Rai, Anzaldi (Pd): "Per il programma di Fazio contratto monstre da 70 milioni di euro. Pronto un atto di indirizzo in Commissione Vigilanza"
Il provvedimento dovrebbe evitare il ripetersi di casi come quello della trasmissione "Che tempo che fa", che- denuncia Anzaldi- sarà autoprodotta da Fazio e dal suo agente
"Il conflitto d'interessi fra produttori e agenti è un nodo che in Rai va regolamentato con urgenza. Gli ultimi risvolti sull'appalto per la produzione della trasmissione Che tempo che fa stanno a dimostrarlo. Per questo già domani in Commissione di Vigilanza verrà discusso un atto di indirizzo -di cui sono relatore di maggioranza- nel tentativo di regolamentare un sistema finora in mano a pochi e soggetto a troppe discrezionalità". A parlare è Michele Anzaldi, componente della Commissione di Vigilanza Rai in quota Pd e gran fustigatore degli sprechi della tv pubblica, che già nei giorni scorsi si era reso protagonista di una clamorosa denuncia all'Anac e alla Corte dei Conti proprio sull'accordo recentemente chiuso dai vertici con il conduttore Fabio Fazio.
Non soltanto il contratto milionario. Secondo Anzaldi il popolare conduttore di Rai 3 sarebbe riuscito a mettere a segno un altro colpaccio, in grado di fruttargli parecchi milioni oltre a quelli derivanti dal suo contratto. Insieme al suo storico agente, Beppe Caschetto, Fazio sarebbe in procinto di rilevare la produzione del suo programma, con una formula inedita ma sulla quale la dirigenza della televisione pubblica avrebbe sostanzialmente dato il suo nulla osta.
L'accordo, siglato con il voto all'unanimità del Cda sulla base dei consiglieri di amministrazione presenti alla riunione e con la benedizione del nuovo dg Mario Orfeo, prevede che dal prossimo anno la produzione di Che tempo che fa non sarà più affidata alla Endemol: il lucroso appalto Rai andrà ad una nuova società in via di costituzione dietro cui, per il consigliere di vigilanza, ci sarebbe proprio il sodalizio Fazio-Caschetto.
Tradotto in cifre, significa che agli 11,7 milioni di euro già sborsati dalla tv pubblica per l'ingaggio quadriennale di Fazio si aggiungerebbero i 10,8 milioni del contratto di produzione, anch'essi destinati a finire, per metà, nelle tasche del conduttore-produttore. Cifre messe nero su bianco da Anzaldi nell' esposto recapitato nei giorni scorsi all'Anac di Cantone. "Il Cda di un'azienda pubblica può deliberare di stipulare un contratto d'appalto con una società che, a quanto risulta, ancora non esiste? Società di cui sono soci, peraltro, lo stesso beneficiario del contratto principale da un lato ed il suo agente dall'altro? E' possibile chiudere un pacchetto di questo tipo, che comprende produzione, conduzione, cachet degli ospiti, organizzazione, senza che sia intervenuta una regolare gara di affidamento col soggetto pubblico contraente?"
Anzaldi, quindi lei conferma le indiscrezioni?
"Confermo. Stando alle cifre diffuse dalla Rai e riportate sui giornali, il servizio pubblico si è legato ad un contratto monstre che in quattro anni prevede un esborso di oltre 70 milioni di euro. A tanto ammonta l'accordo con Fazio, se si calcola il costo a puntata di 450mila euro per le 32 prime serate all'anno, al quale va aggiunto il costo per le 32 seconde serate. Una scelta fatta senza garanzia di ascolti, anzi sapendo che Fazio su Raitre aveva una media ben inferiore alla media di rete di Raiuno. Di fronte a cifre del genere, che impegnano questo e anche il prossimo Cda, riconosciute le ragioni d'urgenza e la gravità del caso l'ufficio di Presidenza in Commissione di Vigilanza ha deciso la scorsa settimana di emettere un atto di indirizzo per tentare di regolamentare la materia. La Commissione ci ha lavorato per una settimana, domani lo presenteremo alla discussione collegiale e speriamo di mettere fine a questo bengodi di pochissimi con un bel voto all'unanimità".
Quali sono i punti cardine del provvedimento?
"Uno su tutti: se sei un agente, non puoi avere anche la società di produzione del programma che porta in scena il tuo artista. Non puoi avere interessi trasversali. Altrimenti è facile che magari in sede di trattativa per il rinnovo di un nome blasonato tu mi fai entrare dentro 3 ospitate di scuderia, appalto luci, appalto microfoni, insomma, un pacchetto chiuso. Che vale milioni e che però sfugge alle normali regole delle gare d'appalto.
Ecco, tutto questo deve finire.