Il messaggio di papa Francesco: "Vaccinarsi è un vero atto d’amore"
Nell’udienza generale spiega quale tipo di cristiano vorrebbe: non tanto ligi esteriormente alla legge quanto piuttosto seguaci del Vangelo di Gesù

Vaccinarsi è un atto d’amore. E’ questo il nucleo del messaggio di papa Francesco ai popoli sulla Campagna vaccinale contro il Covid-19, diffuso oggi. Breve e sintetico, ma efficace il messaggio del papa che fin dall’inizio della pandemia si è fatto vicino alle preoccupazioni della gente e dei governi per resistere e superare questa sfida sanitaria che ha messo a soqquadro il mondo intero.
I vaccini ci proteggno dal covid
Le parole del papa potranno suggerire qualche utile riflessione anche al quel fronte dei no-vax specialmente in Occidente, paralizzato dalla paura o dall’ideologia che continuano a pensare a se stessi senza riferimento sociale. La prospettiva da cui si muove Francesco è quello della fraternità cui ha dedicato lo scorso anno l’importante enciclica tesa a mutare radicalmente le dinamiche socioeconomiche del mondo per sostenere politiche nuove e solidali. “Grazie a Dio e al lavoro di molti, - si legge nel messaggio di papa Bergoglio - oggi abbiamo vaccini per proteggerci dal Covid-19. Questi danno la speranza di porre fine alla pandemia, ma solo se sono disponibili per tutti e se collaboriamo gli uni con gli altri.
Il messaggio del Papa
Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli. L’amore è anche sociale e politico, c’è amore sociale e amore politico, è universale, sempre traboccante di piccoli gesti di carità personale capaci di trasformare e migliorare le società. Vaccinarci – conclude il video messaggio papale - è un modo semplice ma profondo di promuovere il bene comune e di prenderci cura gli uni degli altri, specialmente dei più vulnerabili. Chiedo a Dio che ognuno possa contribuire con il suo piccolo granello di sabbia, il suo piccolo gesto di amore. Per quanto piccolo sia, l’amore è sempre grande. Contribuire con questi piccoli gesti per un futuro migliore”.
Il senso di responsabilità per il bene comune
Il messaggio manifesta l’attenzione del papa al senso di responsabilità per il bene comune, oltre la visione egoistica della vita, con un richiamo in più per il sostegno che siamo tenuti a dare a chi non ha le stesse possibilità di difendersi dal Covid. Vaccinarsi sì, ma vaccinarsi tutti senza distinzione di colore, di censo, di nazione perché l’umanità condivide la medesima sorte. Non basta quindi contentarsi di vaccinare se stessi e la popolazione del proprio Paese, ma occorre usare analoga premura perché tutti – specialmente più fragili – siano vaccinati. Il senso della responsabilità personale e una riflessione cosciente sul senso della propria fede, Francesco continua a chiederla anche alla sua Chiesa. Sono già cinque le catechesi dedicate a una riflessione aggiornata sulla Lettera di san Paolo apostolo ai Galati, dove si affronta il senso della libertà portata da Cristo che non vincola tanto i suoi seguaci a rituali esteriori, quanto piuttosto all’amore che Dio ha per noi e ci chiede di ricambiare.
Il richiamo di Francesco
Se con Dio si apre un discorso nuovo basato sull’amore reciproco, le leggi di qualsiasi genere perdono di valore. Sono utili e necessarie in un contesto sociale, multiculturale e anche ideologico per regolare le dinamiche della convivenza. Ma la salvezza completa e definitiva dell’uomo non può venire dalle leggi, bensì dall’amore. Se si vive in questa ottica verso Dio e verso gli altri è più facile appianare anche i contrasti sociali di ogni genere. Il richiamo di Francesco è particolarmente attuale nella Chiesa cattolica dove si fa fatica ad accogliere lo spirito innovativo del concilio Vaticano II, grande catechismo cattolico dei nostri tempi tuttora conosciuto da minoranze elitarie e contrastato invece da altre minoranze potenti che si sentono orfane degli antichi privilegi nobiliari e clericali. Non ci si rassegna a sentirsi popolo santo di Dio dove la fraternità e il servizio reciproco segnano la vera grandezza del cristiano. Perché questo rinnovato appello del papa sia efficace si deve uscire dalla convinzione che ci si possa salvare da soli e che la salvezza sia proporzionale alla scala sociale ricoperta dalle persone.
Il valore della legge
“Quello che ci giustifica – non si stanca di ripetere il papa - è Gesù Cristo. I Comandamenti si devono osservare, ma non ci danno la giustizia; c’è la gratuità di Gesù Cristo, l’incontro con Gesù Cristo che ci giustifica gratuitamente. Il merito della fede è ricevere Gesù. L’unico merito: aprire il cuore. E che cosa facciamo con i Comandamenti? Dobbiamo osservarli, ma come aiuto all’incontro con Gesù Cristo. Questo insegnamento sul valore della legge è molto importante e merita di essere considerato con attenzione per non cadere in equivoci e compiere passi falsi. Ci farà bene chiederci se viviamo ancora nel periodo in cui abbiamo bisogno della Legge, o se invece siamo ben consapevoli di aver ricevuto la grazia di essere diventati figli di Dio per vivere nell’amore. Come vivo io? Nella paura che se non faccio questo andrò all’inferno? O vivo anche con quella speranza, con quella gioia della gratuità della salvezza in Gesù Cristo? È una bella domanda. E anche la seconda: disprezzo i Comandamenti? No. Li osservo, ma non come assoluti, perché so che quello che mi giustifica è Gesù Cristo”. A Francesco piacciono i cristiani che pensano e vivono così.