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[Esclusiva] Inchiesta sul disastro all’hotel Rigopiano, la Procura sequestra il bollettino che annunciava la valanga

Blitz dei carabinieri presso gli uffici della Prefettura e della Provincia di Pescara. Sequestrate le comunicazioni inviate agli enti locali sull’emergenza. In particolare il bollettino “Allerta valanghe” del giorno della tragedia. La mancata pulizia delle strade ha ritardato anche i soccorsi

di Giuseppe Caporale   
Il bollettino
Il bollettino

La Procura di Pescara che indaga sul disastro dell’hotel Rigopiano ha sequestrato, presso gli uffici della Prefettura, il bollettino di allerta valanghe del 18 gennaio scorso, il giorno della tragedia (Guarda il documento in Pdf). La comunicazione del servizio nazionale curato dal comando tutela ambientale dei carabinieri (ex corpo forestale) in collaborazione con l’aeronautica militare aveva evidenziato quel giorno il “forte rischio” valanghe sul Gran Sasso e in particolare sul versante Monti della Laga: proprio lì dove si trova l’hotel che si è trasformato poi in un inferno di macerie, neve e ghiaccio. Un documento che tiscali.it è in grado di pubblicare. Ma non è tutto qui, un altro bollettino contenente la previsione valanga per il 18 gennaio, era arrivato un giorno e mezzo prima non solo alla prefettura ma anche alla provincia di Pescara.

I magistrati Andrea Papalia e Cristina Tedeschini vogliono verificare se questa comunicazione è stata inoltrata dalla Prefettura alla Provincia di Pescara e al Comune di Farindola, competenti il primo per il piano neve (e quindi l’impiego e la gestione degli spazzaneve) il secondo per l’ordine pubblico e la sicurezza sul suo territorio. E capire poi perché davanti a quel dato allarmante l’amministrazione comunale non si è messa in moto per evacuare la struttura alberghiera e la Provincia non è intervenuta subito per liberare la strada con l’utilizzo delle turbine.

Certo, quella sera il territorio era nel caos per molti paesi bloccati dalla neve, ma il bollettino avrebbe dovuto indurre gli amministratori pubblici locali e i funzionari preposti al servizio di protezione civile ad agire prioritariamente sul versante Monti della Laga.

Ma non è tutto, la mancata pulizia della strada (di competenza provinciale) che porta all’hotel, ha un duplice effetto devastante in questa vicenda: secondo i primi accertamenti degli inquirenti, questa negligenza non solo ha impedito agli ospiti e ai dipendenti di lasciare l’albergo prima della tragedia (come invece aveva espresso di voler fare), ma ha anche gravemente compromesso la tempistica dei soccorsi. Se la strada quella sera fosse stata libera, le colonne di emergenza della protezione civile, dei vigili del fuoco, finanza e carabinieri sarebbero arrivate sul luogo del dramma oltre 12 ore prima (almeno alle nove di sera) e non alle 10 del mattino come invece è avvenuto. 

Già perché se è vero che 12 finanzieri la notte della tragedia sono partiti a piedi dalle pendici della montagna per raggiungere l’hotel, è altrettanto vero che sono entrati in azione solo alle 4.30 del mattino e semplicemente a mani nude. 

L’ultimo fronte investigativo per la Procura di Pescara sarà quello sulla costruzione della struttura e sulle sue ristrutturazioni. C’è da attendersi dunque un imminente sviluppo delle indagini visto che negligenze e ritardi sono avvenuti sotto gli occhi sbigottiti di un’intera regione.

di Giuseppe Caporale   
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