"Guerra del grano in Ucraina grande offesa a Dio": l'alternativa del papa a un mondo in guerra
Nell’Angelus alla vigilia della Giornata mondiale dei giovani Francesco richiama alla lotta alle mafie e alla firma di accordi per la pace e spezzare le guerre che non si chiudono da decenni, come quella in Corea
Alla vigilia del suo viaggio in Portogallo per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù, papa Francesco ha concentrato l’impegno a sottolineare la possibilità e le caratteristiche del porre mano a costruire l’alternativa a un mondo in guerra. Negli interventi recentissimi ha ricordato la lotta alle mafie e l’urgenza di firmare accordi di pace per spezzare la spirale di guerre che non si chiudono decenni dopo averle combattute come nel caso della Corea, tenuta quasi in sospeso e ferma nell’armistizio firmato 70 anni fa. Nel dopo Angelus odierno il papa ha preso spunto da due Giornate mondiali indette oggi dall’Onu: la Giornata dell’Amicizia e la Giornata contro la tratta di esseri umani. “La prima – ha puntualizzato Francesco - promuove l’amicizia tra i popoli e le culture; la seconda combatte il crimine che fa delle persone una merce. La tratta è una realtà terribile, che riguarda troppe persone: bambini, donne, lavoratori…, tante persone sfruttate; tutti vivono in condizioni disumane e soffrono l’indifferenza e lo scarto da parte della società. C’è tanta tratta nel mondo, oggi. Dio benedica quanti si impegnano per lottare contro la tratta”.
E poi l’immancabile conflitto in Ucraina. “Non cessiamo di pregare per la martoriata Ucraina, dove la guerra distrugge tutto, anche il grano. Questo – pensa il papa - è una grave offesa a Dio, perché il grano è dono suo per sfamare l’umanità; e il grido di milioni di fratelli e sorelle che soffrono la fame sale fino al Cielo. Faccio appello ai miei fratelli, le autorità della Federazione Russa affinché sia ripristinata l’iniziativa del Mar Nero e il grano possa essere trasportato in sicurezza”. Di mafia si era occupato in occasione del 30° anniversario degli attentati alla Cattedrale del Vescovo di Roma e alla chiesa di San Giorgio al Velabro, con un momento di preghiera dalla Diocesi assieme alle Autorità capitoline e all’Associazione Libera.
“Il vile gesto che nella notte tra il 27 e il 28 luglio del 1993 sconvolse la Città Eterna, turbò profondamente l’animo dei credenti di tutto l’orbe cattolico e in particolare dei fedeli romani; in quegli anni oscuri della storia sociale della cara Nazione italiana, segnati da altrettanto gravi atti di violenza contro istituzioni e servitori dello Stato, - è stato il commento del papa contenuto nella lettera al Vicegerente della diocesi di Roma - la popolazione sperimentò un sentimento d’impotenza davanti a così insensata sopraffazione perpetrata a danno del Paese e particolarmente dei meno abbienti, in contesti provati da tante povertà umane e materiali… Il sacrificio di chi ha creduto e difeso i valori fondanti di una democrazia, quelli della giustizia e della libertà, diviene un forte richiamo di coscienza affinché tutti si sentano corresponsabili nella costruzione di una nuova civiltà dell’amore… esorto a contrastare decisamente le numerose forme d’illegalità e di sopruso che purtroppo ancora attanagliano la società contemporanea. È in gioco il bene comune e in modo speciale il destino delle categorie più fragili, gli ultimi, coloro che patiscono ingiustizie d’ogni genere. Mi rivolgo a Voi giovani, speranza di un futuro bello: occorre che abbiate il coraggio di osare senza timore, in quanto le mafie - ricordiamolo - mettono radici quando la paura si impadronisce della mente e del cuore”.
Il messaggio per l'armistizio tra le Coree
E davanti allo spettro della guerra, il papa è intervenuto con un messaggio letto nella cattedrale di Seul il 27 luglio in occasione del 70° dell’armistizio nella guerra di Corea. La popolazione del Nord e del Sud della penisola divisa dal 38° parallelo continua a vivere tuttora nella tensione palpabile e nell’incertezza della pace. “Le numerose guerre e conflitti armati che oggi affliggono la famiglia umana e specialmente i nostri fratelli e sorelle più vulnerabili – ricorda Francesco - mostrano tragicamente la necessità di una vigilanza costante per difendere e promuovere la giustizia e la cooperazione amichevole all’interno delle comunità e tra i popoli”.
L’auspicio finale di Francesco, in chiusura del messaggio, è che la commemorazione dell'Accordo di armistizio indichi non solo “la cessazione delle ostilità, ma anche un brillante futuro di riconciliazione, fratellanza e armonia duratura non solo per la penisola coreana ma anche per il resto del mondo”. La condizione di assenza di pace nel mondo sarà uno dei motivi presenti alla GMG di Lisbona nella quale il papa insisterà per un pensiero nuovo che renda possibile le alternative alla conflittualità attuale.
L'appello di Francesco contro la guerra
“Siamo in guerra, - afferma in un video dedicato alla GMG - abbiamo bisogno di un mondo che non abbia paura di testimoniare il Vangelo. Un mondo in cui ci sia gioia, perché se noi cristiani non abbiamo gioia non siamo credibili e nessuno ci crede”. E poi ha precisato: “La Chiesa non è un club per anziani, così come non è un club per giovani. Se diventa un club per anziani, è destinata a morire. La Chiesa ha bisogno dei giovani per non invecchiare”. All’Angelus il papa ha spiegato la parabola di un mercante in cerca di perle preziose.
La perla, conferma Francesco, “è Gesù: Lui è la perla preziosa della vita, da cercare, trovare e far propria. Vale la pena investire tutto su di Lui perché, quando si incontra Cristo, la vita cambia. Se incontri Cristo ti cambia la vita”. Pensiero che resta centrale nel dialogo aperto che avrà con i giovani a Lisbona. “Vi chiedo di accompagnarmi con la preghiera nel Viaggio in Portogallo, che compirò a partire da mercoledì prossimo, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù”.
Lo stesso incontro potrebbe confermare la trasparenza dell’attuale pontificato accusato di oscure manovre. Invece – risponde ai critici del papa Alfred Xuereb nunzio apostolico in Corea per diversi anni segretario di Benedetto XVI e poi di Bergoglio - Francesco è impegnato nel solo obiettivo di “spendersi, in nome di Dio, per l’umanità smarrita di questo tempo". Ogni altra immagine di Papa Francesco è fuori dalla storia. E rappresenta una plateale “non verità”.