Bimba sbranata dal pitbull: la versione del padre non convince, sequestrato il cellulare dell’uomo
Servirà a capire eventuali spostamenti di Vincenzo Loffredo. Oltre al telefono dall'interno dell'appartamento di Acerra la polizia scientifica ha portato via nuovi elementi che potrebbero tornare utili alle indagini

E’ stato sequestrato il cellulare di Vincenzo Loffredo, il papà della piccola Giulia, morta ad Acerra nella notte tra il 15 ed il 16 febbraio scorsi, aggredita, secondo il racconto reso dall'uomo agli inquirenti, dal pitbull di famiglia mentre dormiva sul lettone. Oltre al telefono dall'interno dell'appartamento del parco Ice Snei la polizia scientifica ha portato via nuovi elementi che potrebbero tornare utili alle indagini per stabilire cosa sia esattamente accaduto in quella casa.
La versione del padre non convince
Il lavoro della scientifica nell'abitazione è durato quasi otto ore e mezza, alla ricerca di tracce di sangue lasciate dal cane o dalla bambina. Vincenzo Loffredo sostiene infatti di aver trovato Giulia a terra accanto al letto dove anche lui si era addormentato, in una pozza di sangue, e di averla portata in ospedale. Durante il tragitto avrebbe poi chiamato in pronto soccorso per assicurarsi di raggiungere un ospedale aperto. Il cellulare servirà anche a capire eventuali spostamenti dell'uomo, e verificare se abbia utilizzato invece il telefono anche in quell'ora in cui sostiene di essersi addormentato senza accorgersi di quanto accadeva alla sua piccolina.
Sequestrato anche il guinzaglio
Nell'abbandonare l'appartamento la scientifica stringeva tra le mani alcuni sacchi dove verosimilmente hanno raccolto ulteriori reperti. Tra gli altri, un guinzaglio appartenuto a uno dei due cani della famiglia. La polizia ha provveduto poi a ripristinare i sigilli davanti alla porta dell'abitazione dove sarebbe avvenuta l'aggressione, ripulita poi, sempre secondo quanto riferito dal 24enne al suo avvocato, da alcuni familiari. Versione per la quale l'uomo ha chiesto di essere ascoltato dal pubblico ministero per fugare eventuali dubbi sul proprio coinvolgimento nell'inquinamento della scena teatro della tragedia.
I dubbi degli investigatori
Le indagini in corso proveranno a fare luce sui dubbi e su alcuni elementi contraddittori emersi in questa prima fase di riscontri. L'assenza di tracce di sangue sul cane Tyson, un pitbull che per alcuni era aggressivo perché - stando ai racconti dei vicini di casa - aveva già ucciso un cagnolino, eppure viveva in casa. E poi il papà della piccola che non si sarebbe accorto di nulla perché crollato in un sonno profondo ma che, una volta all'ospedale, in prima battuta aveva dichiarato che la figlia era stata assalita da un randagio.