Trovato il corpo senza vita di Giulia. I genitori di Filippo: "Consegnati così puoi spiegare"
Il cadavere è stato recuperato in un canalone. L'ha lasciata rotolare per 50 metri in un dirupo. L'appello del procuratore di Venezia: "Filippo costituisciti". La svolta nelle indagini grazie a una telecamera.

E' stato trovato il corpo senza vita di Giulia Cecchettin. La salma della giovane donna è stata rinvenuta dai vigili del fuoco in un canalone lungo la strada che dal lago di Barcis conduce alla stazione turistica di Piancavallo (Pordenone), in località Pian delle more. Il Procuratore di Venezia, Bruno Cherchi ha dichiarato: "Il corpo dovrebbe essere il suo, ma lo diciamo sulla base dei primi riscontri dei carabinieri, sul posto. Aspettiamo una conferma". La conferma che è arrivata da fonti investigative. La certezza che si tratta della studentessa è stata sancita al termine dell'ispezione cadaverica esterna, eseguita dal medico legale Antonello Cirnelli.
Rotolata per 50 metri in un dirupo
L'ha abbandonata al bordo della strada e l'ha lasciata rotolare lungo un dirupo per una cinquantina di metri, fino a quando il corpo di Giulia si è fermato in un canalone. E' la ricostruzione fatta dalle forze dell'ordine di quanto avrebbe fatto Filippo Turetta. La strada dove è stata trovata Giulia nel periodo invernale viene chiusa fino al 15 aprile, perché impraticabile. Circostanza che, viene fatto notare, non è detto che il giovane sapesse. Il corpo è stato trovato da un'unità cinofila della Protezione civile ed è ancora sul posto per consentire ai Carabinieri del Ris di ultimare i rilievi.
La famiglia Turetta: "Ci è crollato il mondo addosso"
"Filippo, consegnati alle forze dell'ordine, così puoi spiegare cos'è successo". È il messaggio che la famiglia Turetta ha fatto lanciare attraverso il legale, Emanuele Compagno, al figlio in fuga da 7 giorni, ora accusato dell'omicidio di Giulia Cecchettin. "Quando ho detto ai Turetta del ritrovamento del corpo di Giulia gli è crollato loro il mondo addosso" ha aggiunto l'avvocato sottolineando che i familiari hanno espresso vicinanza alla famiglia di Giulia. "Sono molto scossi e provati. È un dramma che non si aspettavano, non avrebbero mai immaginato queste accuse nei confronti del figlio".
Cosa sia accaduto, ha poi aggiunto il legale a 'La vita in diretta' su Rai1, i genitori "non se lo sanno spiegare. Io gliel'ho chiesto, conoscendo il ragazzo cosa presumono possa essere successo nella sua testa, però loro non si sanno spiegare, e sono totalmente increduli". "Dicono: 'il nostro Filippo noi l'abbiamo conosciuto per un ragazzo totalmente diverso rispetto a quello che può emergere da questo episodio' - ha riferito Compagno - e non riconoscono nemmeno in questo comportamento nulla che possa essere in qualche maniera avvicinabile a Filippo, a quello che avevano sempre conosciuto". Il legale ha poi sottolineato che anche per loro la morte di Giulia "è una perdita enorme. Per questo esprimono tutta la loro vicinanza, la loro solidarietà, il loro affetto a questa famiglia che ha subito questo dramma, che è un dramma comune". Compagno - ha infine ribadito - che in vista della laurea di Giulia, Filippo "non viveva questa laurea con apprensione, con paura".
Localizzata in Austria la Punto nera di Filippo
La Punto nera di Filippo Turetta è stata localizzata in Austria nella giornata di domenica 12 novembre e non in quella di mercoledì 15: è quanto precisano fonti investigative sottolineando che l'auto è stata immortalata dai sistemi di controllo stradale non solo a Lienz, nel Tirolo orientale, ma anche in Carinzia. Non ci sarebbero invece, per il momento, elementi che provino il suo ritorno in Italia.
Il legale della famiglia Cecchettin: "Ora è il momento del dolore"
"Adesso è il momento del dolore e di stringersi attorno alla famiglia. Il lavoro degli investigatori ha portato intanto a ritrovare Giulia. Ora è anche il momento di individuare le responsabilità e le dinamiche di questa vicenda, per le quali ci affidiamo ancora alle forze dell'ordine", questa la breve dichiarazione davanti alla villetta dei Cecchettin, dell'avvocato Stefano Tigani che, con l'associazione Penelope, sta assistendo la famiglia.
L'appello del procuratore di Venezia: "Filippo costituisciti"
Un appello a Filippo Turetta è stato fatto dal procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi. "E' un appello al ragazzo affinché si costituisca e possa dare la propria versione dei fatti" ha detto Cherchi ai microfoni del Tg1. "Speravamo di non dover dare questa notizia - ha aggiunto, rifendosi al ritrovamento del corpo di Giulia - ma la ricostruzione dei fatti che potrebbe fare Turetta sarebbe molto importante, anche per lui stesso. Per questo ribadisco: non continui questa sua fuga e si costituisca".
La svolta nelle indagini
La svolta nelle indagini è arrivata la mattina del 16 novembre in maniera del tutto casuale quando la telecamera che registra il passaggio dei veicoli all'ingresso dell'area turistica di Piancavallo è stata riaccesa dopo quattro giorni in cui non era operativa per manutenzione. Il software aveva tuttavia continuato a registrare i passaggi, pur senza trasmetterli al sistema operativo. Alla riaccensione, dunque, è scattato l'alert per il transito dell'automobile di Filippo. Trattandosi di una zona completamente periferica e per la quale Filippo aveva fatto una deviazione anomala rispetto al successivo rilevamento, alla diga del Vajont, gli investigatori hanno immediatamente iniziato a battere palmo a palmo i dodici chilometri di strada che separano Piancavallo dal lago di Barcis, dove già si era concentrata l'attenzione dei Carabinieri.
Il telefono di Filippo Turetta è ancora online
Il cellulare di Filippo è ancora online e riceve messaggi di Whatsapp ma non vengono letti. E' stato confermato il passaggio della Fiat Punto di Filippo in Austria. La vettura, mercoledì scorso, è stata registrata dal targa-system a Lienz, nel Tirolo orientale. Una fonte qualificata ha confermato una notizia anticipata da Il Messaggero. Nessuna traccia, invece, per il momento ancora di una presenza anche in Alto Adige, che dista infatti solo pochi chilometri da Lienz.
Le ricerche lungo l'asse tra Veneto e Friuli Venezia
Nel settimo giorno dalla scomparsa le operazioni si erano concentrate lungo l'asse tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, che va da Dolo e quindi dal fiume Brenta al lago di Barcis. La ricerca non era legata a puntuali elementi, ma al fatto che il lago di Barcis si trova lungo la direttrice seguita dalla vettura, nella notte tra sabato 11 novembre e domenica 12, dopo l'aggressione, ripresa dalle telecamere di un'azienda, da parte di Filippo ai danni di Giulia, che sarebbe avvenuta nella zona industriale di Fossò (Venezia).