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Francesco in TV partigiano del Vangelo: la prima assoluta di un papa in un talk show televisivo. Video

“Non sono un santo” ha detto concludendo. Ma con tutta semplicità e naturalezza il pontefice ha infranto l’ultimo tabù della comunicazione televisiva lasciandosi intervistare in diretta in un talk show

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   

Non sono un santo” ha detto concludendo. Ma con tutta semplicità e naturalezza papa Francesco ha infranto l’ultimo tabù della comunicazione televisiva lasciandosi intervistare in diretta in un talk show. La prima in assoluto di un papa che finora ci aveva abituati alle visite improvvise, alle scappatelle nei negozi, alle telefonate dirette a sorpresa a ogni categoria di persone, alle interviste rilasciate a ogni genere di media. Ora che è anziano, Francesco estrae dalla saggezza cristiana le mosse più spiazzanti, alla maniera di san Giovanni XXIII, che già vecchio, in cinque anni di pontificato terremotò la Chiesa cattolica portandola dal medio evo alla piena modernità. Con il concilio Vaticano II cambiò tutto nei rapporti Chiesa-mondo. Ma proprio tutto. Eccetto il Vangelo. Cambiò, però, il modo di comprenderlo e raccontarlo.

Il Vangelo va vissuto al modo di Gesù

La Chiesa e le sue gerarchie capirono che il Vangelo va vissuto al modo di Gesù e non di se stessi e perciò molte cose andavano rovesciate o tralasciate rispetto a una tradizione mummificata. Più facile dirlo che farlo. Anzi cominciò la resistenza di ampi settori della Chiesa al cambiamento. Durano ancora oggi e coloro che pensano di essere padroni, anziché servitori del Vangelo, se la prendono pure con Francesco che risponde mostrandosi sempre di più umano piuttosto che un alieno. Infatti tutto diventò nuovo nel rapporto tra Dio e l’umanità quando Dio s’incarnò prendendo il volto di Gesù.

Un Papa che cessa di essere un alieno

Un papa che cessa di essere un alieno è un papa fedele successore dell’apostolo Pietro. Nel talk “Che tempo che fa” Francesco ha vinto la sfida all’ultimo baluardo inviolato della comunicazione, portando aria nuova nel modo di parlare alla gente. E’ apparso più imbarazzato il navigato Fabio Fazio che il neofita Francesco che non ha detto cose nuove, ma le ha dette in modo nuovo, in linguaggio feriale, con sincerità, privo di artifici. Semplicemente umile anziché saccente come in genere si pensa si debba apparire nel salotto televisivo per fare bella figura, per apparire solidi, decisi, vincenti. Francesco si è mostrato nel suo modo di essere: fraterno e paterno, senza piedistallo, umile, energico soltanto a proposito dei poveri, dei sofferenti, degli immigrati. Non ha detto una parola diretta a difesa dell’istituzione che guida, ma ha suscitato simpatia perché è apparso un sincero partigiano del Vangelo.

"Santo tra gli uomini"

Nel dibattito politico che aveva preceduto la sua intervista, gli ospiti – tutti validissime firme mediatiche - avevano definito in una battuta Francesco: intellettuale di cuore, un santo tra gli uomini, uno straordinario rivoluzionario rispetto alla Chiesa; l’ultimo socialista, un grande uomo solo. Penso che Francesco non abbia faticato a collegarsi in diretta con la TV avendo l’originaria predisposizione degli apostoli a predicare il Vangelo “opportune et importune” al momento opportuno e non opportuno, facendosi tutto a tutti, raccontando i fatti che riguardano Gesù di Nazareth anziché insegnando una propria dottrina. Anche rischiando di non essere accettato e doversene andare a mani vuote come capitò all’apostolo Paolo davanti ai sapienti dell’Aeropago ateniese che si attendevano le ultimissime e nuove dottrine sul Dio ignoto. Rimasero delusi.

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I temi

Francesco ha scaldato il cuore come era successo ai due discepoli di Emmaus rattristati e delusi che ignoravano ancora che Cristo fosse risorto. Ha ripetuto alcuni temi a lui familiari perché reali e urgentissimi: la guerra come controsenso della creazione, le politiche criminali nei confronti degli immigrati, il modo di vedere e toccare al di là dei media la vita sofferente della gente, la cura per la madre Terra, la vicinanza con i figli e i ragazzi, lo sfruttamento e la violenza sessuale, la sofferenza degli innocenti da condividere, i guasti delle ideologie, la preghiera come affidamento a Dio al modo del bambino verso il papà. E anche legame con pochi ma veri amici, la musica classica…con tango che non guasta mai. E la Chiesa? Francesco indica nella mondanità spirituale il pericolo che potrebbe affossarla. L’ideologia – ha detto – con la mondanità spirituale potrebbe prendere il posto del Vangelo. Allora per la Chiesa non ci sarebbe più speranza. Neppure la televisione sarebbe una chance.

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
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