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Nuove pietre d'inciampo a Trieste 'contro rigurgiti antisemiti'

di Ansa   
Nuove pietre d'inciampo a Trieste 'contro rigurgiti antisemiti'

(ANSA) - TRIESTE, 19 GEN - E' iniziata da corso Italia 12, da dove il 20 gennaio 1944 furono prelevate a forza Rosa Elia Baruch ed Enrichetta Baruch Polacco, la posa di 18 nuove pietre d'inciampo lungo le vie di Trieste. L'iniziativa, promossa dalla Comunità ebraica con Comune, Aned e liceo classico e linguistico Petrarca, proseguirà in un itinerario a tappe per ricordare le vittime della Shoah e per far fronte "ai rigurgiti di antisemitismo". Con le nuove 18, ha ricordato il presidente della Comunità ebraica, Alessandro Salonichio, le pietre d'inciampo installate a Trieste raggiungono quota 131, cifra che rappresenta "ancora una piccola parte di tutti gli ebrei deportati". Rosa ed Enrichetta, madre e figlia, vennero portate via insieme a decine di anziani ricoverati all'Ospizio israelitico Gentilomo.

Furono uccise al loro arrivo ad Auschwitz. "A 80 anni dall'apertura di quei cancelli la grande responsabilità che abbiamo tutti noi è di portare avanti la memoria e il ricordo di ciò che è stato", ha detto Salonichio. "Ora ci troviamo in una situazione che riteniamo altrettanto pericolosa e che vede la crescita del fenomeno preoccupante dell'antisemitismo che si nasconde dietro altre facce". "Assistiamo - ha denunciato il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga - all'aumento di rigurgiti antisemiti a livello europeo che investono troppo spesso anche la comunicazione, nella quale, attraverso stratagemmi, vengono insinuati messaggi feroci contro il popolo ebraico e contro Israele, cui va ribadita invece la nostra vicinanza, con forza, senza ambiguità e senza giustificazione verso i terroristi che quel 7 ottobre trucidarono innocenti in quanto tali". Anche il rabbino capo di Trieste, Alexander Meloni, ha sottolineato "il ritorno dell'antisemitismo e dell'antisionismo" e in riferimento alla tregua a Gaza ha ribadito, a margine, di essere "estremamente pessimista, dato che Hamas con questo accordo imposto a Israele si comporta come avesse vinto", "non credo che arriveremo alla fine del processo". Fedriga ha quindi auspicato che rispetto all'accordo "non ci siano misure di rallentamento da parte dei terroristi di Hamas. Serve una stabilizzazione che non può che portare alla perdita di ruolo decisionale e potere da parte di Hamas". (ANSA). .

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