Romiti punisce Boccia: “Che figuraccia l’appoggio di Confindustria a Renzi”
L’ex big della Fiat rivela in esclusiva a tiscali.it: “Ai miei tempi una posizione così netta, inequivocabile non sarebbe mai stata presa. La Confindustria deve essere per sua stessa essenza apartitica e perfino agovernativa"

La personalizzazione, l'occupazione mediatica, i ribelli della sinistra dentro il partito democratico ma anche i delusi dell'ultima ora ed i giovani che all'80 per cento hanno votato no al referendum per bocciare senza appello il governo di Matteo Renzi. Potrebbe essercene abbastanza per spiegare la sconfitta e le conseguenti dimissioni del premier eppure, secondo Cesare Romiti ex plenipotenziario della Fiat, uno dei poteri "puri e forti" italiani ancora molto influencer all'estero, c'è qualcos'altro.
"Vedere la Confindustria di Boccia schierata per il sì non è stata una mossa giusta" spiega Romiti a Tiscali.it "ai miei tempi una posizione così netta, inequivocabile non sarebbe mai stata presa dal presidente degli industriali privati. La Confindustria deve essere per sua stessa essenza apartitica e perfino agovernativa".
Lei non si deve essere stupito per la valanga di no al referendum costituzionale visto che da mesi andava ripetendo che l'esperienza governativa del Rottamatore era in fase di conclusione.
"In questo risultato rovinoso per Renzi c'è un rigetto per la proposta ed un rifiuto quasi a priori sulla sua persona. La crisi economica continua a mordere e non sono stati sufficienti gli annunci delle cosiddette grandi riforme. Una riforma è grande in quanto riesce a cambiare in meglio le vite dei cittadini. Non mi sembra il caso del Jobs act".

(Matteo Renzi e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia)
È che l'uomo solo al comando, premier e segretario del Pd, non piace agli italiani.
"Vero anche questo ma il risultato del referendum più che mostrare la devozione degli italiani al testo della Costituzione ha evidenziato che Renzi era diventato un politico davvero poco convincente. Continuare a dire 'ce l'abbiamo fatta' oppure 'la crisi sta finendo' è suonato male, quasi una beffa, a chi invece molto più realisticamente non ha lavoro o non riesce ad arrivare a fine mese. La situazione economica italiana è ancora complicata, il paese ha più che mai bisogno di riforme ma che siano effettivamente strutturali".
Renzi ha promesso a Mattarella che si fermerà per l'ok alla manovra poi si aprono 3 scenari: un governo con Padoan visto di buon occhio anche da Renzi,un governo istituzionale affidato a Piero Grasso oppure un governo di Romano Prodi che piacerebbe al presidente della Repubblica. Lei che ne dice?
"Dico che di nomi se ne faranno tanti altri. Siamo all'inizio, l'importante per il paese è la governabilità".
Mi pare però che anche i mercati fino a ieri volatili non si sono strappati i capelli per le dimissioni di Renzi.
"Infatti. Ci si aspettava il crollo ed invece i mercati hanno sostanzialmente tenuto".
Anche loro erano stufi di Renzi?
"Questo lo dice lei. Per me la nostra chiacchierata finisce qui" (e ride, ndr)