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Il naufragio del Bayesian, recuperati quattro corpi all'interno del veliero affondato

Individuato anche il cadavere di un quinto disperso. Interrogato per oltre due ore il comandante dell'imbarcazione, James Cutfield, ma restano ancora molti interrogativi sulle cause del dramma avvenuto nella baia di Porticello

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I sub dei vigili del fuoco e della guardia costiera hanno recuperato quattro corpi nello scafo del Bayesian, il veliero inabissatosi alle 5 del mattino di lunedì al largo di Porticello, a pochi chilometri da Palermo. Si tratta di Jonathan Bloomer, il presidente della Morgan Stanley International, della moglie Anne Elizabeth, del legale Chris Morvillo e della moglie Nada. All'appello mancherebbero dunque l'imprenditore britannico e proprietario dello yacht Mike Lynch e la figlia 18enne Hanna. Un quinto cadavere è stato però già individuato e sarà recuperato domani mattina. Le operazioni si presentano particolarmente difficoltose. I sub stanno infatti operando con l'ausilio di un ulteriore veicolo subacqueo a controllo remoto Rov.

L'indagine della magistratura 

Dopo avere sentito per oltre due ore il comandante dell'imbarcazione, James Cutfield, in queste ore i pm di Termini Imerese e i militari della Capitaneria di Porto stanno sentendo gli altri membri dell'equipaggio e i passeggeri sopravvissuti. Le loro testimonianze per cercare di ricostruire quanto successo nel corso del naufragio nel mare di Porticello e cosa abbia provocato l'inabissamento della nave in pochissimi minuti

Tante domande ancora senza risposta 

Il tragico evento, avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 agosto nella baia di Porticello, vicino a Palermo, ha sollevato molte domande ancora senza risposta. Secondo i sommozzatori, lo scafo e l’albero maestro di 75 metri del Bayesian, adagiato a 50 metri di profondità, sono risultati integri, suggerendo la possibilità di un errore umano come causa dell'incidente. Una persona ha perso la vita e sei sono ancora disperse, mentre quindici sono sopravvissute. Il Corriere della Sera riporta che "The Italian Sea Group", attuale proprietaria della Perini Group di Viareggio, che ha costruito il veliero nel 2008, ha confermato, grazie ai rilievi della guardia costiera, l'integrità dell'albero, dello scafo, dei boccaporti e delle vetrate. Tuttavia, le ipotesi sulle cause dell'affondamento sono diverse: si parla di un possibile muro d’acqua che potrebbe aver sollevato l’imbarcazione da poppa, spingendola sott'acqua, oppure di un problema legato all'ancoraggio, nonostante l'allarme meteo.

Il possibile errore umano

Anche all’estero l'incidente ha destato interesse, coinvolgendo esperti internazionali, poiché tra le persone coinvolte vi sono cittadini inglesi e americani. Il Financial Times ha sollevato dubbi sulla posizione della "deriva mobile", una sorta di "pinna" sotto lo scafo che regola la stabilità della barca. Secondo il quotidiano, se la chiglia non fosse stata completamente estesa, la stabilità del veliero sarebbe stata compromessa in caso di vento forte. In condizioni normali, i capitani di yacht con alberi particolarmente alti tendono ad allontanarsi da aree di rischio in caso di previsioni di venti forti, ma ciò non è accaduto in questo caso, alimentando l'ipotesi di un errore umano. Alcuni esperti spiegano che la deriva mobile viene generalmente abbassata in presenza di mare mosso, ma quando è arrivata la tromba d’aria, non c'è stato il tempo necessario per abbassarla, poiché l'operazione richiede circa mezz'ora e non può essere eseguita rapidamente.

L’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex capo di Stato maggiore della Marina Militare italiana, ha espresso dubbi sulla rapidità con cui una nave così moderna e ben attrezzata sia affondata. De Giorgi ipotizza che l'albero, con i suoi 75 metri, possa aver esercitato una leva così forte da inclinare la nave, facendo entrare acqua attraverso eventuali portelli aperti, causando così un rapido affondamento, anche a causa del mare agitato. Le ricostruzioni ufficiali indicano che lo yacht è stato colpito da una violenta tromba d'aria mentre era ancorato in rada. Anche ipotizzando la rottura dell'albero i dubbi restano: le altre navi ancorate nelle vicinanze, come il Sir Robert Baden Powell, non hanno subito danni.

Spuntano i rapporti tra Lynch e i servizi segreti

La vicenda assume toni ancora più misteriosi dopo che l'agenzia Nova.news ha diffuso un ritratto di Mike Lynch, proprietario della società Darktrace, specializzata in cybersecurity. L'agenzia cita i suoi presunti rapporti con il Mossad israeliano, al quale Lynch avrebbe fornito sistemi informatici di localizzazione utilizzati da Tel Aviv per colpire alti esponenti di Hamas. Darktrace collabora inoltre con agenzie di intelligence di tutto il mondo. A complicare ulteriormente la situazione, la morte di Stephen Chamberlain, ex vicepresidente finanziario della società Autonomy, avvenuta poche ore dopo il naufragio. Chamberlain, insieme a Mike Lynch, fondatore di Autonomy, era stato coinvolto in un processo per frode negli Stati Uniti, conclusosi con la loro assoluzione solo pochi mesi prima.

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