Universitario con la passione per il padel: chi era il ragazzo ucciso dal padre durante una festa
L’uomo avrebbe inizialmente provato a calmare gli animi, ma successivamente ha estratto una pistola, esplodendo alcuni colpi in aria a scopo intimidatorio.
Tragedia a San Gregorio di Catania, dove un imprenditore sessantenne Natale Lo Verde è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario per aver ucciso il figlio Carlo Lo Verde di 23 anni durante una festa. Secondo le prime informazioni, la lite sarebbe degenerata rapidamente, culminando in una sparatoria che ha anche ferito lievemente un amico della vittima. I carabinieri del comando provinciale, coordinati dal sostituto procuratore Rocco Liguori del pool diretto dall'aggiunto Fabio Scavone, hanno eseguito il fermo e stanno portando avanti le indagini. L'uomo è stato condotto in caserma subito dopo l'accaduto.
Chi era la vittima: universitario con passione per il padel
Uno studente universitario iscritto alla facoltà di Economia e impresa dell'università di Catania con la passione per il padel, sport che praticava. E' il ritratto di Carlo Lo Verde, 23 anni, ferito mortalmente con un colpo di pistola sparato dal padre, Natale, un imprenditore di 62 anni, che è stato arrestato dai carabinieri per omicidio volontario. Secondo una prima ricostruzione il giovane sarebbe intervenuto nel tentativo di disarmare il padre che aveva esploso dei colpi di arma da fuoco, con rivoltella 357 Magnum, per sedare una rissa scoppiata ad una festa di compleanno che si teneva nella loro villa di San Gregorio di Catania che affittavano saltuariamente per eventi.
Ferito anche un amico del giovane
Durante la sparatoria è rimasto ferito anche un amico trentenne della vittima, colpito al tallone da un proiettile. Il ragazzo, di origine catanese, è stato immediatamente trasportato all'ospedale Cannizzaro di Catania, dove i medici hanno medicato la ferita. Il colpo, entrato e uscito all'altezza della caviglia, ha richiesto cure ospedaliere ma le sue condizioni non sono gravi. È stato giudicato guaribile in circa 15 giorni e già dimesso, anche se dovrà sottoporsi a un controllo ortopedico nei prossimi giorni.

Colpi in aria per sedare una rissa
Secondo la ricostruzione dei carabinieri e della Procura di Catania, il 62enne imprenditore, gestore della villa, sarebbe intervenuto per cercare di fermare una rissa scoppiata tra alcuni partecipanti alla festa. L’uomo avrebbe inizialmente provato a calmare gli animi, ma successivamente ha estratto una pistola, esplodendo alcuni colpi in aria a scopo intimidatorio.
Colluttazione con il figlio e colpi accidentali
Durante la confusione, il figlio dell’uomo, presente alla festa, avrebbe tentato insieme ad alcuni amici di disarmare il padre, dando origine a una colluttazione. In quei momenti concitati, sarebbero partiti altri due colpi, uno dei quali ha colpito mortalmente il 23enne, mentre un secondo proiettile ha ferito al tallone un 31enne, poi medicato e dimesso dall’ospedale Cannizzaro di Catania. Nonostante il tempestivo intervento dei sanitari del 118, che hanno tentato tutte le manovre di rianimazione, per il giovane 23enne non c’è stato nulla da fare: è deceduto poco dopo il ferimento.
Fermato il 62enne: indagini in corso da parte dei carabinieri
Sul posto sono intervenuti i militari del nucleo radiomobile della compagnia di Gravina di Catania, che hanno subito fermato il 62enne autore degli spari. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Rocco Liguori, del pool diretto dall’aggiunto Fabio Scavone. Contestualmente, il personale della Sezione operativa della compagnia e la Sezione investigazioni scientifiche (Sis) del comando provinciale di Catania stanno eseguendo i rilievi tecnici e proseguendo con la ricostruzione dettagliata dei fatti.
Indagini in corso sulla dinamica esatta della tragedia
I carabinieri, sotto il coordinamento della Procura di Catania, stanno proseguendo gli accertamenti per definire nel dettaglio la dinamica dell’accaduto. Al momento, si conferma che l'arma era detenuta regolarmente ma utilizzata senza i necessari permessi di porto d’armi in luoghi pubblici o privati diversi dall’abitazione. Le indagini dovranno chiarire ulteriormente cosa sia successo nei concitati momenti della lite, se vi siano stati altri tentativi di dissuasione e come si sia arrivati alla sparatoria fatale.