agonia per un incidente in cui venne travolto da un'automobile. Dopo il funerale in un centro islamico del quartiere Arcella, giovedì 26 settembre, il corpo di Alì era stato imbarcato su un aereo per far ritorno in Pakistan, dov'è poi stato sepolto a Sialkot, sua città natale, al confine con l'India.
La decisione dei colleghi
La morte di Jamat, 31enne, aveva scosso profondamente i suoi colleghi, la comunità pakistana in città, e il sindaco di Padova, Sergio Giordani, informato che Jamat era morto proprio mentre, in quelle stesse ore, la moglie in Pakistan stava mettendo al mondo la sua seconda figlia. "Una tragedia - aveva detto Giordani - che rende ancora più evidente quanto sia necessario impegnarsi per le tutele e i diritti sul luogo di lavoro, mettendo al primo posto la sicurezza".
I rider, in segno di lutto e di protesta, hanno così iniziato un sit-in di due giorni, in Piazza Mazzini, uno dei luoghi di ritrovo dei corrieri in bicicletta. Sabato si sono autoconvocati nel centro cittadino e hanno contattato il sindacato NIdIL Cgil Padova, che con Mirko Romanato li ha affiancati nell'avvio di una trattativa con l'azienda. Ieri è scattato un altro sciopero: un centinaio di rider della città hanno incrociato le braccia, bloccando le consegne. Un braccio di ferro che al termine ha portato al raggiungimento di una intesa con l'azienda: un aumento della paga base da 3 euro a 3.30 per ogni singolo ordine, maggiorazioni e un rimborso chilometrico di 37 centesimi per tragitti brevi (60 sopra i 6 chilometri) e una indennità in caso di maltempo, "perché quando piove - hanno spiegato - sulla strada rischiamo la nostra vita".
"Questi lavoratori - ha detto Mirko Romanato - hanno dimostrato che se c'è unità e determinazione anche un colosso deve scendere dal proprio piedistallo e trattare. Perché quello che è avvenuto è che i rider, oltre un centinaio che lavorano per la piattaforma a Padova, l'hanno letteralmente bloccata, semplicemente rifiutandosi di fare le consegne, se Glovo non fosse scesa a patti. Ed è esattamente quello che è successo".