Tiscali.it
SEGUICI

Vi spiego perché Bergamo è al primo posto per la qualità della vita

La città lombarda guida la classifica del Sole-24 Ore grazie a cultura, economia e una comunità solidale

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
Foto Shutterstock
Foto Shutterstock

E’ una sorta di piccola Bibbia della statistica il rapporto annuale del Sole-24 ore sulla qualità della vita nelle province italiane. E quest’anno a primeggiare nella classifica è la provincia del Nord Est mentre le grandi aree metropolitane, al netto di Bologna, unica nella top ten, al nono posto, perdendone però sette, perdono posizioni anche tutte le altre: Milano è dodicesima, Firenze trentaseiesima e Roma al cinquantanovesimo posto. Per la cronaca, all’ultimo posto, c’è la provincia di Reggio Calabria. Oggi però ci concentriamo sul primo posto, sulla vetta della classifica che, mai come questa volta, fotografa davvero la qualità della vita assoluta, non è una statistica che lascia il tempo che trova.

E proprio per questo vorrei scrivere un articolo violando tutte le leggi del giornalismo, quelle che dicono che non si scrive in prima persona. Ma, da bergamasco, ci tengo a scrivere una lettera d’amore alla mia città d’origine – poi la vita mi ha portato prima a Roma e poi a Genova, ma le radici non si dimenticano, non si recidono e anzi si rafforzano e rinascono in continuazione come le foglie degli ulivi più belli – e ci tengo a farlo qui sulle pagine di Tiscalinews, da dove negli anni scorsi avevamo raccontato a puntate l’incubo della pandemia vista proprio da Bergamo, la città del mondo più colpita dal Covid.

Perché da qui occorreva partire: dai 157 morti in undici pagine di necrologi di sabato 14 marzo 2020, poi continuate con decine di pagine al giorno durante i mesi e gli anni del Covid. Occorre sapere che, per i bergamaschi, le pagine con le foto dei morti sull’”Eco di Bergamo” sono una parte integrante del giornale – peraltro fatto benissimo, con passione e cura artigianale dal direttore Alberto Ceresoli, che ha riportato la testata ai fasti e allo stile di un tempo, rendendolo sempre più il miglior giornale locale d’Italia, insieme al “Gazzettino” di Roberto Papetti, non a caso un bergamasco – e quindi quelle pagine, quei ricordi, quelle partecipazioni al lutto, quegli aggettivi, sono parte integrante del racconto di una Spoon River che ha commosso tutti e che è andata avanti per mesi ed anni.

Insomma, quello per Bergamo è stato un anno zero, ma anche l’anno della rinascita. Perché una comunità, già fortissima, capace di appassionarsi a una squadra di calcio come nessun’altra – a Bergamo si dice “vado all’Atalanta” e non “vado allo stadio” – e di scendere in piazza con migliaia e migliaia di persone per contestare un Daspo al Bocia, storico capo dei tifosi, si è ritrovata dopo il Covid.

Pensate che uno dei possibili focolai del Covid è stata proprio una partita dell’Atalanta a San Siro, ma la rinascita è simboleggiata anche dal possibile scudetto dell’Atalanta. Poi, magari, non capita, ma oggi la squadra di Gasperini è prima in classifica, macina gioco e gol e anche ieri in Coppa Italia ha fatto una goleada contro il Cesena: 6-1, come a tennis.

E si è ritrovata anche politicamente in una guida, Giorgio Gori. Che oggi è, credibilmente, il miglior possibile candidato presidente del Consiglio per il centrosinistra, ma questa è una storia che racconteremo un’altra volta.

Gori, oggi eurodeputato eletto trionfalmente nel Nord Ovest con più di 200mila preferenze, un quarto in provincia di Bergamo, è stato il sindaco che ha gestito il Covid, che ha tenuto unita questa comunità e che è amatissimo dai suoi concittadini, tanto da aver invertito una tendenza che fino ad allora era una caratteristica peculiare della politica e dell’amministrazione orobica, un segno di maturità dei suoi cittadini elettori: da quando c’è l’elezione diretta del sindaco, controcorrente rispetto al resto del mondo e dell’Italia, dove si viene generalmente confermati se si amministra bene e comunque i sindaci uscenti sono favoriti, Gori è stato il primo ad essere rieletto dal momento dell’elezione diretta del primo cittadino, addirittura al primo turno. E anche l’attuale sindaca, Elena Carnevali, in qualche modo si può considerare un Gori ter.

