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Nuova ondata Covid? Ecco il vademecum su ospedali, tamponi, scuole, mascherine e comportamenti

La pandemia del passato oggi è diventata oggi endemia. "Evitare il tamponificio e di effettuare il tampone solo a chi presenta sintomi respiratori"

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
(Ansa)
(Ansa)

Che il tema sia caldo lo testimonia già l’inizio di seduta di Palazzo Madama di questa mattina. Il vicepresidente di turno, il leghista Gian Marco Centinaio, non fa a tempo a dichiarare aperta la seduta e a completare gli adempimenti di rito che già Beatrice Lorenzin, senatrice del Pd e ministro della Salute nei governi guidati da Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, chiede che il ministro della Salute Orazio Schillaci vada in aula per “un chiarimento pubblico e anche alcune delucidazioni sulla nuova piccola ondata di Covid. Abbiamo letto sui giornali informazioni discordanti, quindi possiamo dire che non abbiamo una vera e propria informazione, ma articoli più o meno allarmistici”.

E anche la sua collega Maria Stella Gelmini, senatrice di Azione, e il senatore Tino Magni, esponente dell’Alleanza Verdi e Sinistra, si associano alla richiesta. Con un’unica voce contraria, quella della rappresentante di Fratelli d’Italia Antonella Zedda, eletta nel collegio uninominale del Sud Sardegna e di Cagliari, che si fa portavoce dei toni più tranquillizzanti: “Signor Presidente, credo che sarebbe opportuno guardare alla vicenda Covid attuale non tramite articoli di giornale allarmistici, ma in base a quello che dice l'Istituto Superiore di Sanità”. 

E, in attesa di Schillaci, per fare chiarezza si parte dalla Regione Liguria, che qui su Tiscali News abbiamo sempre scelto come osservatorio privilegiato per raccontare il Covid, anche per la particolare composizione anagrafica ligure, che è la più anziana d’Italia e quindi la più vulnerabile. E per analizzare numeri e comportamenti in Regione, Giovanni Toti schiera la sua task force di specialisti. Che fanno un’analisi che è un microcosmo da estendere a tutto il Paese. 

Ospedali, tamponi, scuole, mascherine, comportamenti. 

Quello che segue è una sorta di vademecum del Covid oggi. 

Spiega Giancarlo Icardi, direttore dell’Unità Operative Igiene del Policlinico San Martino, l’ospedale più grande d’Europa e quindi perfetto per monitorare la situazione: "La pandemia del passato oggi è endemia”. E tutto il resto viene di conseguenza del passaggio da pandemia a endemia: “Farmaci specifici, vaccini, regole d'igiene e galateo respiratorio sono la ricetta corretta per continuare a considerare il Covid una malattia respiratoria acuta stagionale e nulla più. Dal punto di vista epidemiologico oggi, in funzione delle sub varianti che stanno circolando, abbiamo più trasmissibilità, ma meno impatto sulla salute. Oggi, e lo dico da medico di sanità pubblica, dobbiamo usare la mascherina in condizioni particolari come gli ambienti sanitari in presenza di fragili, ma non ne dobbiamo abusare".

L’uso ridotto della mascherina si porta dietro una serie di altre prescrizioni, che spettano a Matteo Bassetti - che nello stesso Policlinico è direttore della Clinica Universitaria di Malattie Infettive e direttore del dipartimento regionale di tutti gli ospedali liguri per l’infettivologia – che completa il quadro rispetto a Icardi, partendo dalla sua osservazione dei pazienti in corsia, in prima linea: "Non c'è nessuna pressione ospedaliera né per quanto riguarda la media né per quanto riguarda l'alta intensità. Ad oggi i due pazienti positivi ricoverati in Terapia Intensiva sono stati ricoverati per tutt'altro e non per il Covid. Dobbiamo quindi fare molta attenzione all'uso dei tamponi: il protocollo, che nei giorni scorsi il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute Francesco Vaia ha voluto fortemente come documento nazionale, ricalca molto da vicino quello redatto da Regione Liguria nell'aprile scorso e prodotto dal Dipartimento regionale dell'Emergenza e dal dipartimento regionale delle Malattie Infettive. E la direzione di quel protocollo è quella di evitare il tamponificio e di effettuare il tampone solo a chi presenta sintomi respiratori. Infine, per quanto riguarda l'uso degli antivirali invito soprattutto i medici di medicina generale a prescriverli tutte le volte in cui siamo di fronte ad una paziente fragile o ultrafragile positivo: abbiamo la possibilità di utilizzarli con efficacia nei primi giorni dall'esordio dei sintomi: facciamolo".

