[Il ritratto] Il sottosegretario che crede al complotto dello sbarco sulla Luna. I nuovi potenti

Chissà se Carlo Sibilia ha cambiato idea a proposito dello sbarco sulla luna, che secondo lui è stata tutta una gran balla. Non se lo chiede solo Enrico Mentana: «Sarebbe interessante sapere se l’onorevole Sibilia, che giura da sottosegretario all’Interno, è ancora certo che l’uomo non sia mai andato sulla luna». E’ abbastanza preoccupato anche il Secolo d’Italia che fa presente come il «complottista» Sibilia dovrà occuparsi di servizi segreti e ricorda come avesse pure proposto una legge «per matrimoni omosessuali di gruppo e specie diverse». Ma se il neo sottosegretario al Viminale aveva fatto scalpore scrivendo che «oggi si festeggia lo sbarco sulla luna.
"Per l'Isis serve rispetto"
Dopo 43 anni ancora nessuno se la sente di dire che era tutta una farsa», fa ancora più effetto la nomina di Manlio Di Stefano agli esteri, che invece ha sempre sostenuto che «il terrorismo islamico non esiste», aggiungendo pure che l’Occidente è arrogante e «per capire l’Isis serve rispetto». Magari reciproco, non sarebbe male. Chiedere ai parenti delle vittime del Bataclan cosa ne pensano. In ogni caso non sono certo i primi sottosegretari di governo ad essere famosi per qualche frase un po’ fuori luogo. La nostra Storia, anche recente, è piena di esempi pure peggiori. Durante il governo Monti si dettero un gran da fare assieme ai loro ministri. A cominciare da Michael Martone, sottosegretario al Welfare, che arrivò a dire che «i fuoricorso sono degli sfigati». Peccato che lui al concorso da professore ordinario non venne ritenuto idoneo, solo che alla fine quel posto lo ottenne comunque. Non era sfigato, ma raccomandato.
"Il posto fisso è monotono"
Si potrebbe fare un elenco sterminato. Con la Fornero che dall’alto del suo dicastero criticava i giovani, troppo esigenti, persino schizzinosi. Choosy, insomma. E il premier Monti, con la sua aria dottamente professionale, che spiegava come «fosse monotono avere il posto fisso tutta la vita». Per finire con Anna Maria Cancellieri, ministro dell’Interno: «Noi italiani siamo fermi al posto di fianco a mamma e papà». Come quelli che sono costretti a fare grandi carriere all’estero perchè da noi non trovano manco un posto da bidello? Dopo venne Gianclaudio Bressa, sottosegretario agli affari regionali, che in direzione pd disse: «Io credo che uno dei più grandi pensatori del secolo scorso, sia stato Jim Morrison, leader dei Doors. Che disse una frase molto bella: non esiste la verità, ci sono solo storie». Solo che quella frase la disse lo scrittore Jim Harrison, che probabilmente non sapeva neanche suonare la chitarra. Invece, Francesco Nicodemo, membro della comunicazione Renzi, esultò commosso per la citazione: «Grande Bressa». Gennaro Migliore, altro sottosegretario alla Giustizia, fece un lungo discorso molto intenso sul Giorno della Memoria, che si sarebbe festeggiato «domani», senza avvertire un prolungato brusio della sala. Perché tutto il mondo sapeva che il giorno giusto era proprio quello, cioé «oggi».
"Senza Bersani si poteva ragionare"
Così le buone abitudini continuano. Oddio, le gaffe si possono sempre capire qualche volta, molto più delle lauree posticce al ministero dell’istruzione. Detto che Crimi è meglio tutta la vita dei numerosi arraffatori di varie specie che riempiono il nostro Parlamento, visto che lui era uno che si era sposato in Rolls Royce prima di incontrare i Cinque Stelle, per poi rinunciare a una parte dello stipendio da onorevole e vivere a Roma nella camera di un alberguccio da 32 euro a notte divisa con il suo assistente, «Vito lo smentito «come lo chiamavano sui social, appena nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega all’editoria, nella precedente legislatura aveva collezionato un po’ di uscite non sempre approvate dai suoi vertici, come quella volta che disse, dopo un incontro fra Napolitano e il leader dei Cinque Stelle, «Beppe Grillo lo ha tenuto sveglio», ricevendo subito qualche rimbrotto dai capi del Movimento. In un’altra occasione - nel 2013, un’era fa - disse che «senza Bersani si poteva ragionare», magari per appoggiare un governo pd, per poi ritrattare a stretto giro di posta. Ma quelle di Crimi sono quisquilie. Fece un po’ più effetto l’uscita di Maurizio Santangelo, al quale è andata la delega per i rapporti con il Parlamento, che un tempo su twitter cinguettò così: «Con un po’ d’impegno, l’Etna risolverbbe tanti problemi dell’Italia». Davide Crippa, invece, nuovo sottosegretario allo Sviluppo economico, si lamentava di dover stare in aula a votare: «Avevo un torneo di waterpolo... Chi è il genio che ha deciso che questa sera si doveva votare in Commissione?».
"ll lavoro rende liberi"
Luciano Barra Caracciolo, braccio destro agli Affari Europei di Paolo Savona, magistrato di area leghista, con un lungo curriculum anche istituzionale, avendo collezionato diversi incarichi negli ultimi vent’anni soprattutto con i governi Berlusconi, è un antieuropeista convinto, che viene citato dai giornali per un suo tweet contro il job acts voluto da Renzi: «Bisogna fare le riforme diventerà una frase come "il lavoro rende liberi" quando sarà il momento della nuova Norimberga». Almeno lui sapeva di cosa si parlava. Un po’ meno, Alessio Villarosa: «La Bossi-Fini? Non conosco tutti i temi del mondo». Ma lui in ogni caso adesso non deve occuparsi di immigrazione. L’hanno messo all’economia.