"Il più redditizio 'business' legato ai migranti ce l’abbiamo in casa, vi spiego come funziona"

Sotto la lente le onlus a cui lo Stato affida l'accoglienza. L'esperta Loretta Napoleoni: "Non pagano le tasse e intascano 5 euro a richiedente asilo"

Loretta Napoleoni, sullo sfondo la copertina del suo libro 'Mercanti di uomini'

Almeno 13 navi di proprietà di Ong sono impegnate nel soccorso ai migranti che partono dalle coste libiche verso l'Italia. Il procuratore di Catania Zuccaro denuncia che "lì non ci sono solo filantropi". Il sospetto è che ci siano rapporti anomali, che esulano dal fine strettamente umanitario, tra organizzazioni non governative e trafficanti di esseri umani. "Bisogna fare chiarezza su queste accuse. E' una questione che deve essere risolta assolutamente attraverso le indagini", è l'opinione di Loretta Napoleoni, economista ed esperta di finanza e terrorismo internazionale, autrice del libro Mercanti di uomini – Il traffico di ostaggi e migranti che finanzia il jihadismo (Rizzoli). Per la studiosa l'ipotesi è plausibile "perché ci sono in ballo interessi che toccano una montagna di soldi". Il "business" dei migranti è diventato uno dei più redditizi a livello internazionale. E non solo. "Bisogna guardare cosa succede quando queste persone arrivano in Italia". 

Ci spieghi.
"In Italia le Ong sono le Onlus, introdotte in Italia da una legge del '97. Tradotto: è possibile raccogliere denaro senza pagare le tasse. E’ anche molto facile, visto che per creare una Onlus bastano 2000 euro. Quando è scoppiato il caso migranti molte si sono buttate nel business dell’accoglienza. Lo Stato dà a ogni onlus che fa questo tipo di attività 35 euro al giorno per migrante. Di questi 35 euro, 30 sono per vitto, alloggio e necessità immediate, i 5 euro ulteriori sono specificatamente per imparare la lingua, necessità legate a emergenze mediche eccetera. La Onlus gestisce come le pare i 5 euro, nel senso che dovrebbe avere un assistente sociale ogni dieci migranti per esempio e questo ovviamente non succede".

Lei dice cioè che molte Onlus sono inadeguate?
"Non solo, dico che lucrano proprio su questi 5 euro. Lo faranno anche sugli altri soldi, ma sicuramente su quei cinque euro si può intervenire più facilmente. Perché se le direttive sono che ogni dieci migranti ci vuole una persona specializzata che deve essere pagata e poi usano i volontari, significa che gli specialisti non li stai pagando. E intascano la differenza. Facciamo il calcolo? 5 al giorno moltiplicati per 100 migranti fa 500 euro al giorno. Moltiplicati per tutto il tempo che rimangono in Italia. Sono bei soldi".

Non sarà sempre così...
"Ci sono delle organizzazioni serissime come la Caritas che non prendono quei 5 euro. Fanno il servizio ma lo offrono gratuitamente. E di Onlus, negli ultimi 3 o 4 anni ne sono nate a decine. Ce ne sono tantissime, specialmente al Nord: hanno messo su una Onlus, hanno preso i vecchi casolari, li hanno imbiancati, ci mettono dentro i migranti e fatto l’affare".

I migranti sono il nuovo business, lei ha scritto un libro "Mercanti di uomini": attraverso il traffico di uomini, che spesso diventano schiavi, si finanziano anche attività terroristiche.
"Il finanziamento ai gruppi jihadisti non avviene in Italia ma durante il viaggio. Sappiamo che alcuni scafisti salpavano da Sirte quando c’era lo Stato Islamico  che controllava il numero delle persone sui barconi e faceva pagare una tassa agli scafisti. Sappiamo che molti venivano portati attraverso il Sahel da gruppi legati al jihadismo: è così che avviene il finanziamento del terrorismo. In Italia c’è un altro business, qui sono italiani che si arricchiscono".

Questa connessione tra scafisti e Ong la ritiene plausibile?
"Nella mia ricerca, finita circa un anno e mezzo fa, non ho trovato questo tipo di connessione. Ma adesso la situazione è cambiata perché è chiuso il confine turco. Quindi prima il grosso afflusso dal Medioriente e dal centro Asia arrivava dalla Siria dove entravano tutti e poi, attraverso la Turchia, facevano la rotta balcanica o sbarcavano in Grecia. Adesso che il confine turco è chiuso passano tutti per la Libia. E’ possibile che il numero di migranti sia talmente alto che sia nato questo nuovo tipo di business. Poi le Ong con base a Malta è diventata una prassi, ma bisogna aspettare le indagini. Le intercettazioni potrebbero essere d’aiuto".