E basta arrivare all’assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola, che viene anche lui dagli stessi corridoi ospedalieri, essendo stato a lungo responsabile del dipartimento Emergenza-Urgenza, cioè Pronto Soccorso e Terapia Intensiva di San Martino, per specificare i numeri. Cioè solo il 15 per cento dei positivi in ospedale sono “realmente” malati di Covid, mentre gli altri sono ricoverati per altro e poi il tampone li scopre pure positivi, anche se l’accesso avviene ad esempio per un incidente stradale a magari sono anche asintomatici: “Il quadro epidemiologico del Covid in Liguria – spiega Gratarola - mostra da alcune settimane un incremento dei casi, con 122 persone attualmente ricoverate nei nostri ospedali. Si tratta però di numeri decisamente inferiori ai picchi degli scorsi autunni e inverni e bisogna sottolineare che è ulteriormente scesa la percentuale di coloro che, positivi, accedono al pronto soccorso con infezione da Covid, che oggi si attesta intorno al 15 per cento del totale. La parte restante è positiva al virus, ma ricoverata per altre patologie”.

Questo ovviamente non significa che si possa scherzare e, anzi Regione Liguria e Alisa, che è l’agenzia regionale per la sanità ligure, stanno definendo i dettagli della campagna vaccinale che partirà a metà ottobre e sarà organizzata in collaborazione con le Asl e gli ospedali della Liguria, in base alle indicazioni ministeriali, consentendo la vaccinazione contemporanea contro l’influenza e contro il coronavirus, con particolare attenzione alle fasce di popolazione più a rischio o fragili: “L’imminente apertura della scuola, – continua Gratarola – le recenti disposizioni ministeriali relative alle raccomandazioni sui tamponi e l’incremento della diffusione del virus, per quanto inferiore a tutte le ondate precedenti, ci inducono ad alcune riflessioni. Innanzitutto, dobbiamo prepararci alla campagna vaccinale, rivolta in particolar modo alle persone fragili e a quelle anziane. E dunque va ribadito che il vaccino è fondamentale per evitare le forme più gravi di infezione da Covid che possono colpire le categorie a rischio. Siamo in presenza di un incremento dei positivi, ma non c’è bisogno di creare alcun allarmismo: il buon senso, che deve valere anche nella scuola che si appresta ad aprire, ci può far comprendere come sia sufficiente adottare idonei comportamenti utili a limitare la diffusione dei contagi: una opportuna areazione dei locali, il corretto lavaggio delle mani e restare a casa quando si presenta una sintomatologia compatibile con il Covid, evitando in particolar modo i contatti con le persone fragili”. 

Insomma, anche a scuola, la miglior cura si chiama buonsenso, più che allarmismo. 

E a tirare le somme è Filippo Ansaldi, che dell’agenzia ligure è il direttore generale, che ha un curriculum fatto di statistica applicata alla medicina: dalla medicina preventiva all’igiene applicata di cui è professore universitario: “Il quadro epidemiologico – spiega – mostra che siamo in una situazione di endemia con riaccensioni epidemiche caratterizzate dalla circolazione di nuovi varianti che sfuggono dalla pressione immunitaria del singolo. Siamo di fronte in queste ultime settimane a un incremento dei casi: dall’inizio di agosto assistiamo ad un aumento del numero di ricoverati nei nostri ospedali Sars-COv2 positivi che in questi giorni hanno raggiunto la media di 20 casi giornalieri. Sono valori più alti rispetto a quanto abbiamo visto in estate, ma decisamente inferiori rispetto alle ondate degli anni scorsi. C’è da sottolineare che i ricoverati in ospedale con infezione da Covid sono meno del 20 per cento, una percentuale ancora inferiore a quella che abbiamo osservato nei mesi scorsi, quando si attestava attorno al 30 per cento. Ciò significa anche tra le persone ricoverate, il numero di quanti hanno effettivamente una infezione da Covid è ancora diminuito. Per quanto riguarda le ultime raccomandazioni relative al testing sui soggetti che accedono nei pronto soccorso, il Ministero ha indicato nella recente circolare che il tampone deve essere effettuato al pronto soccorso alle persone con sintomi compatibili con Covid o che hanno avuto un contatto stretto con una persona positiva. Il tampone deve inoltre essere effettuato per proteggere le strutture ad alta prevalenza di soggetti fragili, prima del trasferimento alle strutture sanitarie o sociosanitarie”. 

Riassunto: meno mascherine, meno tamponi, meno allarmismo. Più buon senso, il miglior vaccino.

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
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