Le Regioni fanno pressione: via dai dati Covid asintomatici e ospedalizzati per cause diverse
La Lombardia farà conti disaggregati, mentre il Lazio chiede regole più blande per gli asintomatici completamente vaccinati. Il direttore dello Spallanzani ci sta: "Si faccia come negli Usa"

Esenzione dall'obbligo di tampone e isolamento di 7 giorni ridotto per chi, con la terza dose fatta, ha avuto il Covid e non presenta particolari sintomi. Ancora: via gli asintomatici dal conto generale dei contagi e un ripensamento sui dati delle ospedalizzazioni relativamente al Covid. In un momento peraltro in cui il virus corre e le Asl sono in difficoltà per il tracciamento. Qualcuno lo chiama già lo "strappo delle Regioni", che si oppongono alla politica dell'allarme continuo perpetrato dal governo decreto dopo decreto. Chiaramente le giunte temono le restrizioni progressive a seguito di contagi e ricoveri in costante crescita - soprattutto in area medica - dovuti all'avanzata inesorabile della variante Omicron che, secondo molti scienziati, di qui a breve potrebbe aver infettato una persona su 2. La lettera per il governo sarebbe già pronta, come riferiscono alcuni organi di stampa, a firmarla diversi governatori.
I conti delle Regioni
Le Regioni dunque alzano la testa e provano a dare un indirizzo diverso alla gestione della pandemia, posto che le decisioni prese fino ad ora non sempre hanno risposto alla richiesta di "semplificazione" in un momento di criticità in costante ascesa. Voci disallineate, emerse nella Conferenza delle Regioni e che seguono lo stop ottenuto dal governo in commissione Affari costituzionali del Senato sull'emendamento del M5S che autorizzava le parafarmacie ad eseguire tamponi molecolari e antigenici. A dire "no" tutto il centrodestra, compresa Italia Viva, per esclusiva "difesa di un ordine professionale", ragionano i proponenti. Fatto sta che il governo è andato sotto, con buona pace dei cittadini che continuano a fare le code davanti alle farmacie.
Lombardia pronta a dare dati disaggregati
La presa d'atto arriva in primis dalla Lombardia, pressata dai dati allarmanti che la faranno precipitare a breve in zona arancione. La richiesta è di un diverso conteggio dei casi Covid, distinguendo chi viene ricoverato per altre patologie e viene poi scoperto positivo da chi invece è ricoverato per patologie derivanti dal Coronavirus, come polmoniti e gravi insufficienze respiratorie. Ciò per "dare una rappresentazione più realistica e oggettiva della pressione sugli ospedali causata dal Covid". La Lombardia insomma, darà sì i dati ma con i dovuti distinguo, cosa che favorirà una percezione più puntuale della diffusione del virus.
Il governatore del Veneto, Luca Zaia, segue il collega lombardo. "Noi - spiega - abbiamo avanzato per primi la proposta di non contare i positivi tra gli asintomatici. L'Edcd, il massimo organismo europeo sulla pandemia - sottolinea - dà già come indicazione di valutare solo i sintomatici. Tanto è vero che io, non più tardi di una decina di giorni fa, ho proposto al Governo in riunione di modificare la definizione di caso. Non è più chiunque passi per strada ma è il sintomatico".
Sulla stessa linea anche il governatore ligure, Giovanni Toti, e il governatore della Toscana, Eugenio Gianiche, che sottolinea le tre ordinanze assunte dalla sua Regione che vanno proprio in questo senso. Ma anche l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, ritiene che si debbano "semplificare le procedure per gli asintomatici completamente vaccinati: negli Usa in questo caso la quarantena finisce dopo 5 giorni. Se il Cts intraprendesse questa linea di conseguenza non servirebbe contare gli asintomatici".
Lo Spallanzani: in Usa asintomatici vaccinati liberi dopo 5 giorni
Anche la scienza fa capolino e molte barriere sembra si stiano piano piano abbattendo. "I dati di oggi - sottolinea il direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia - mettono in evidenza un aspetto importante: sono diminuiti i ricoveri in terapia intensiva. Se questo trend, figlio della campagna vaccinale della terza dose, si stabilizzerà abbiamo bisogno di andare incontro alle esigenze dei cittadini e snellire le procedure di isolamento e quarantena. Così come avviene negli Usa le persone vaccinate e asintomatiche, se positive, dopo 5 giorni di isolamento possono e devono tornare alle loro attività quotidiane", spiega lo scienziato.