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Omicidio nella fonderia: Giacomo Bozzoli condannato all'ergastolo. I carabinieri vanno ad arrestarlo ma la casa è vuota

Sentenza definitiva per il nipote dell'imprenditore Mario Bozzoli, il cui corpo sparì nell'altoforno l'8 ottobre del 2015. I militari fanno scattare subito le ricerche del fuggitivo

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Giacomo Bozzoli durante il processo (Ansa)
Giacomo Bozzoli durante il processo (Ansa)

I giudici della Corte di Cassazione non hanno dubbi: a uccidere l'imprenditore Mario Bozzoli, facendo poi sparire il corpo nell'alto forno della fonderia di famiglia, è stato il nipote Giacomo. Sentenza all'ergastolo definitiva, a seguito della quale i carabinieri si sono presentati nella sua casa sul Lago di Garda per trarlo in arresto. Ma ciò che hanno scoperto è che il 39enne nel frattempo si era reso irreperibile. Le ricerche sono scattate subito, ma dell'omicida nessuna traccia.

L'omicidio dell'imprenditore, all'epoca cinquantenne, titolare della fonderia di Marcheno, in provincia di Brescia, è avvenuto l'8 ottobre 2015. Il nipote Giacomo, per nove anni è rimasto libero, in attesa della pronuncia della sentenza definitiva.

La lunga vicenda giudiziaria

I giudici della prima sezione penale di piazza Cavour oggi hanno rigettato il ricorso proposto dai legali dell'imputato contro la sentenza della Corte d'Assise di appello di Brescia del 17 novembre 2023. La sentenza impugnata aveva confermato la sentenza della Corte d'Assise del 30 settembre 2022, che aveva condannato Bozzoli alla pena dell'ergastolo con l'isolamento diurno per un anno. Insomma tutti gli indizi e le prove raccolte dagli inquirenti vengono considerate dai diversi giudici che si sono avvicendati nei vari procedimenti convincenti al punto da portare semrpe alla stessa conclusione: a uccidere Mario è stato il nipote Giacomo. Inizialmente erano stati indagati anche il fratello Alex e due operai della fonderia, Abu Akwasi e Oscar Maggi. Ma a processo ci finisce solo il condannato.

Nella casa sul lago di Garda, Bozzoli vive con la compagna e un figlio, nato da pochi mesi ai tempi dell'omicidio dello zio. Tra le alternative concesse dalla giustizia, c'era la possibilità di attendere la notifica della sentenza in casa e quindi presentarsi in carcere di sua spontanea volontà. L'uomo non ha infatti seguito l'udienza a Roma dove invece era presente il padre Adelio, il quale ha spiegato che il figlio era in attesa nella sua abitazione. Ma quando i carabinieri si sono presentati, la casa era completamente vuota. 

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