La testimonianza shock del fratello di Saman: "La buca è stata scavata dallo zio e dai cugini". E la mamma scoppia in lacrime

Nel corso del processo d’appello per l’omicidio di Saman Abbas, il fratello minore, Ali Heider, ha fornito una testimonianza chiave ricostruendo gli eventi legati alla tragica scomparsa della sorella. Le sue dichiarazioni, rilasciate in aula rispondendo alle domande del procuratore generale Silvia Marzocchi, hanno gettato nuova luce sulla dinamica dell’omicidio e sul ruolo svolto dai familiari coinvolti.

"La buca l'hanno scavata zio e cugini"

Ali Heider ha dichiarato di aver scoperto l’esistenza della fossa in cui era stata seppellita Saman attraverso i giornali. Alla domanda su chi avesse scavato quella fossa, ha indicato lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Secondo la sua testimonianza, un giorno si trovava con lo zio Danish davanti al negozio di Bartoli, titolare dell’azienda agricola di Novellara per cui lavoravano i familiari di Saman. Poco dopo, lo zio lo rimandò a casa, spiegandogli che doveva svolgere un lavoro extra insieme ai cugini. Successivamente, la fossa è stata individuata proprio in prossimità della stessa azienda.

Il silenzio imposto e la paura

Dopo la scomparsa della sorella, Ali Heider ha raccontato di aver chiesto più volte ai cugini e allo zio dove fosse Saman. Ogni volta che iniziava a piangere, gli dicevano di stare zitto, finché una volta gli risposero che non potevano dirglielo, ma che non doveva preoccuparsi perché Saman era “in paradiso”. Il fratello della vittima ha poi spiegato il motivo per cui ha deciso di rompere il silenzio: inizialmente era traumatizzato e impaurito, ma in seguito ha scelto di raccontare tutto per fare giustizia. Ha inoltre riferito che il padre lo esortava a non parlare dei cugini, dicendogli di lasciare fuori coloro che si erano “salvati”.

Il ruolo del padre nelle decisioni familiari

Ali Heider ha descritto la struttura patriarcale della famiglia, sottolineando che le decisioni importanti erano prese dal padre in accordo con gli altri uomini della famiglia. Ha anche dichiarato che la madre, Nazia Shaheen, non aveva voce in capitolo e che sia lui che Saman avevano un buon rapporto con lei. Quando l’avvocato difensore della madre, Simone Servillo, gli ha chiesto se la sorella fosse mai stata picchiata, il giovane ha risposto negativamente. Alla domanda se la madre fosse stata vittima di violenze, ha risposto con un incerto “non ricordo”.

La mamma di Saman si commuove

Il fratello della vittima ha ricostruito la notte in cui Saman è uscita di casa e non ha più fatto ritorno. Secondo il suo racconto, ha visto la sorella incamminarsi fuori dall’abitazione con i genitori, lo zio Danish e i cugini. Ha descritto come lo zio abbia afferrato Saman da dietro mentre lei si stava allontanando lungo il sentiero che portava alle serre. Durante questa parte della testimonianza, la madre dell’imputata, Nazia Shaheen, si è mostrata visibilmente commossa, portandosi le mani al volto e asciugandosi le lacrime con un fazzoletto.

Lo zio di Saman: "Vidi il suo corpo tra le serre e piansi"

Lo zio Danish Hasnain, condannato in primo grado a 14 anni di carcere, ha raccontato che la sera del 30 aprile 2021 fu svegliato dai cugini Ikram e Nomanhulaq, i quali lo portarono tra la sesta e la settima serra, dove vide il corpo senza vita di Saman.

Danish ha affermato di aver reagito in preda alla disperazione, accusando il fratello di quanto accaduto. Ha raccontato di essere poi svenuto e di essere stato svegliato dai due cugini, i quali gli avrebbero chiesto di prendersi la colpa per proteggere la madre di Saman, sottolineando che la questione andava “risolta tra uomini”.

Successivamente, i due cugini avrebbero trasportato il corpo della giovane in un casolare vicino alla casa della famiglia, dove sarebbe stata scavata la fossa. Danish ha sostenuto di aver solo “aiutato a pulire la terra” e di aver dato un bacio alla nipote defunta.