Presunte molestie in un liceo: la giovane Calabria che non ci sta in corteo per denunciare
Una onda studentesca - complice la concomitanza delle mobilitazioni contro l’alternanza scuola-lavoro - si è riversata per le vie di Cosenza, a sostegno dei liceali che hanno occupato la scuola per protestare contro presunte molestie sessuali subite da alcune studentesse
Una marea. Di giovani, soprattutto. L’annunciata presenza di diverse forze politiche non ha “annacquato” l’onda studentesca, spontanea, che si è riversata per le vie di Cosenza, a sostegno dei coetanei del liceo “Valentini-Majorana” di Castrolibero, che dal 5 febbraio scorso hanno occupato la scuola per protestare contro le presunte molestie sessuali subite da alcune studentesse.
Il corteo
La manifestazione arriva dopo giorni e giorni di proteste contro la mancata adozione di provvedimenti da parte della dirigente della scuola a carico di un professore che si sarebbe reso responsabile di molestie nei confronti di una studentessa. Ma anche il lassismo registrato verso altri comportamenti vessatori da parte degli insegnanti. Nonché episodi di bullismo, che sarebbero stati silenziati.
Il corteo, composto da più di mille persone, è partito da piazzale Loreto, per raggiungere il centro della città, finendo la propria sfilata davanti alla sede del Comune di Cosenza. “No agli abusi", "La scuola non deve essere il luogo degli abusi", "No ai padroni" alcune delle frasi scritte sugli striscioni per una manifestazione che ha scelto la data del 18 febbraio per essere in concomitanza con le mobilitazioni studentesche che, in tutta Italia, si sono registrate contro l’alternanza scuola-lavoro, dopo la morte di due giovani nelle ultime settimane.
L’occupazione del “Valentini-Majorana”
La protesta, che ormai tocca le due settimane, degli studenti del liceo “Valentini-Majorana” ha galvanizzato l’opinione pubblica calabrese. La quasi totalità della popolazione, della politica, degli intellettuali, si è schierata con l’occupazione dei giovani di Castrolibero, centro di neanche 10mila anime a pochi minuti dal capoluogo Cosenza.
Gli studenti hanno trovato il sostegno anche di molti docenti del liceo. Che hanno parlato di una vera e propria “lezione” ricevuta dai ragazzi. In una terra in cui, spesso, l’omertà regna sovrana, alcune giovani donne hanno trovato la forza di denunciare le lusinghe indesiderate di un insegnante di matematica e fisica. Al centro della vicenda ci sarebbero delle 'attenzioni' e richieste di foto particolari da parte del docente alla ragazza per ottenere la sufficienza nella propria materia.
L’indagine
Alla fine, la Procura della Repubblica di Cosenza non ha potuto non avviare un’indagine su quanto sarebbe avvenuto al “Valentini-Majorana. Negli scorsi giorni, i pm avrebbero anche ascoltato la prima giovane a sporgere denuncia contro il professore, che risulta attualmente indagato. Si tratta di una 19enne che frequenta l’ultimo anno del liceo scientifico.
Presunte molestie che sarebbero state rincarate anche da un’altra giovane, ex studentessa dell’istituto, che avrebbe confermato il modus operandi del docente. Battute e allusioni sempre più insistenti, tanto da diventare un assillo.
“Stop alla barbarie”
Ovviamente, la bufera ha travolto l’insegnante, che però si è trincerato nel silenzio. Al suo posto hanno parlato i legali, che si sono scagliati contro il “processo mediatico di enormi proporzioni” che sarebbe stato imbastito contro il loro assistito.
Gli avvocati Attilio Santiago e Giovanni Consoli, difensori del docente dell'Istituto di Castrolibero iscritto nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Cosenza hanno invitato a “fermare queste barbarie” che si sarebbe innescata dopo l’emersione delle presunte molestie. “Il professore e i suoi familiari sono molto turbati da questi avvenimenti e non vorremmo che i disagi si possano tramutare in qualche improvvido e tragico epilogo che nessuno si augura" hanno aggiunto i legali.
