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[L'inchiesta] Il regalo agli abusivi: la legge per abbattere le case illegali andrà in soffitta per colpa della guerra nel Pd

Promotore è stato il senatore centrista Ciro Falanga che aveva inizialmente elaborato un testo con la finalità di bloccare gli abbattimenti indiscriminati delle case abusive. Ma quel testo, per molti, era nei fatti un condono mascherato. Le stime parlano di circa 185.000 pratiche di condono in trent’anni e di 70.000 abusi da demolire nella sola Campania

Guido Ruotolodi Guido Ruotolo   
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I numeri alla Camera potrebbero esserci lo stesso, naturalmente. Ma quel no netto di Mdp - il Movimento democratico e progressista che tiene insieme diverse anime della sinistra - alla legge contro l’abusivismo edilizio che fissa i criteri di priorità delle demolizioni, non è isolato, perché nello stesso partito di Matteo Renzi sono forti i mal di pancia di chi non digerisce questo testo di legge.

Dice Arturo Scotto, Mdp: «Questa legge non va. Anche se prevede una classifica delle priorità degli abusi da abbattere, non funziona. Il messaggio che manda è sballato, è un messaggio che salva gli abusi cosiddetti di necessità».
Meno tranciante è il giudizio di uno storico ambientalista del Pd, Ermete Realacci: «Tutto dipende dal messaggio che mandiamo. Va detto subito che la legge è cambiata enormemente alla Camera rispetto a quella originaria del senatore Falanga il quale, disse dopo le mie critiche, che io avrei rischiato fisicamente se mi fossi fatto vedere in provincia di Napoli».
Incerto, Realacci è consapevole che dentro il suo partito le posizioni sono aperte. E qualcuno lascia trapelare l’ipotesi che la legge potrebbe essere mandata in commissione, dove verrebbe sepolta e dimenticata.

Infatti, il testo, per la doppia conforme, può essere soltanto approvato o bocciato. E dunque non è modificabile. La sua genesi è movimentata. Promotore è stato il senatore centrista Ciro Falanga che aveva inizialmente elaborato un testo con la finalità di bloccare gli abbattimenti indiscriminati delle case abusive. Ma quel testo, per molti, era nei fatti un condono mascherato. Nei passaggi tra Camera e Senato, alla fine il testo è uscito stravolto rispetto alla bozza iniziale.

Le stime parlano di circa 185.000 pratiche di condono in trent’anni e di 70.000 abusi da demolire nella sola Campania. Il che significa che nella sola Campania sono circa trecentomila le persone che vivono in case abusive.
Naturalmente in case dove di abusivo c’è una verendina, oppure un bagno al posto di un deposito. Ma poi si va dall’albergo alla piscina, dalle case pericolanti a quelle costruite su aree demaniali o riserve. nella sola isola di Ischia, che ha vissuto il terremoto di Casamicciola quest’estate, vi sono 600 ordinanze definitive di abbattimenti.

Nelle more di una nuova legge e con l’emergenza sociale scaturita dalle proteste e dai movimenti contro gli abbattimenti, diverse Procure hanno adottato dei codici di comportamento. Quello più diffuso teneva conto del criterio cronologico.
Quello più rigoroso diventato un modello di riferimento per sindaci antiabusivi è del procuratore di Nola, Paolo Mancuso, oggi in pensione. La sua circolare stabilisce criteri di priorità nelle demolizioni: «Immobili in zona parco. Immobili che minacciano rovina e costituiscono, pertanto, un pericolo (già accertato), per la pubblica e privata incolumità, anche nel caso in cui l’immobile sia abitato. Immobili in corso di costruzione e comunque allo stato grezzo e non ultimati. Per tali categorie di immobili non è prevista definizione della procedura esecutiva alternativa alla demolizione».

«Immobili, anche abusivamente occupati, utilizzati per lo svolgimento di attività criminali. Immobili nella disponibilità di soggetti condannati per mafia (e per altri reati, ndr). Immobili di rilevante impatto ambientale o costruiti su area demaniale o comunque in zona coperta da vincolo ambientale e paesaggistico o sottoposta a vincolo idrogeologico». E ancora seguono altre tipologie di demolizioni in ordine decrescente.
Secondo diversi senatori dem il testo licenziato al Senato tiene conto delle priorità di abbattimento di immobili abusivi di rilevante impatto ambientale costruite su aree demaniali, protette o con vincoli, o a rischio sismico. Insomma è un testo che sottrae la discrezionalità ai sindaci e che lascia per ultimo l’abusivismo di necessità.

E non è un elemento secondario anche perché per un fronte di parlamentari impegnati nei territori a forte presenza di immobili abusivi, la possibilità che siano le procure ad avere la discrezionalità di individuare le priorità significa incidere sulla gestione poco trasparente dei costi degli abbattimenti.
Costi che variano da città a città, da comune a comune. In alcuni casi, il costo dell’abbattimento è  superiore a quello del valore dello stesso immobile. In passato, in Campania sono stati indagati per tangenti anche cancellieri che infilavano sotto una pila di pratiche di abbattimento  quelle che si volevano far ritardare.

E al Csm è stata aperta una pratica per «grave negligenza» nella gestione di due fascicoli che riguardavano due abbattimenti, nei confronti di un sostituto procuratore generale. Che avrebbe sottoscritto un decreto di liquidazione ritenuto «indebito» di due consulenti che si occupavano di demolizion8 nella zona di Giugliano. Insomma, lavoravano ditte diverse da quelle segnate negli elenchi ufficiali.

Guido Ruotolodi Guido Ruotolo   
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