[L'inchiesta] I risultati sconvolgenti della nuova inchiesta di Fanpage. Lo scandalo giova solo a Berlusconi: chi c'è dietro il giornale on line?
Filone sullo stoccaggio dei carburanti e i sospetti sulla camorra. Ma chi paga i giornalisti, i computer e le telecamere di ultima generazione? Come pensano di fare profitti stando sul web? Domande legittime alle quali nelle prossime ore Fanpage risponderà. Per non subire attacchi ingiustificati
E’ il terzo filone della inchiesta Fanpage quello che prometterebbe risultati sconvolgenti. Ma è ancora sepolto da centinaia di ore di colloqui, incontri, registrazioni di conversazioni. Riguarda la gestione di impianti di stoccaggio di carburanti nel Nord Est, a Marghera, e il sospetto è che l’affare porti soldi nelle casse della camorra.
È il capitolo che coinvolge l’Eni e i pozzi di carburanti in Egitto. In assenza di un oleodotto, il carburante è destinato a impianti di stoccaggio e l’inchiesta di Fanpage si sarebbe imbattuta, appunto, in aspetti tutti da chiarire sui possibili gestori di suoli dove stoccare il prodotto.
Ecco, l’inchiesta Fanpage è un pozzo senza fondo che lascia tutti senza fiato. Le stesse reazioni dei personaggi coinvolti sono deboli e fragili. Mostrano tutta la loro fragilità anche le urla sconsiderate di ieri del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che in questa vicenda vede uno dei suoi rampolli coinvolto, l’assessore al bilancio del comune di Salerno, Roberto De Luca, indagato per corruzione.
Che impotenza rivela De Luca quando a sera caccia da una sua manifestazione a Caserta Antonio Musella, giornalista Fanpage: «Via, qui solo persone civili. Fuori la camorra». Come se accusare di essere camorrista un giornalista risolva il problema del figlio.
«È un attacco camorristico e squadrista in risposta all’opera di pulizia che stiamo portando avanti». Come se la nomina a presidente della Sma, la partecipata regionale che si occupa di smaltimento di fanghi e delle terre dei fuochi, Biagio Iacolare, non rappresentasse il suggello dell’accordo tra De Luca e il vecchio sistema di potere in Campania rappresentato da Nicola Cosentino e Luigi Cesaro.
Urla De Luca mentre il figlio ha spedito le sue dimissioni che sono state congelate, perché la famiglia spera in una rapida archiviazione magari prima del voto. Ma la Procura di Napoli deve procedere alla trascrizione di centinaia di ore di colloqui. E non è questione di giorni. E poi sono in piena attività le indagini, e andranno raccolte testimonianze, e convocati interrogatori.
Due filoni centrali quelli all’attenzione degli investigatori in queste ore (del filone nascosto, quello dello stoccaggio di carburanti ci vorrà Tempo). Gli appalti Sma, quelli che vedono coinvolto il candidato di Fratelli d’Italia Luciano Passariello, e forse il vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola (non ancora indagato). E il capitolo ecoballe i cui protagonisti sono il figlio del Governatore, Roberto De Luca, e il suo commercialista, l’ex candidato a sindaco di Angri Coletta.
Camorrista è per De Luca l’inchiesta giornalistica di Fanpage. La testata On-Line ha utilizzato come teste d’ariete delle sue provocazioni un ex pentito della camorra, Nunzio Perrella. Un consulente che si è impegnato a dimostrare in pratica come si costruisce il business dei traffici illegali di rifiuti. E lo ha documentato con i video.
Alla fine questo è accaduto: “Volete vedere come si fa?”. Ora se Fanpage fosse la sezione reati ambientali della polizia di Stato sarebbe del tutto lecito discutere se l’utilizzo dell’agente provocatore doveva essere ritenuto appropriato. La legge è molto chiara e limita il loro utilizzo solo per alcuni reati.
Ma qui abbiamo un camorrista che ha saldato i conti con la giustizia, che non risulta frequentare di nuovo la camorra e che si presta a essere maestro di pratiche criminali.
Fanpage da tempo fa inchieste sul ciclo dei rifiuti e voleva andare avanti su questa china. Ha utilizzato un ex camorrista (i grandi moralisti non disdegnano di frequentare o intervistare evasori fiscali, corruttori, riciclatori che sono colletti bianchi, politici. E nessuno obietta nulla). La Procura di Napoli ha ravvisato in questo comportamento l’istigazione alla corruzione. Vediamo se il direttore di Fanpage sarà processato e condannato.
E poi l’altro sospetto che proprio si sta trasformando in un giallo che prima o dopo invaderà le vetrine dei giornali e dei talk show, è un interrogativo: «I grillini erano sulla graticola per i rimborsi elettorali e le spese parlamentari e questa operazione mira a colpire il Pd di Renzi. A chi giova tutto questo se non a Silvio Berlusconi?».
Ne consegue: «Chi c’è dietro a Fanpage, un giornale On-line con decine di giornalisti assunti, computer e telecamere di ultima generazione? Chi li paga? Come pensano di fare profitti stando sul web?».
Domande legittime alle quali nelle prossime ore Fanpage risponderà, dimostrando ancora una volta di voler giocare d’anticipo. Per non subire attacchi ingiustificati.