Le ispezioni ministeriali e l’interrogazione parlamentare
Nel corso del corteo per le vie di Cosenza, gli studenti hanno dichiarato che da lunedì torneranno in aula per le regolari lezioni. I ragazzi ritengono raggiunto l'obiettivo di portare la vicenda all'attenzione dell'opinione pubblica e delle istituzioni. Sul caso del “Valentini-Majorana”, infatti, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha già inviato gli ispettori ministeriali.
La vicenda è da giorni sul tavolo del ministro. Anche perché il deputato Francesco Sapia, ex Movimento 5 Stelle e oggi esponente di Alternativa, ha anche presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo “l'immediato trasferimento della preside Iolanda Maletta dal liceo scientifico Valentini-Majorana” di Castrolibero, in provincia di Cosenza, “passato alla ribalta nazionale per presunte molestie sessuali che negli anni un docente colà in servizio avrebbe posto in essere nei confronti di studentesse della stessa scuola”.
La dirigente nella bufera
Non è solo il docente indagato il bersaglio delle proteste, quindi. Ma anche e, per certi versi, soprattutto, la dirigente scolastica, a detta di alcuni a dir poco permissiva rispetto a quanto avveniva all’interno dell’istituto. La stessa, peraltro, più o meno in concomitanza dell’esplosione del caso è entrata in malattia ed è attualmente pendente un avviso presso il Ministero per sostituirla con una reggenza.
Il polo scolastico "Valentini-Majorana" di Castrolibero è infatti lo stesso istituto in cui nello scorso mese di ottobre un ragazzo di 14 anni fu violentemente picchiato da un compagno, che gli sferrò un pugno in pieno volto provocandogli gravi lesioni. Secondo gli studenti, anche in quel caso, così com'è avvenuto in occasione delle presunte molestie, la dirigente dell'istituto non avrebbe adottato nei confronti dello studente responsabile dell'aggressione adeguati provvedimenti disciplinari.
Secondo il deputato di Alternativa, componente della commissione della Camera Affari sociali, “nella predetta scuola il clima è diventato insostenibile, in quanto si è perduto il rapporto di fiducia degli studenti nei confronti della preside. Il deputato Sapia, si legge nell'atto parlamentare, ritiene quindi che “il ministro dell'Istruzione debba procedere per il trasferimento urgente della preside Maletta, al fine di recuperare il clima di fiducia tra studenti e genitori da una parte e insegnanti dall'altra, ma anche per dare, di là dalla vicenda di cronaca, un segnale chiaro in ordine alla necessaria tutela delle donne e di salvaguardia della serietà delle istituzioni scolastiche, che hanno il compito, delicatissimo, di formare le nuove generazioni”.
La giovane Calabria che non ci sta
Oggi, quindi, la manifestazione corale. Tra i giovani in protesta anche la stessa ragazza che ha formulato la prima denuncia. La giovane ha ribadito le proprie accuse, riferendo di essere stata palpeggiata da dal docente, che, tra l'altro, le avrebbe rivolto diverse battute a sfondo sessuale. "Mi chiamava panterona - ha detto la ragazza - bella polpettina. Dopo quattro anni ho riconosciuto le violenze, perché pensavo che fosse normale che un professore mi toccasse. Ma questo non è normale". Poi la giovane si e' rivolta alla preside invitandola ad essere più attenta agli studenti: "Basta fare la manager, bisogna prendersi cura degli studenti".
Questo l’urlo dei giovani calabresi. La “meglio gioventù” che, nella retorica, un domani lascerà la regione, per mancanza di opportunità. Ma che oggi si è ripresa la scena, mostrando a tutti che una Calabria diversa, che non accetta tutto a testa bassa, esiste.