[Esclusiva] Il verbale dimenticato: “Ecco cosa fare per mettere in sicurezza l’hotel Rigopiano dal rischio di una valanga”
Una relazione tecnica della commissione valanghe diede all’amministrazione comunale le indicazioni per “prevenire il rischio di una slavina sull’area alberghiera”. Ora il documento è stato sequestrato dai magistrati e messo agli atti

Tra i documenti impolverati prelevati e sequestrati dagli scaffali dell’ufficio urbanistica del Comune di Farindola dai carabinieri forestali - e finiti agli atti dell’inchiesta sulla strage con 29 morti dell’hotel Rigopiano - c’è un verbale che adesso trasuda di rabbia e sgomento.
E’ una relazione della commissione valanghe del piccolo municipio che documenta dettagliatamente ciò che occorre fare per “mettere in sicurezza la struttura alberghiera del Rigopiano dal rischio di una slavina”.
I rischi erano noti
E’ una relazione datata gennaio 1999 ed è firmata da Pasquale Iannetti, guida alpina e membro per diversi anni della commissione poi chiusa nel 2005. Pochi mesi dopo, la proprietà dell’albergo darà corso alle pratiche per l’ampliamento per trasformarlo in resort.
Un documento che tiscali.it è in grado di pubblicare e che occorre leggere integralmente per comprendere quanto il fenomeno fosse noto agli amministratori comunali e le attività tecniche di salvaguardia e difesa dell’hotel fossero state inutilmente richieste 17 anni fa dalla commissione e mai attuate.

(Il documento della Commissione valanghe, 1 parte)

(Il documento della Commissione valanghe, 2 parte)
“Non vi è dubbio che il pericolo slavine c’è”
“Con designazione del collegio regionale delle guide alpine e con delibera di giunta comunale numero 17 del 9 gennaio del 1999 - mette a verbale Iannetti - ho preso parte al sopralluogo nell’area Rigopiano il giorno 12 gennaio 1999. E ad integrazione del verbale numero 3 redatto lo stesso giorno mi preme sottolineare quanto segue: in merito alla possibilità di masse nevose, slavine o valanghe nell’area di Rigopiano non vi è dubbio che sia il piazzale antistante il rifugio Tito Acerbo, che la strada provinciale (dove si trova l’hotl Rigopiano, ndr) che porta a Vado del Sole possano essere interessate dal fenomeno. Per quanto riguarda lo stato odierno, dopo le precipitazioni nevose della nottata e della mattinata del 17 gennaio (del 1999, ndr) ci sarebbero rilevanti accumuli nella fascia di carico a quota 1800 metri. Pertanto se le condizioni della temperatura dovessero cambiare rapidamente verso valori elevati la neve in accumulo potrebbe scivolare a valle interessando le zone sottostanti. Come già dichiarato a verbale, la zona deve essere tenuta sotto stretto controllo con un servizio di monitoraggio continuo. Consiglio comunque qualora la strada che conduce a Vado del Sole e a Castelli fosse chiusa di far installare dalle amministrazioni provinciali competenti degli sbarramenti consistenti in prossimità delle interruzioni. Suggerisco al signor sindaco e al responsabile del C.n.s.a. di Penne che legge per conoscenza, di procedere ad approfondire il problema mediante uno studio dell’area e alla bonifica delle zone di scorrimento. Vero è che sia ha memoria di un fenomeno rilevante risalente al 1959, ma ciò non deve essere considerato un fenomeno che non si possa ripetere. Per uno studio approfondito il Comune di Farindola dovrebbe investire le amministrazioni provinciali di Pescara e Teramo ed anche l’Ente parco Gran Sasso Monti della Laga”.
(Rigopiano dopo il disastro)
“Ecco ciò che occorre fare per mettere tutto in sicurezza”
Questo a mio avviso dovrebbe essere la metodologia da seguire: sopralluoghi da effettuare in periodi diversi con e senza la copertura nevosa per individuare le zone di accumulo, quelle di scorrimento, le zone di esaurimento e gli spazi di arresto; studio particolareggiato dei percorsi seguiti dalle valanghe, attraverso la morfologia del terreno e le variazioni di inclinazione di massima pendenza. Nonché attraverso l’analisi di copertura vegetale; ricostruzione delle situazione nivo-climatica del 1959 sulla scorta delle informazioni da raccogliere tra pastori, residenti, alpinisti; verifica della velocità massima teorica raggiungibile da una possibile valanga. Nella situazione morfologica descritta, è possibile che si verifichino distacchi secondo varie ipotesi. Solo con uno studio approfondito ed un monitoraggio costante sarà possibile dare un quadro leggibile della situazione e fornire gli eventuali interventi. Con questi dati la Commissione Valanghe del Comune potrà fornire indicazioni certe affinché per il futuro si possa garantire la sicurezza dell’infrastruttura alberghiera della località Rigopiano”. Ma questo lavoro dalla Commissione al Comune richiesto non avvenne mai.