Rezza: “Cosa mi aspetto nei prossimi 14 giorni”. Ricciardi: “Molti Paesi Ue hanno sottovalutato la situazione”
I due esperti fanno il punto sulla vicenda coronavirus. Il direttore del Dipartimento Malattie Infettive ISS: “Gli effetti delle restrizioni si vedranno dopo questa settimana”
Secondo il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell'Iss, Gianni Rezza, i prossimi 14 giorni saranno determinanti per capire l'andamento dei casi di contagio da nuovo coronavirus in Italia. Mentre il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi, riferendosi ai Paesi Ue dice che molti esponenti di governo "hanno sottovalutato la situazione".
Rezza: "In questa settimana non si vedranno i risultati"
La domanda che molti si fanno è però se cominceranno a evidenziarsi a breve gli effetti positivi delle misure drastiche cui il Paese è sottoposto. A parere di Rezza “è ancora presto per pronunciarsi". A suo avviso gli effetti delle misure adottate non si vedranno entro questa settimana, anche per colpa di quanto accaduto nei giorni scorsi, con le massicce partenze da Milano. "Per questa settimana mi aspetto un aumento dei casi e non un calo. Questi giorni sconteranno quanto purtroppo accaduto, poi inizieremo a vedere", spiega l'esperto.
"Impossibile prevedere il picco"
Inoltre "non è possibile prevedere il picco dei casi di contagio, anche perchè ci sono forti interventi in atto", continua Rezza nella sua dichiarazione di ieri all'agenzia Ansa. "Il picco marcato - precisa - si determina quando un'infezione va avanti indisturbata, ma le misure stringenti messe in atto in Italia hanno proprio l'obiettivo di evitare che si arrivi ad un picco alto nel Paese". Quanto ad una valutazione generale dell'andamento dei casi, secondo il direttore di dipartimento ISS è "ancora presto per poter fare previsioni affidabili". Inoltre occorre considerare anche i singoli focolai. Infatti, se a Codogno sembra esserci una diminuzione dei casi, in altre zone lombarde questi sono in aumento.
Ricciardi: "Chiudere tutto ha senso"
Ricciardi invece - in un'intervista di ieri a Circo Massimo, su Radio Capital - sottolineava che la richiesta della regione Lombardia di chiudere tutto per contenere il più possibile il contagio "ha senso". La pressione sul servizio sanitario regionale lombardo "è spasmodica".
Molti ministri stranieri hanno sottovalutato situazione
In questo momento, secondo lui, la popolazione italiana sembra aver capito la lezione. E sembra l'abbiano capita anche in altre parti d’Europa, a differenza di quanto accadeva fino a qualche giorno fa. Ricciardi spiega infatti di essere stato a Bruxelles la scorsa settimana e di aver avuto l’impressione che molti ministri della Salute sottovalutassero la situazione. "Non avevano capito - afferma - che questo è un virus repentino, per cui ti trovi il giorno prima con venti casi e dopo qualche giorno con duemila”.
"Per questa settimana dati ancora negativi"
Situazione in miglioramento dunque? "Purtroppo credo che in settimana i dati continueranno a essere negativi", dichiara anche Ricciardi nell'intervista. I dati che sembravano inizialmente positivi martedì sera, incalza, "mancavano di un numero significativo di tamponi della Lombardia, tanto sotto pressione da non riuscire a fornire i dati per tempo".
In ogni caso la lotta al virus continua di concerto con gli altri Paesi interessati. Abbiamo "un coordinamento forte con Francia, Germania, Spagna, Stati Uniti e Cina - dichiara - Mentre l'Austria va avanti per conto suo. Ci siamo incontrati più volte ma il cancelliere procede con misure non concordate", come quella della chiusura delle frontiere all'Italia.
Stando al consulente del ministero della Salute, infine, Oltreoceano la situazione potrebbe rivelarsi oltremodo grave. Negli Usa "prima o poi tante persone si presenteranno al Pronto Soccorso, persone con la polmonite interstiziale, e saranno difficili da curare perché in stadio avanzato. La mia previsione è che lì aumenterà il numero dei casi e quindi dei morti. Non hanno, infatti - osserva Ricciardi - la possibilità di fare tamponi, perché lì vanno pagati".
Rezza: "L'ipotesi di utilizzare i militari può essere valutata"
Quanto ad un altro aspetto, quello dell'utilizzo delle forze militari, Gianni Rezza esprime il suo punto di vista. A fronte di problemi di Sanità pubblica, "se continueranno comportamenti irresponsabili da parte dei cittadini, credo che l'ipotesi di utilizzare i militari potrebbe essere valutata", sottolinea con forza, spiegando anche di "non essere contrario a misure più restrittive". Le misure prese finora in Italia "sono state molto coraggiose se confrontate con ciò che, invece, non si sta facendo nel resto d'Europa - fa notare - Ci dovrebbe essere un accordo a livello europeo sulle misure da prendere ma, purtroppo, finora non c'è stato. Comunque è meglio qualche sacrificio in più ora che causare un'onda epidemica rapida nel continente".
Quanto all'età dei pazienti con Covid-19, conclude l'esperto, solo "un paziente su 5 è under 30. Tali casi hanno un andamento migliore dal punto di vista clinico, tuttavia sono cruciali per la generale trasmissione del virus". Insomma le persone di età meno avanzata non corrono certo i rischi di chi è avanti negli anni e magari ha pure patologie pregresse, ma se i giovani vengono contagiati possono trasformarsi a loro volta in potenti veicoli di trasmissione del virus. Da qui "il richiamo forte a fare attenzione e stare a casa, esteso a tutti, anche ai più giovani".