Chi è Jonathan Bloomer, il presidente di Morgan Stanley International disperso nel naufragio del Bayesian
Veterano della finanza britannica presiede dal 2018 la filiale europea della banca d’affari statunitense. Era amico del magnate britannico Lynch anche lui tra i 6 dispersi del veliero insieme alla figlia
Tra i 6 dispersi del naufragio dello yacht Bayesian a Porticello c'è anche il presidente di Morgan Stanley International Jonathan Bloomer. Veterano della finanza britannica Bloomer, 70 anni, dal 2018 presiede la filiale europea della banca d’affari statunitense. A confermare che il nome di Bloomer sia nell’elenco delle 22 persone che erano a bordo del veliero al momento della tragedia – è stato il direttore della Protezione Civile siciliana Salvo Cocina, che ha confermato l’indiscrezione filtrata sui media britannici.
La carriera
Secondo il profilo Linkedin, Bloomer è anche presidente della compagnia assicurativa Hiscox. In Morgan Stanley International dalla fine del 2016, in precedenza ha ricoperto diversi incarichi in vari Consigli di amministrazione ed è stato partner di Arthur Andersen. Dal 2006 al 2012, è stato European Partner di Cerberus Capital e tra il 2000 e il 2005 è stato amministratore delegato del gruppo di servizi finanziari assicurativi Prudential prima di essere estromesso con un colpo di mano dal Consiglio di amministrazione nel 2005, che lo aveva ritenuto responsabile di aver commesso errori strategici.
L’amicizia con Lynch
In base a quanto riporta il Telegraph, Bloomer è un amico intimo di Mike Lynch, il proprietario dello yacht anche lui nell’elenco dei dispersi insieme alla figlia 18enne Hannah. A legare Bloomer a Lynch e ad altri personaggi della City tanto strettamente da progettare la vacanza in barca in Sicilia pare essere stata la lunga battaglia giudiziaria condotta insieme. Il 70enne, infatti, è stato un testimone della difesa nel lungo processo per frode negli Stati Uniti a carico di Lynch, che si è concluso due mesi fa con la sua assoluzione da parte della giuria di San Francisco. Bloomer è stato chiamato a testimoniare per aver guidato il comitato di revisione contabile dell’azienda Autonomy di Lynch, accusato di aver gonfiato in modo fraudolento i ricavi della sua società di software prima dell’acquisizione da parte di Hewlett-Packard, avvenuta nel 2011 per 11 miliardi di dollari.
Testimonianza fondamentale
Nel processo, Bloomer ha fornito una prova che è stata fondamentale per difesa del tycoon affermando che “Mike era interessato soprattutto alla strategia, ai nuovi prodotti, alle nuove aree da esaminare, alle potenziali acquisizioni. Per esempio, non veniva al comitato di revisione e non era particolarmente interessato alla parte finanziaria”. Un’accusa che, se confermata, avrebbe potuto significare per Lynch anche 20 anni di reclusione. Da qui il rafforzamento del legame tra i due top manager e l’ipotesi che la vacanza sul veliero potesse essere anche il modo per festeggiare insieme l’assoluzione di Lynch.