[Il ritratto] Dalla borsa di studio al vertice, tanto talento e zero raccomandazioni: così Federica Sciarelli ha conquistato il Tg1. Ma pare voglia rinunciare
Nell’azienda, la sua carriera è tutta dentro la terza Rete, e forse per questo viene bollata di sinistra, o per le sue liti storiche con Gasparri e persino con Salvini. Indicata per la direzione più importante della tv di Stato lei pare sia intenzionata a rifiutare. “Non vogliono rinunciare al mio programma e alla mia vita” avrebbe confidato a degli amici. Attesa per la decisione e gli sviluppi
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Le belle notizie di questi tempi non hanno vita lunga. Finalmente avevano scelto una grande professionista alla direzione del Tg1: Federica Sciarelli. Purtroppo, lei sarebbe intenzionata a rinunciare, stando a quanto riferito da persone a lei molto vicine. A meno che non ci sia un ripensamento dell’ultimo minuto. Sembrava un miracolo. Anche se qualcuno, compreso il critico televisivo del Corriere della Sera Aldo Grasso, l’ha definita «una faccia di sinistra», la verità è che Federica Sciarelli è uno dei pochissimi giornalisti della Rai che non è entrato grazie a un partito, ma dopo una borsa di studio, uno stage, un concorso e pure la protesta dei sindacati perché non l’avevano assunta. In fondo, anche la rinuncia è in linea con un personaggio che ha sempre privilegiato le scelte professionali a quelle di un’ambizione fine a se stessa.
Nell’azienda, la sua carriera è tutta dentro la terza Rete, e forse per questo viene bollata di sinistra, o per le sue liti storiche con Gasparri e persino con Salvini, che nonostante tutto oggi deve aver dato il suo benestare visto il ruolo e il peso che ricopre nel governo. Ma lei stessa aveva raccontato una volta che dopo essersi beccata con il leader della Lega, lui alla fine aveva detto: «Chi l’ha visto? non si tocca, piace a mia mamma». Che è lo stesso complimento che le aveva concesso Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, e faccia di destra: «Tu non mi voterai mai, ma Chi l’ha visto? piace a mia madre». E questo è il primo merito della Sciarelli: ha sempre conquistato il pubblico solo grazie al suo lavoro. E nonostante faccia cronaca nera da una vita ormai, alla conduzione della sua storica trasmissione, la sua vera passione è un’altra, come ha sempre confessato: «La politica l’ho sempre fatta, vengo da lì. I talk politici, lo ammetto, mi appassionano. Ma sono anche bravissima a fare pasta e ceci e le polpette di melanzane».
Compagna di classe di Giorgiana Masi, uccisa durante una delle manifestazioni di piazza del rivoltoso 77, Federica Sciarelli ha 60 anni precisi precisi, appena compiuti, come Madonna e Sharon Stone, che giurano che a quell’età si può fare ancora di tutto. Quel 12 maggio del ‘77, una vita fa, non sappiamo se c’era anche lei in quel corteo a Roma, ma di certo la Sciarelli viene da quel tempo, da quelle assemblee e dai dibattiti, da quegli scontri infuocati inseguendo i sogni di un mondo più giusto. Solo che non si è mai fermata lì. A vent’anni ha già vinto una borsa di studio per l’avviamento alla carriera giornalistica: seconda su diecimila partecipanti.
«Come prima destinazione mi mandarono a faere uno stage al Tg1. Ricordo che c’era Mentana giovane praticante. Ma alla fine dell’anno di Borsa di studio, né io, né gli altri 29 vincitori vennero assunti. Anzi, ci furono due assunzioni. Meglio non indagare». Così fece un concorso, lo vinse e andò a lavorare al Senato, all’Ufficio Informazioni parlamentari. Ma 8 anni dopo, pressata dal sindacato che aveva appoggiato la denuncia di alcuni borsisti, la Rai fu costretta a prenderli. Così è cominciata la carriera di Federica Sciarelli. Con qualche dubbio: «perché ci rimnisi almeno metà dello stipendio. Al Senato guadagnavo di più». E perché il padre, napoletano, avvocato dello Stato, era fortemente contrario: «Lasci il posto al Senato per andare a fare il giullare?».
Ma lei era giovane, e il Senato era un po’ tetro. Disse di sì. E al diavolo i soldi. Rai3, con Sandro Curzi. Telekabul, e un gruppo di ragazzi all’assalto del mondo. La prendono nella redazione politica, e lei segue il pci, e poi fa l’inviata. I vecchi la guardano con sospetto, perché lei dimostra ancora meno della sua età: «Ma quella lì è troppo giovane, è una ragazzina, come fa a occuparsi di queste cose?». Niente paura. Tiene duro, e passa pure a condurre i telegiornali, prima quello delle 22,30 e poi quello principale, delle 19. Lavora con Santoro a Samarcanda. E’ una tosta: «Se mi attaccano, io vado alla guerra», dice. E quando comincia l’esperienza di Chi l’ha visto? scopre la cronaca nera come se la facesse da sempre: «Io ce la metto tutta nel mio lavoro. Quando ascolti le storie per forza ti esponi e dai battaglia. Ma è chiaro che questo dolore delle famiglie lo respiro. Lo porto con me».
L’8 maggio del ‘91, ancora all’inizio della sua carriera, viene nominata Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana dal Presidente Cossiga. In tempi più recenti è protagonista di una storia con Woodcock. Il Settimanale Chi - el segna semper lù, come diceva il ritornello dei tifosi interisti - la becca assieme al pm John Henry Woodcock mentre fanno footing. A domanda, lei risponde che non parla della sua vita privata: «Però non ho niente da nascondere. Mi sono ritrovata sotto casa più di una volta i fotografi. Chehanno ripreso sempre la stessa scena: io, Woodcock, il mio cane, che andavamo a correre nel parco. Non sono mai riusciti a fotografare nulla di più. Semplicemente perché non c’è nulla di più. Siamo finiti sulle copertine. E vabbé. Ma la foto è sempre quella. Io, il cane e lui».
E’ giornalista di cronaca e di politica, come dimostrano anche i suoi libri: «Tre bravi ragazzi» dagli atti del processo sul massacro del Circeo; «Con il sangue negli occhi. Un boss della banda della Magliana si racconta», assieme ad Antonio Mancini; e l’ultimo, uscito nel 2010, «Un mostro innocente», sulla vicenda del povero Gino Girolimoni accusato ingiustamente per esigenze di regime dello stupro e dell’omicidio di sette bambine nella Roma fascista degli Anni Venti, che non poteva permettersi storie così cupe senza colpevoli da consegnare alla Giustizia. Qualche anno fa, ospite da Fabio Fazio, aveva confessato di voler lasciare Chi l’ha visto?: «E’ un programma molto duro per noi che siamo lì dentro. Noi abbiamo a che fare con il dolore della gente da 11 anni». Solo che l’avevano subissata di lacrime e proteste e aveva dovuto rinuciare ai suoi propositi d’addio. Il suo è un pubblico di fedelissimi. Come avrebbero fatto le mamme di Salvini e della Meloni senza di lei?