Insomma, i bergamaschi sono contenti.

E sono contenti perché si vive bene.

La città è viva, economicamente – come sempre, con l’etica del lavoro come valore assoluto – ma anche urbanisticamente e culturalmente.

Bergamo e Brescia capitali italiane della cultura hanno lasciato il segno, il Festival donizettiano ha sempre scelte innovative e esordirà in città domenica con un doppio appuntamento in Sala Piatti in Città Alta e poi a Nembro, Musica Bene Comune, l’associazione presieduta oggi da Gisella Belgieri e che ha avuto cuore e anima in Manuela Litro, che è la numero uno dell’organizzazione culturale in Italia, una fuoriclasse nella capacità di stare insieme ai più piccoli e di valorizzare i loro talenti grazie alla musica.

E non a caso cito proprio “Musica bene comune”, rispetto a tantissimi altri esempi che potrei fare, perché Bergamo – con le sue fortissimi radici cattoliche – è al primo posto nelle classifiche del volontariato e del sostegno al sociale.

Poi, c’è una città ordinata, pulita, organizzata, dove il concetto di rigenerazione urbana ha un valore, con un unico difetto, ma che è un difettuccio in mezzo a tanta perfezione: il verde potrebbe essere gestito meglio; i parchi Suardi e soprattutto Marenzi, che avrebbe tutte le caratteristiche per essere un gioiellino, sono malmessi rispetto alle potenzialità; nel laghetto del parco Caprotti, in pieno centro, i cigni fanno fatica a trovare l’acqua e d’estate soffrono boccheggiando.

Non va bene, ma sono particolari rispetto a una gestione straordinaria e a una gestione, quella di Giorgio Gori - che ha già reso quella che per molti scrittori e architetti già era la città più bella del mondo, talmente pulita che si potrebbe apparecchiare per terra in ogni suo angolo – ma che fa respirare aria internazionale a Bergamo. E non solo perché l’Atalanta gioca le Coppe.

E poi ci sono due caratteristiche che non so se rientrino nei parametri che contribuiscono alle classifiche del Sole-24 ore: la cortesia assoluta degli abitanti, che quasi ti coccolano quando chiedi un’informazione, accompagnandoti con un sorriso dove vuoi andare, metaforicamente o anche fisicamente.

E il contest fra i casoncelli, il piatto tipico che è uno dei motivi per cui vale la pena di vivere. Provarli nei vari ristoranti apre porte e orizzonti su mondi vari ed eventuali, come se ciascuno declinasse questa splendida pasta ripiena, che ha burro, pancetta e salvia come base del condimento, in un modo diverso.

Poi, la compagnia davanti ai casoncelli e alla polenta taragna fa il resto.

Bergamo lo fa.

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
I più recenti
Intesa post Brexit tra Ue e Gran Bretagna: i punti chiave dell'accordo. Starmer: Nuova era. Ira dei...
Intesa post Brexit tra Ue e Gran Bretagna: i punti chiave dell'accordo. Starmer: Nuova era. Ira dei...
Auto sfonda il molo e atterra su una banchina galleggiante: 17enne salva per miracolo
Auto sfonda il molo e atterra su una banchina galleggiante: 17enne salva per miracolo
Teleborsa
Le Rubriche

Alberto Flores d'Arcais

Giornalista. Nato a Roma l’11 Febbraio 1951, laureato in filosofia, ha iniziato...

Alessandro Spaventa

Accanto alla carriera da consulente e dirigente d’azienda ha sempre coltivato l...

Claudia Fusani

Vivo a Roma ma il cuore resta a Firenze dove sono nata, cresciuta e mi sono...

Claudio Cordova

31 anni, è fondatore e direttore del quotidiano online di Reggio Calabria Il...

Massimiliano Lussana

Nato a Bergamo 49 anni fa, studia e si laurea in diritto parlamentare a Milano...

Stefano Loffredo

Cagliaritano, laureato in Economia e commercio con Dottorato di ricerca in...

Antonella A. G. Loi

Giornalista per passione e professione. Comincio presto con tante collaborazioni...

Lidia Ginestra Giuffrida

Lidia Ginestra Giuffrida giornalista freelance, sono laureata in cooperazione...

Alice Bellante

Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla LUISS Guido Carli...

Giuseppe Alberto Falci

Caltanissetta 1983, scrivo di politica per il Corriere della Sera e per il...

Michael Pontrelli

Giornalista professionista ha iniziato a lavorare nei nuovi media digitali nel...