Svolta nel caso dell’uomo ucciso a colpi di pistola a Bovalino: fermati due figli della vittima, uno è minorenne
I due fratelli sono accusati di aver ucciso il padre al culmine di una lite. Le indagini rivelano dissidi familiari e l’occultamento del cadavere.
A Bovalino, in provincia di Reggio Calabria, le indagini sull’omicidio di Francesco Marando, 54 anni, hanno registrato una svolta grazie a elementi raccolti dagli inquirenti e alle dichiarazioni di uno dei figli della vittima. I due giovani, di cui uno minorenne, sono stati fermati dai carabinieri con l’accusa di omicidio, occultamento di cadavere e porto abusivo di armi.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la tragedia sarebbe scaturita da una lite accesa tra i tre, dovuta a dissidi familiari mai risolti. Durante la discussione, il figlio maggiore avrebbe impugnato una pistola calibro 38 e sparato, uccidendo il padre sul colpo. Successivamente, i due fratelli avrebbero nascosto il corpo in un locale interrato dell’abitazione e fatto sparire l’arma del delitto.
La svolta nelle indagini
Il ritrovamento del corpo e alcune incongruenze nei racconti dei familiari hanno acceso i sospetti dei carabinieri. Il figlio maggiore, accompagnato dai legali, si è presentato spontaneamente in caserma per confessare il delitto. Ha anche indicato il luogo in cui i fratelli avevano occultato l’arma: un sacco contenente la pistola a tamburo e munizioni, rinvenuto ad Ardore.
Ulteriori scoperte degli inquirenti
Le indagini hanno permesso di localizzare l’auto di Francesco Marando, nascosta in una zona di campagna vicino a Bovalino. Gli investigatori stanno ora approfondendo i rapporti familiari per comprendere le tensioni che hanno portato alla tragedia.
I figli a disposizione delle autorità
Attualmente i due fratelli sono sotto custodia giudiziaria in attesa di ulteriori sviluppi. Gli inquirenti continuano a lavorare per chiarire ogni dettaglio della vicenda e accertare eventuali responsabilità aggiuntive.