Calci, schiaffi e paghe da un euro. La truffa del centro emergenza che ruba dei migranti e poi li costringe a lavorare nei campi

Scandalo in cinque centri individuati dalla prefettura di Cosenza. Ecco le carte che inchiodano gli sfruttatori italiani

Una pagina del verbale dell'inchiesta di Cosenza
di Guido Ruotolo

Due arresti in carcere, quattro ai domiciliari e otto raggiunti dall'obbligo di dimora. È impressionante leggere le carte di questa inchiesta della Procura di Cosenza. Il tema è il caporalato, l'intermediazione della manodopera. Ma dietro allo sfruttamento di ragazzi, di disperati, ci sono migranti in attesa di una protezione umanitaria. E soprattutto, si intravede il marcio che c'è nel sistema dell'accoglienza. È un campanello d'allarme. Lo dice chiaramente il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo: «Le difficoltà degli enti locali a elaborare progetti di accoglienza integrati ha fatto crescere un sistema parallelo di accoglienza in strutture alberghiere di cooperative, di associazioni, o di singoli imprenditori. E si è determinato un cortocircuito nel sistema di accoglienza».

Il cortocircuito è la truffa, l'imbroglio, l'inganno. I migranti, in questo caso nigeriani, vengono fatti dormire nelle aziende agricole e contemporaneamente vengono costretti con le minacce a firmare i fogli di presenza nelle strutture di accoglienza. Scrivono i magistrati di Cosenza: «Per la loro assistenza (nei centri di accoglienza dei richiedenti asilo, ndr), lo Stato eroga ai centri convenzionati 35 euro a migrante al giorno, che rappresentano il costo del loro mantenimento e che finiscono ai gestori dei centri».

Richiedenti asilo sfruttati nei campi

In questa inchiesta almeno in un caso sette dei dieci migranti ospitati presso il Centro “Santa Lucia” di Camigliatello Silano, sono stati trasferiti per un paio di mesi nella azienda agricola “La Sorgente” di San Giovanni in Fiore, per raccogliere fragole e fare altri lavori. Al di là dello sfruttamento bestiale, costretti a lavorare undici o dodici ore al giorno per 15/20 euro, i braccianti dormivano nella azienda e nello stesso tempo erano costretti a firmare i fogli di presenza del centro di accoglienza.

«I migranti - sottolineano i magistrati calabresi - venivano sottoposti a condizioni alloggiative particolarmente degradanti alla impresa agricola dei fratelli Serra, mediante la minaccia no si stira nel cacciarli in caso di mancata sottoscrizione dei fogli di presenza presso il Centro di accoglienza straordinario». Facciamo un calcolo approssimativo: sette migranti costano allo Stato 245 euro al giorno. Moltiplichiamo la cifra per sessanta giorni e il risultato è di 14.700 euro finiti ingiustamente ai titolari dei centri di accoglienza. Attualmente in Italia gli ospitati nei diversi sono complessivamente 130.000 circa. È probabile, dunque, che il marcio di San Giovanni in Fiore sia soltanto la punta di un iceberg molto grosso, e forse le Prefetture dovrebbero sollecitare e organizzare ispezioni a campione nei diversi centri per verificare la presenza dei migranti.