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[L'analisi] Ecco come funziona la polizza anti-violenza delle studentesse americane

Sono generiche, dalle risse agli scippi per coprire spese legali e sanitarie. Gli stituti le comprendono nelle iscrizioni. L'avvocato: "La mia assistita non sa di avere un'assicurazione"

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
Violenza su due studentesse
Violenza su due studentesse

Sulla violenza subita della due studentesse americane a Firenze da due carabinieri - questa è la denuncia - si sta consumando un triste equivoco. Alcuni articoli di stampa, nei resoconti della vicenda, danno conto dell'esistenza di una polizza antistupro sottoscritta dalle studentesse americane che trascorrono un semestre di studi a Firenze come in altre città italiane europee. Si tratta di una notizia vera veicolata però in modo strumentale. Per non dire subdolo. E strumentali e subdoli possono essere gli effetti: accampare un alibi a quanto potrebbe essere successo.

Parole chiare arrivano a metà pomeriggio da Gabriele Zanobini, avvocato di una delle due vittime rispetto alle quali, va ricordato, sono state trovate tracce di rapporti sessuali e di violenza. "Nessuna delle due ragazze americane - spiega il legale - ha stipulato una polizza anti stupro. Le ragazze hanno soltanto una generica assicurazione che di prassi le università americane stipulano per i loro studenti che si recano all'estero. È una polizza che riguarda il furto e le rapine e altri tipi di danni, ma loro neppure erano a conoscenza di questa cosa. Non lo sapevano".

Vediamo allora come stanno le cose. Da anni le università americane in Italia, che ogni anno ospitano migliaia di studenti in trasferta, hanno deciso di sottoscrivere una polizza per i loro studenti, uomini e donne, che li tutela relativamente ad "eventuali danni" che comprendono una vasta gamma di circostanze: furti, scippi, rapine, incidenti vari tra cui le risse e anche la violenza sessuale. "Si tratta di assicurazioni temporanee contro gli infortuni"spiegano dalla questura di Firenze "nessuna contempla in modo specifico reati relativi al sesso, sono generiche. Le università ne raccomandano la sottoscrizione. Spesso è compresa nell'iscrizione al corso". Si tratta di una tutela per avere uno scudo legale e sanitario in caso di incidenti visto che la sera spesso i ragazzi escono, fanno le ore piccole e bevono. Oppure in caso di furti, scippi, risse e altro tipo di intoppi più o meno seri. Una "coperta per assicurarsi almeno la protezione necessaria" spiegano in questura. Così è per le due studentesse americane che hanno denunciato la violenza sessuale da parte dei due carabinieri.

Una vera e propria fakenews che sta girando in queste ore, è quella relativa al fatto che "il 90 per cento delle denunce per violenza sessuale delle studentesse americane risulterebbe infondata". E che nell'ultimo anno ci sarebbero state ben duecento denunce. Bufala al cubo. Sempre la questura di Firenze precisa infatti che "nel 2016 in provincia di Firenze ci sono state 51 denunce per violenza sessuale. Non possiamo al momento fare una casistica delle vittime, italiane, straniere, americane. Per noi sono tutte violenze in ugual modo".

Ecco il punto: le violenze sessuali sono tutte schifosamente uguali. La ricerca di alibi è sbagliata. Aver messo in giro la notizia della polizza è da ipocriti e vigliacchi. L'inchiesta farà il suo corso. Una cosa è certa: due carabinieri in servizio non portano due civili in giro su una gazzella. A meno che non ci siano gravi motivi di sicurezza. Per cui era comunque necessario informare la centrale. Già questo è stato di per sè un grave errore. Il resto sarà commentato quando sarà scritta la verità. Nel frattempo, guai a chi cerca alibi.

 

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
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