Alla disperata ricerca del posto fisso. Oltre un milione di domande per 2mila posti al concorsone campano
Un vero esercito di aspiranti per un pugno di opportunità. I posti in palio saranno distribuiti su centinaia di comuni della Campania
Tutti in coda con la speranza del posto fisso e pubblico. È cominciato oggi a Napoli il mega-concorso della Regione Campania per reclutare nuovi impiegati e funzionari da inserire negli uffici degli enti locali regionali. I numeri sono da record, mai visti prima, e danno la misura del dramma occupazione al sud. Sono arrivate ben un milione e 200mila domande per le varie figure richieste. Poiché si poteva concorrere per più profili, i candidati sono in tutto 304mila. Un vero esercito di aspiranti per un pugno di opportunità. I posti in palio, infatti, sono appena 2175, e saranno distribuiti su centinaia di comuni della Campania. Una vera lotteria, a cui però, fin dalle prime ore della giornata, hanno deciso di partecipare in tantissimi, di tutte le età, con ogni storia alle spalle e un filo di fatalismo tra le mani.
La lotteria
C’è voluta l’intera Mostra d’Oltremare per contenere tutti i concorrenti. Ben otto padiglioni della fiera di Napoli riempiti fino all’orlo. Più di diecimila concorrenti al giorno per quasi un mese di selezioni serrate. Ed è solo la prova preselettiva: ottanta domande in ottanta minuti per fare un’ampia scrematura. Poi si passerà al concorso vero e proprio: prove scritte e orali, un lungo tirocinio retribuito e poi l’inserimento lavorativo. Prima la lotteria, poi l’odissea. Ma il posto è fisso, è sicuro, è pubblico e – anche se mal pagato – di questi tempi vale quanto un Gratta e vinci.
Il Formez
A gestire il concorsone è stato chiamato il Formez, con il suo progetto di Riqualificazione della Pubblica amministrazione. 1.225 sono i posti da impiegato per la categoria C e 950 quelli di funzionario per la categoria D. "Garantiamo efficienza e trasparenza – ha detto Sergio Talamo, del Formez - abbiamo procedure assolutamente impenetrabili al di là delle voci che qualcuno fa girare, del tutto infondate perché basate su presupposti inesistenti". Le voci – manco a dirlo – sono quelle che ad ogni concorso pubblico evocano compravendita di posti, raccomandazioni, corsie preferenziali, spintarelle. Una sfiducia complessiva che però non ha impedito la vasta partecipazione. "Il Formez - spiega Talamo - ha messo in campo quasi tutta la sede storica di Napoli, dove è nato 56 anni fa, e molti addetti della sede di Roma, perché si tratta di una prova straordinaria. Noi siamo impegnati sui concorsi da oltre vent'anni, abbiamo selezionato oltre un milione di candidati, stavolta siamo di fronte a 304mila candidati per un milione e 200 mila domande, numeri importanti".
Le storie
Ampie garanzie sull’anonimato delle correzioni (lettore ottico in una seduta pubblica) con la società che assicura che non esiste alcuna possibilità di influire sulla prova, “perché' è un metodo consolidato e in tanti anni non ci sono stati ricorsi. È vietato l'uso dei cellulari e le sale sono schermate, non prende internet all'interno". Così sono andati a sedersi giovanissimi alla prima prova e quarantenni precari in cerca di stabilità. Padri di famiglia e figli appena maggiorenni. "Siamo tantissimi, duemila posti sono una goccia nel mare della disoccupazione, di tutti noi che facciamo mille lavori senza stabilità. Bisogna provarci", racconta all’Ansa, Simona, 42 anni. "Sono venuta per mettermi in gioco – dice alle agenzie Annachiara, 25 anni -. Non ho mai partecipato a un concorso prima e volevo capire come funziona. Mia madre ci ha incoraggiate”.
I problemi tecnici
Non sono mancati, però i contrattempi nel primo giorno della prima prova. Ore di ritardo e di attesa a causa del guasto delle stampanti per preparare e distribuire i questionari. I concorrenti sono stati convocati alle otto, si sono seduti nelle aule alle nove e hanno cominciato a lavorare alle dodici e trenta. Tre ore e mezza seduti, sotto stress, in attesa, pigiati uno accanto all’altro, senza sapere quando e come avrebbero cominciato. Alcuni hanno avvertito malori e hanno lasciato la prova. Altri hanno perso la pazienza e alzato la voce, richiedendo anche l’intervento della Polizia. Nervi tesi, a dimostrazione che alla fine, nonostante i numeri proibitivi, nonostante la quasi impossibilità di passare, nonostante l’enorme massa di concorrenti, ognuno di quelli che è entrato lì, in quei padiglioni, il sogno lo ha accarezzato davvero. Il sogno di un posto fisso. Il sogno di un lavoro pubblico. Il sogno di una busta paga. Il sogno di una occupazione che una volta presa, nessuno te la toglie più. Ma prova a prenderla, con quei numeri.