Operaio di 33 anni muore a Porto Marghera, il sindaco di Venezia: “Tragedia inaccettabile”
Il giovane sarebbe precipitato nel vuoto mentre lavorava nel porto ed avrebbe battuto violentemente la testa. Inutili i tentativi di salvargli la vita. Brugnaro: “Oggi Venezia è triste e, in un momento drammatico e doloroso, si stringe alla famiglia e ai colleghi" . Coordinamento portuali: "Continua il massacro"

Aveva 33 anni. E’ morto a Porto Marghera, a pochi passi da Venezia, mentre stava lavorando in un terminale. Era stato assunto con contratto interinale. Si chiamava Alessandro Zabeo. E’ solo l’ultimo di tanti lavoratori che hanno perso la vita in Italia mentre erano intenti a svolgere il loro lavoro. Il giovane operaio è precipitato nel vuoto mentre lavorava nel porto. Un volo di diversi metri a seguito del quale ha battuto violentemente la testa. Inutili tutti i tentativi di salvarlo. Soccorso e portato in gravi condizioni all'ospedale di Mestre sarebbe stato ricoverato in Terapia intensiva, operato e tenuto in prognosi riservata. Purtroppo però non ce l’ha fatta.
Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste: “Continua il massacro”
"Continua il massacro dei lavoratori portuali", così si è espresso in una nota il Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste, riferendosi alla morte "a Venezia di un lavoratore interinale, Alessandro Zabeo, che lavorava per la Nuova Compagnia Lavoratori Portuali di Venezia nel terminal Vecon di Porto Marghera. L'ennesimo morto sul lavoro nei porti italiani". Scrive il Coordinamento: "E' difficile trattenere la rabbia per quello che non può essere considerato un sfortunato caso. Perché è il risultato delle condizioni di lavoro imposte ai lavoratori da padroni e padroncini. Come la Nuova Compagnia Lavoratori Portuali di Venezia, che ha 58 soci, 44 dipendenti e ben 70 interinali alle sue dipendenze. Interinali a cui a Trieste, per essere assunti a tempo indeterminato dagli "utilizzatori", viene chiesta la disponibilità a un numero senza limiti di straordinari", denuncia il Clpt. "Sono i lavoratori più deboli e ricattabili, che devono essere sempre a disposizione se vogliono sperare di avere un contratto a tempo indeterminato, spesso mandati allo sbaraglio per tappare buchi senza una formazione adeguata". Dunque, "la responsabilità di quello che è accaduto è di chi ha promulgato le leggi che hanno introdotto il lavoro interinale, delle autorità che dovrebbero vigilare sul rispetto della salute dei lavoratori e di chi di tale tipo di lavoro si serve per fare ancora più profitti. Ci riferiamo a chi il loro lavoro lo utilizza, come a chi il loro lavoro lo fornisce".
Il sindaco Brugnaro: “Tragedia inaccettabile”
"A nome di tutta la città di Venezia e mio personale voglio esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia di Alessandro Zabeo, giovane operaio che ha perso la vita a Porto Marghera in seguito alle conseguenze di un grave incidente occorso mentre lavorava", afferma in una nota il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, appresa la notizia della morte dell'operaio. "Una tragedia inaccettabile - sottolinea Brugnaro - che ci costringe, ancora una volta, ad impegnarci sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Lo dobbiamo ad Alessandro e alle tante altre persone che hanno perso la vita durante il proprio lavoro. Oggi Venezia è triste e, in un momento drammatico e doloroso, si stringe alla famiglia e ai colleghi"
Assoporti: fare di più per la sicurezza
"Ci stringiamo in rispettoso silenzio intorno alla famiglia del lavoratore. Come abbiamo sempre detto, la sicurezza e la salute dei lavoratori è un bene sul quale non si può transigere", dichiara, esprimendo il cordoglio dell'associazione per la morte di Zabeo, al porto di Marghera, il Presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri. "L'Associazione dei Porti Italiani - sottolinea Giampieri - in diverse occasioni ha ribadito l'impegno a fare quanto possibile per scongiurare incidenti che possano portare a conseguenze tragiche. I presidenti delle AdSP stanno lavorando insieme alla comunità portuale perché il tema della sicurezza sia sempre al centro dell'attenzione. Sono stati fatti diversi passi avanti con il cluster e con le parti sociali per affrontare questo tema con lo scopo di individuare azioni concrete, ma è evidente che dobbiamo fare ancora di più. Il lavoro non può diventare fonte di dolore, ma deve essere speranza per una vita migliore," conclude.