"No ai migranti in villa". Nel paese che accolse i deportati dei campi nazisti barricate contro i richiedenti asilo
A Pescantina il paese è diviso davanti all'accoglienza. Il sindaco tenta una difficile mediazione: "Aderiremo al sistema Sprar"

Pescantina è adagiata ai piedi dell'Adige, fra il verde e i vigneti della Valpolicella a poca distanza da Verona. Un paese tranquillo, immortalato nelle pagine di Primo Levi per essere stato, al termine del secondo conflitto mondiale, il primo approdo di migliaia di deportati di ritorno dai campi nazisti e per questo insignito della medaglia d'oro al valor civile "per i meriti di fratellanza e solidarietà umana". Oggi però quel passato è lontano, e declinare la solidarietà nella dimensione complicata dell'accoglienza ai migranti non è semplice. Anche qui, come in tanti altri paesi in Italia, l'amministrazione comunale fa quel che può, stretta fra il dovere di collaborazione istituzionale con lo Stato e la diffidenza della popolazione locale.
Diffidenza che si è trasformata in vera e propria ostilità, da quando si è saputo che villa Vezza, un grazioso edificio liberty al centro del paese proprietà di privati, sarà destinata ad ospitare al termine dei lavori di ristrutturazione un gruppo di 24 richiedenti asilo.
Il paese spaccato in due. Unica mediazione possibile: "Aderire al sistema Sprar"
"Presidio permanente anti-migranti". Lo hanno annunciato gli organizzatori del l'ultima protesta, con circa 500 partecipanti, andata in scena il primo agosto dopo una precedente manifestazione nel mese di settembre. In testa al presidio, la Lega Nord di Pescantina e il comitato "Verona ai veronesi", ma anche un fantomatico "Gruppo di intervento rapido del Cln Veneto", recentemente finito sotto accusa da parte della Procura di Vicenza per associazione a delinquere per induzione alla violazione fiscale contro lo Stato italiano. Avrebbero voluto sfilare in corteo, tutti insieme, fino alla villa in ristrutturazione, ma la questura ha detto no a causa del paventato rischio di "contatto" col contropresidio di attivisti del gruppo "Assemblea 17 dicembre" contrario "al razzismo e alla cultura del rigetto". In mezzo, nel difficile ruolo di mediatore istituzionale, si trova il sindaco del paese Luigi Cadura, che spiega così i termini della questione: "Ci troviamo davanti ad una proprietà privata che è stata concessa immaginiamo con un contratto d'affitto alla cooperativa che ha partecipato ad un bando della prefettura. Noi come amministrazione avremmo preferito e stiamo lavorando per un tipo di accoglienza diversa: stiamo verificando la possibilità di realizzare un progetto Sprar", che in termini di impatto "è una cosa completamente diversa".
"Stiamo lavorando per superare le difficoltà legate da un lato all'esigenza di rispettare il codice dei contratti e dall'altro per motivi contabili relativi ai vincoli di finanza pubblica, per realizzare un progetto che permetta di avere nuclei più contenuti ripartiti sul territorio e di beneficiare della clausola di salvaguardia che permette di avere il 3x1000 di richiedenti asilo sulla popolazione. L'adesione al sistema Sprar è l'unico che permette al Comune di governare quest'accoglienza. Ci è stato ribadito anche dalla Prefettura".
Nel frattempo però sembra ormai certo che il centro migranti a villa Vezza si farà: la conferma della firma della convenzione è giunta in via informale pochi giorni fa. L'unica incertezza è sul quando. "Abbiamo aperto un confronto con tutti tentando di trovare la migliore gestione possibile: con le istituzioni, per quanto riguarda la tipologia dei migranti accolti, chiedendo che si tratti di nuclei familiari e domandando un rafforzamento delle misure di sicurezza intorno al centro, anche a tutela degli stessi migranti. Con la popolazione, prevedendo un canale diretto per info e chiarimenti, ma anche per segnalare eventuali criticità che dovessero sorgere. Infine, abbiamo aperto un canale di collegamento con la coop che gestirà l'accoglienza, per vigilare su un accoglienza che sia rispettosa delle persone e delle regole".
Intanto però, i comitati anti-migranti non arretrano, annunciando che sin dai prossimi giorni davanti alla villa sarà allestito il presidio permanente.