Denunciò un superiore per molestie. Carabiniera inquisita per aver criticato l'Arma in un'intervista
La ragazza ha rilasciato una intervista alla trasmissione "Presa Diretta" in onda su Rai3, ma la scala gerarchica non ha gradito le sue dichiarazioni. L'avvocato Giorgio Carta: "La sanzione può incidere negativamente sulla sua carriera"
Angela Aparecida Rizzo, di origini brasiliane ed in servizio alla 2ª Sezione del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Firenze, aveva denunciato per ripetute molestie, anche sessuali, un suo superiore, un maresciallo poi condannato per il reato militare di "Minaccia ad inferiore aggravata e continuata" (il giudizio è attualmente pendente in Cassazione).
Ora, per aver rilasciato una intervista tivù sulla brutta vicenda, la donna rischia una sanzione disciplinare che potrebbe avere una rilevanza negativa nel prosieguo della sua carriera. “L’atto è del 24 marzo, ma va detto che si tratta, al momento, – ha spiegato a tiscali.it Giorgio Carta, l’avvocato della Rizzo - di un avvio del procedimento disciplinare nell’ambito del quale la ragazza, con la mia assistenza, potrà fornire le proprie argomentazioni difensive. Avrà la durata di 90 giorni e culminerà in una decisione finale che potrebbe anche essere di archiviazione: mi auguro che questo sia l’esito della vicenda perché ha già patito troppo per dover anche subire il trauma di una sanzione”.
L’azione disciplinare trae origine dall’intervista rilasciata dalla Rizzo nel corso della trasmissione televisiva "Presa Diretta", andata in onda su Rai3 il 10 marzo 2018, che aveva trattato, appunto, il processo penale militare in cui lei era stata parte offesa. “L’Arma le rimprovera, tra l’altro – ha spiegato il legale - di aver esternato alla giornalista che la intervistava la sensazione di abbandono da lei provata prima e dopo aver denunciato il superiore”. La dichiarazione della donna non può non far riflettere, perché è quanto la militare ha denunciato anche nel corso dei due gradi di giudizio (come provano anche le registrazioni che Radio Radicale ha raccolto nel corso del dibattimento).
Nell’atto di contestazione è stata rilevata una "possibile lesione del prestigio istituzionale nel passaggio in cui la S. V., testualmente, afferma quanto segue: ‘avevo paura che succedesse qualcosa di più grave. In un contesto come il nostro dovremmo tutelare, no? Con grande amarezza trovo invece che, ecco, anche nel mio caso, uno venga abbandonato’”. I fatti descritti, si legge nel documento, “potrebbero assumere rilevanza disciplinare e costituire violazione delle seguenti norme: contegno del militare, comunicazioni dei militari, doveri attinenti al grado, senso di responsabilità, contemplate dal testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare”.
A cosa va incontro la carabiniera? “Rischia una sanzione cosiddetta di corpo come il richiamo verbale, il rimprovero scritto e qualche giorno di consegna. Più che altro, la sanzione può incidere negativamente sulla sua futura carriera”. Non è la prima volta che accade una cosa simile nel mondo militare, "ma sono casi per fortuna rari: si può criticare il mondo militare sotto diversi punti di vista, ma si può affermare che non esiste un fenomeno radicato o preoccupante di sessismo, né peraltro di omofobia. Da questo punto di vista, le forze armate italiane sono molto più avanti di tanti ambienti di lavoro”, ha concluso Carta. La Rizzo oltre che da Carta è assistita dall'avvocato Maria Laura Perrone.