Morto il 13enne ferito da colpo di pistola a Roma. Colpito alla testa, era ricoverato in gravissime condizioni
Sulla vicenda sono in corso indagini della polizia. Si ipotizza l'incidente. L'arma che era del fratello della vittima è stata posta sotto sequestro e verrà analizzata

Una tragedia sconvolgente ha colpito una famiglia della capitale: Giacomo, appena 13 anni, è morto questa mattina all’alba all’ospedale San Camillo, dove era stato ricoverato in condizioni gravissime sabato sera a seguito di una ferita da arma da fuoco alla testa. I medici hanno tentato il tutto per tutto per salvare la vita del giovane, ma le ferite riportate erano troppo gravi. Un dolore immenso per i genitori e per i due fratelli maggiori, uno dei quali era il proprietario dell’arma da fuoco, regolarmente detenuta.
La ricostruzione: pistola lasciata incustodita sul tavolo
Secondo le prime ricostruzioni, il fratello mediano della vittima avrebbe lasciato l’arma smontata su un tavolo dell’abitazione di famiglia prima di andare a farsi una doccia. Giacomo, probabilmente per curiosità, avrebbe iniziato a maneggiare la pistola, riuscendo a rimontarla e facendo involontariamente partire il colpo che lo ha colpito alla testa. Alcuni familiari avrebbero riferito che non era la prima volta che il ragazzo prendeva l’arma: pare che avesse imparato a smontarla e rimontarla guardando dei tutorial online. Si rafforza quindi l’ipotesi di un drammatico incidente domestico.
Il padre era in casa al momento dello sparo
Il padre di Giacomo, un commerciante, era presente in casa al momento dell’accaduto, ma si trovava in un’altra stanza. Ha sentito lo sparo e ha subito raggiunto la camera, dove ha trovato il figlio riverso a terra. La polizia, allertata immediatamente, ha avviato un’indagine per chiarire ogni dettaglio dell’accaduto.
Indagini in corso: sequestrati cellulare e arma
Gli agenti della squadra mobile di Roma hanno sequestrato il cellulare di Giacomo per verificare se fosse in contatto con qualcuno o avesse visionato contenuti sospetti, ma al momento non emergono elementi che facciano pensare a un gesto volontario. È stata posta sotto sequestro anche la stanza del ragazzo e naturalmente l’arma, su cui verranno svolti ulteriori accertamenti balistici.
Il fratello rischia un’indagine: arma non custodita correttamente
Il fratello, titolare della pistola, potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati, anche solo per permettere agli inquirenti di effettuare gli accertamenti tecnici necessari, come l’analisi della traiettoria del proiettile.
La vicenda riapre il dibattito sulla custodia sicura delle armi in ambito domestico: la Corte di Cassazione, in una precedente sentenza, ha stabilito che le armi devono essere conservate in modo sicuro, lontano dalla portata di minori e adolescenti, anche quando sono smontate.