[Il retroscena] La Rai, le poltrone e il carro del prossimo vincitore. Tra Renzusconi e l'asse Di Maio-Salvini
Se ci sarà un accordo Pd - Forza Italia tutto resta com'è. Ma se a vincere saranno M5S e Lega c'è già chi spera di poter passare al timone del servizio pubblico
La favola della Rai apartitica ed agovernativa è vecchissima, più utopia che slogan politico. La principale azienda editoriale italiana ē storicamente lo specchio degli equilibri politici attuali, ma soprattutto futuri. Adesso, che stiamo per entrare in campagna elettorale, i poteri deboli - ossia la tecnostruttura o i cosiddetti stati generali intermedi- si riorganizzano cercando di posizionarsi sul carro del prossimo vincitore. Nonostante il direttore generale Mario Orfeo sia percepito come un uomo-Rai, dunque potenzialmente destinato a restare in sella, l'azienda si muove. Chiunque sia il vincitore, i capistruttura, i vicedirettori - perfino autori o capi progetto- tentano di sfilarsi dalle casacche anonime per avvicinarsi ai partiti di riferimento o ai protagonisti della politica dati per vincenti dai sondaggi riservati sulle intenzioni di voto. Basta entrare nel palazzo di viale Mazzini per capire che l'aria è quella di chi si tiene in bilico fra destra e sinistra praticando quel "cerchiobottismo" in cui la Rai ha la leadership. Intanto, Milano - malgrado sia naufragato il progetto di portare nella City il Tg2- reclama la sua parte di azienda: il sindaco Giuseppe Sala ed il governatore lombardo Roberto Maroni chiedono di rafforzare il ruolo del centro di produzione milanèse in tempi brevi. Secondo quanto risulta a Tiscali.it, tuttavia, non é allo studio alcuno spostamento di asset dalla capitale al nord. I problemi sul tappeto, al momento, sono altri. Bisogna dare un senso ai soldi (tanti) dati a Fabio Fazio, coordinare i prodotti delle reti, alzare ancor di più la qualità delle testate giornalistiche, evitare i conflitti, i contenziosi. Sistemato Sanremo con la direzione artistica a Claudio Baglioni, restano da coprire le caselle dei co-conduttori, ma non sarà semplice perchē a decidere saranno in molti. Tutti vogliono Sanremo, dice un famoso slogan che corrisponde al vero.
Niente nomine in campagna elettorale
Non sono stati mesi facili per Andrea Fabiano, direttore di Rai 1, finchē non è stato sciolto il rebus Sanremo i ritardi venivano imputati tutti a lui. "Troppo giovane, non ha le idee chiare" dicevano alcuni consiglieri. Invece Fabiano ha condotto una complicatissima trattativa con Claudio Baglioni gestendo al meglio la comunicazione ed ha festeggiato (con nota ufficiale del Dg Orfeo) gli oltre 5 milioni di spettatori per Fazio al debutto in prime time su Rai 1. Certo, non basta, però il pericolo di essere sostituito pare definitivamente scampato. A scommettere ancora su di lui sarebbe stato proprio il Dg che ha avuto ragione. Per il posto di Rai 1 erano in corsa Andrea Vianello, ex direttore di Rai 3 oggi vicedirettore con delega al day time o Angelo Teodoli. Ma ci sperava anche Maria Pia Ammirati responsabile delle Teche Rai. Per le nuove nomine sarà necessario aspettare le elezioni. Se a prevalere sarà la partnership fra Renzi e Berlusconi, gli equilibri resteranno sostanzialmente inalterati. Cambierebbe lo scenario se a vincere fosse il centro destra unito oppure una coalizione che riunisse Lega nord più Cinque stelle. Solo in questo caso tornerebbe d'attualità Antonio Marano che, per un unico giorno, prima di Orfeo è stato direttore generale designato.
La Vita in diretta al bivio
Dicono i bene informati che per aumentare il budget della Vita in diretta sono stati tagliati i bilanci previsionali di alcune trasmissioni del day time. Di sicuro il format condotto da Francesca Fialdini con Marco Liorni non ha grossi problemi di spesa. Grandi ospiti, collegamenti, annunci in diretta (come Sanremo) il contenitore quotidiano del day time resta sotto Pomeriggio 5. "Si potrebbe usare la storia del traino che pure ē reale" sostiene uno degli autori "ma la verità ė che non ė facile rimettere in sesto un programma che sconta stagioni di subalternità al competitor Mediaset". Dati alla mano, la parte migliore è quella dove la Fialdini intervista BIG come D'Alessio, Elio Germano ed altri. Lo stile fresco, ma ficcante della giovane conduttrice piace. Ma Fialdini da sola non ce la fa. Forse nelle prossime settimane arriveranno altri supporti autorali, di certo l'obiettivo della rete è di sanare il gap con Canale 5 anzi di sorpassare la rivale del pomeriggio. Fra gli altri programmi, si conferma leader Uno mattina con buone performances di Eleonora Daniele ed Elisa Isoardi.
La Daniele regina di Storie italiane ha aperto anche un salotto di "racconti" nel fine settimana: il suo Sabato italiano ha chiuso la prima puntata quasi all'11 cioē 3 punti sopra rispetto allo scorso anno. Piccola curiosità: il primissimo faccia a faccia di Eleonora doveva essere proprio con Paola Perego conduttrice di Parliamone sabato, programma chiuso dopo la fatidica puntata sulle donne dell'Est. La Daniele avrebbe voluto raccontare una Perego in versione più "privata" facendola parlare anche su quanto le ē successo in Rai, ma la Perego, ancora provata, non se l'è sentita di accettare l'invito. Prima che arrivasse Orfeo la Perego aveva iniziato una causa alla Rai per risarcimento danni, ma poi la frattura si ē ricomposta. A gennaio Paola torna in video con 4 puntate di Superbrain, ma meriterebbe per la sua professionalità molto di più. Lo avrà?
Il tg 2 non va a Milano
Nei giorni scorsi, in occasione della presentazione nel capoluogo lombardo del Prix Italia, il sindaco e Maroni sono tornati dunque a chiedere "più Rai a Milano". "Chiediamo di rafforzare il ruolo della Rai a Milano, è un centro di informazione e media, una grande città di investimenti stranieri e universitari, un territorio fondamentale per portarci sui fatti e parlare di quelli presenti e futuri, da nessuna parte si fa come qua e lo diciamo senza arroganza. Faremo la nostra parte, chiederemo un'accelerazione delle riflessioni per avere qualcosa di più a Milano", dice Sala. "Dopo Ema anche la Rai, perché no?", prospetta dal canto suo il presidente della Regione.
"Nessuno ha detto che si sposta la Rai a Milano - ha precisato il presidente Monica Maggioni - per fortuna la Rai è nazionale e ha delle presenze più forti in alcuni ambiti". "Abbiamo una serie di iniziative in corso a Milano, grandi programmi, pensate allo studio straordinario con cui ieri ha cominciato Fazio ed è a Milano. Certamente Milano e tutto quello che è in grado di essere e produrre è attrattivo anche per Rai, a breve ci saranno una serie di nuove iniziative, produzioni, direzioni che potranno avere luogo qui".
"Milano è una grande realtà all'interno della Rai e siamo pronti per il passo successivo", aggiunge il esponsabile del centro di produzione Pietro Gaffuri. "Per ospitare il programma di Fabio Fazio 'Che tempo che fa', in onda su Rai1 - racconta - a Milano quest'estate è stato costruito un nuovo studio enorme che consentirà di fare intrattenimento".