[L'inchiesta] Guerra di camorra, Scampia piomba nel passato. L'appello disperato: "Lo Stato ci sta abbandonando"
Racconta Ciro Corona: «Erano cinque, sei mesi, che la “crema” di Scampia era tornata. Vedevi le paranze di scooter scorrazzare per i vialoni del quartiere. E prima il palazzo, poi l'isolato e infine il lotto sono ridiventati loro territori dove è impossibile entrare»
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Scampia, che un tempo era il più fornito supermarket della droga di Napoli e del sud. Le Vele, Gomorra la fiction. E la guerra di camorra, gli «scoppiati». Violenza chiama violenza. E dilaga, si diffonde anche nel centro della città, e nuove guerre decimano le paranze dei bambini. E oggi grida Ciro Corona, animatore dell'altra Scampia, di Libera e le altre associazioni di volontariato: «Strana sensazione. Dieci proiettili, un morto e in un giorno tutto ritorna a 10 anni fa».
Tre giorni fa un agguato. Un giovane boss, Nicola Notturno, figlio d'arte, 21 anni, con il volto sfigurato dai proiettili. I ragazzi di Scampia lo raccontano così: «Era un violento. Ti sfidava con gli occhi, sempre pronto a fare la guerra aveva la sua pistola nascosta nei giardinetti pronta all'occorrenza».
Nicola Notturno, era figlio di un boss, Raffaele, oggi in carcere, e nipote di un pentito. Probabilmente è stato ucciso per una partita di droga non pagata. Sono prime ipotesi che gli investigatori stanno verificando.
Racconta Ciro Corona: «Erano cinque, sei mesi, che la “crema” di Scampia era tornata. Vedevi le paranze di scooter scorrazzare per i vialoni del quartiere. E prima il palazzo, poi l'isolato e infine il lotto sono ridiventati loro territori dove è impossibile entrare». E oggi, dopo l'omicidio Notturno, Scampia è ripiombata nel passato. E si è svuotata.
«Spariti i fiumi di TMax con a bordo i guappi del mese, le nuove piazze svuotate, niente guaglioners nei porti, forze dell'ordine in ogni angolo, s giustificare con i posti di blocco, la loro impotenza». Guerra di camorra, anni Novanta. Gli scissionisti e i ragazzi che sciamano disperati un cerca di eroina, di cocaina, delle pasticche. Scampia era questo. E non solo. Degrado sociale e case mostro, come le Vele, che finalmente le stanno cancellando.
Ciro Corona ha scritto un appello disperato su Facebook, raccontando lo scenario apocalittico di queste ore. «Come dieci anni fa, deserto e posti di blocco. Ma a differenza di allora l'altra Scampia, quella che si rifiuta di essere rappresentata da chi fa della propria esistenza una lotta tra la vita e la morte, non trova più degli interlocutori istituzionali. A differenza del vecchio commissario di Scampia, il nuovo non è ancora venuto mai a vedere l'attività sui beni confiscati».
Parole amare. Che trovi anche nell'appello lanciato sulla rete: «Nessun percorso costruito in questi 10 anni, nessuna alternativa. Solo oblio e abbandono. Eravamo orfani di camorra a Scampia, qualcuno si era illuso, il sogno sta per finire. Bisogna intervenire, bisogna farlo subito. C'è bisogno della rete tra terzo settore, forze dell'ordine e istituzioni, quella stessa rete che ha dato vita al più grande laboratorio sociale d'Italia. C'è bisogno di sinergia e dialogo. Fare presto, facciamo presto».
Che tristezza il ritorno a un passato terribile. sono giovani le nuove vittime di una guerra che si annuncia cruenta. Soldi e potere sono le molle terribile che alimentano l'esistenza dei trafficanti. napoli è sempre di più la Medellín del Mediterraneo. Violenta e crudele. E sono i giovani le vittime e i carnefici.